Il Serpente dell’Essex è un piccolo viaggio indietro nel tempo, la recensione della serie Apple

Il Serpente dell’Essex è un piccolo viaggio indietro nel tempo, la recensione della serie Apple

Di Giulio Zoppello

Ritorna l’Inghilterra avvolta dal mistero della superstizione, lo scontro tra razionalità ed emotività, il gotico che vive nella campagna distante dalla modernità, di quella Londra che era centro dell’Impero che governava il mondo, quando la regina Vittoria vedeva i suoi stendardi levarsi su un quarto del globo terrestre. Lo fa con Il Serpente dell’Essex, tratto dal romanzo di Sarah Perry, basato su una piccola leggenda locale, a cui la serie diretta da Clio Barnard rende certamente giustizia, regalando un iter interessante, intrigante e con due protagonisti dotati di grande sincronia.

Una vedova alle prese con la campagna inglese

Protagonista è la vedova londinese Cora Seaborn (Claire Danes) a cui di certo il recente lutto non ha potuto far versare tante lacrime, visto che il suo defunto marito era un uomo terribile e violento. Decisa a difendere la propria libertà e la propria indipendenza, grande appassionata di paleontologia e animali, si reca in Essex alla ricerca di quei fossili che a quel tempo erano senza ombra di dubbio la grande novità della comunità scientifica Britannica. 
Assieme al figlio adolescente e alla fedelissima bambinaia di simpatie marxiste, viene a conoscenza di un’oscura leggenda locale, che narra di un terrificante serpente che a quanto pare starebbe seminando morte e terrore nella zona.


A darle una mano nell’indagine su questo terribile mistero, troverà un inaspettato alleato nel vicario locale, Will Ransone (Tom Hiddleston), nonché nel chirurgo Luke Garrett (Frank Dillane) e al Dottor Spencer (Jamael Westman). 
La giovane donna in breve si troverà a dover combattere non solo l’ignoto, le superstizioni del luogo e l’ostilità della popolazione locale, ma anche le sue stesse paure, le sue insicurezze di donna forse troppo libera per ciò che la società prevedeva a quel tempo. 
Serie interessante questo Il Serpente dell’Essex, che conferma come Apple TV+ sia senza ombra di dubbio al momento la migliore piattaforma streaming del mondo, perlomeno per chi ama la qualità rispetto alla quantità, che poi è il difetto principale che ha condizionato gli alti e bassi recenti delle concorrenti, manifestatesi anche nella notte degli Oscar.


Qui invece ci troviamo di fronte ad un prodotto di intrattenimento studiato al millesimo, sia per quello che riguarda la sceneggiatura, sia soprattutto per le maestranze, con una bellissima fotografia e dei costumi che  riescono in modo perfetto a donare realismo all’insieme. Il tutto risulta essere un perfetto mix tra cinema gotico e affresco storico, omaggio alla letteratura inglese che fu e alle moderne eroine femminili.

Le due anime di un mondo instabile

Il Serpente dell’Essex forse manca della capacità di cambiare ritmo con decisione, e richiede sicuramente una pazienza superiore a quella che ci si prospettava, tuttavia ripaga con dialoghi tutt’altro che banali, una prova del cast eccellente, soprattutto da parte dei due protagonisti e fascino. 
Danes e Hiddleston  riescono a tenere sempre perfettamente in equilibrio il tutto, soprattutto perché sono perfettamente rappresentativi di quella contrapposizione che poi è il grande tema portante della miniserie, così come lo era stata del romanzo originario.


Alla Londra misteriosa, affascinante, protesa verso un futuro positivista, classista ma irresistibilmente connessa alla frivolezza anche nei suoi aspetti più inquietanti, questa serie contrappone invece la campagna, l’Inghilterra profonda e in cui la modernità non è ancora arrivata, in cui permangono superstizioni, miti, la paura dell’ignoto e di un mondo animale selvaggio e ostile.


Non si tratta certamente di qualcosa di casuale, ma è il perfetto ritratto anche storico di quell’epoca, in cui la scienza faceva enormi passi in avanti, la società si spostava sempre più verso il futuro, si scopriva l’elettricità, la fisica, i dinosauri riempivano i musei. Accanto però permaneva la separazione tra città e provincia, tra passato e futuro, tra le classi sociali divise da mezzi e possibilità. 
Questa serie ha soprattutto il merito di mostrarci l’altro lato di quella Gran Bretagna vittoriana, che non aveva tempo per frivolezze o mode, per i primi paleontologi od Oscar Wilde. Bene o male era ed è tutt’ora un universo chiuso, provinciale ed orgoglioso di esserlo, ancorato al concetto di tradizione come castello contro il mondo esterno. 
Proprio la protagonista rappresenta infine tutto ciò che ieri come oggi quelle campagne temono: la modernità. Da tale contrapposizione nasce gran parte della qualità narrativa di questa serie, per quanto poi nella seconda parte forse commetta il piccolo errore di concentrarsi un po’ troppo su un aspetto melò, francamente evitabile perché è scontato. Va bene voler essere fedeli all’originale, ma in fin dei conti si tratta di due universi che rimangono profondamente diversi, con due pubblici che hanno ben poco in comune. Forse un po’ di audacia non avrebbe guastato. 


Un omaggio all’Inghilterra che fu


Tutto questo però non cambia il fatto che Il Serpente dell’Essex, sia un prodotto perfettamente riuscito, grazie da atmosfere cupe e alla mancanza di certezze, ad una sensazione di oscurità, morte e distruzione che si fa via via sempre più intensa. 
Bene o male la serie si fa rappresentativa in realtà forse di tutto quel periodo non solo storico ma anche culturale, ed infatti è impossibile non cogliere omaggi, citazioni ma più in generale un recupero delle atmosfere che hanno reso ancora oggi iconici autori come Arthur Conan Doyle, Mary Shelley, Jane Austen, Robert Louis Stevenson o Kipling.


Diciamoci la verità, fino alla fine dei tempi qualsiasi tipo di film o serie televisiva ambientate in quei decenni in cui Londra era la Babilonia moderna, prima dell’avvento sulla scena della centralità degli Stati Uniti, non smetterà mai di affascinare.


Il motivo è perfettamente rappresentato in questa serie, dove la razionalità ed emotività sono in contrasto così come in armonia, dove permane soprattutto il conflitto tra la scienza e la religione, tra logica e emotività, tra l’universo maschile e quello femminile.


Claire Danes è autrice di una prova attoriale molto convincente, con un personaggio anticonformista, emancipato ma non in modo retorico, antistorico o pretenzioso, come purtroppo succede sempre più spesso a giorno d’oggi. A lei si affianca un Tom Hiddleston perfetto nel rendere la fragilità e assieme la curiosità di un uomo teoricamente chiamato a rispondere a voti e dovevi precisi, che lei mette costantemente in dubbio.


Il risultato finale è quello di un viaggio indietro nel tempo, una sorta di affresco storico inframezzato da fantasia e leggende. Forse sei episodi sono pure pochi, almeno un altro paio non avrebbero guastato, se non altro per permettere di sviluppare meglio la linea narrativa e i personaggi. Ma anche così, Il Serpente dell’Essex è senza ombra di dubbio una serie che sarebbe un peccato perdersi.

LEGGI ANCHE

Kaiju No. 8 – La recensione del primo episodio 13 Aprile 2024 - 17:59

Kaiju No.8 è una serie dall'alto livello tecnico che traspone sul piccolo schermo il manga di Naoya Matsumoto

Fallout è esattamente come l’avevamo sognata 10 Aprile 2024 - 15:00

Su Prime Video arriva la serie tv tratta dalla saga videoludica, un perfetto mix di commedia, sci-fi post apocalittica e metafora politica.

Ripley, la miniserie Netflix con Andrew Scott che proprio non potete perdervi – LA RECENSIONE 8 Aprile 2024 - 11:30

Ripley è da poco disponibile su Netflix, ecco la nostra recensione della serie con Andrew Scott.

Star Wars: The Bad Batch continua a regalare soddisfazioni 2 Aprile 2024 - 14:00

Arriva su Disney+ la seconda parte degli episodi della terza stagione, che confermano l’elevatissima qualità della serie animata di Dave Filoni.

X-Men ’97 – Episodio 3: omaggi e citazioni 28 Marzo 2024 - 8:31

Curiosità, riferimenti, easter egg e omaggi ai fumetti nel terzo episodio di X-Men '97.

Kong contro Mechani-Kong: l’altro King Kong giapponese – Godzillopedia capitolo 4 26 Marzo 2024 - 8:00

Il secondo film della giapponese Toho dedicato a King Kong: Kong contro Mechani-Kong.

X-Men ’97 è una bomba (la recensione senza spoiler dei primi tre episodi) 20 Marzo 2024 - 8:01

X-Men '97 è la migliore cosa che potesse capitare a un vecchio fan dei mutanti Marvel, animati, a fumetti o entrambe le cose.

L'annuncio si chiuderà tra pochi secondi
CHIUDI 
L'annuncio si chiuderà tra pochi secondi
CHIUDI