Doctor Strange nel Multiverso della Follia: chi c’è, cosa succede, cosa verrà dopo (SPOILER)

Doctor Strange nel Multiverso della Follia: chi c’è, cosa succede, cosa verrà dopo (SPOILER)

Di DocManhattan

Dopo la recensione senza spoiler e una veloce spiegazione delle due scene dei titoli di coda, è il momento di fare due chiacchiere anche sui contenuti di Doctor Strange nel Multiverso della Follia. Su quello che succede e su chi c’è. Ovviamente, da qui in avanti, è tutto SPOILER. Leggete solo dopo aver visto il film.

America Chavez

AMERICA (F*CK, YEAH)

Partiamo da America Chavez. La giovane eroina interpretata da Xochitl Gomez è dunque molto simile alla versione vista su carta, nata poco più di dieci anni fa (sulle pagine di Vengeance 1, di Joe Casey e Nick Dragotta, nel settembre del 2011). Pure sul grande schermo ha infatti due madri che si sono sacrificate per lei, viaggia attraverso le dimensioni con i suoi portali a forma di stella, è molto forte e, sì, ha un giubbetto con la bandiera USA: il suo nome da eroina, nel Marvel Universe a fumetti, è del resto Miss America. Alla fine lasciamo America ad addestrarsi a Kamar-Taj. C’è, del resto, bisogno di una nuova strega, visto che Scarlet Witch non c’è più… E a proposito della qual cosa.

LA SORTE DI WANDA

È davvero morta, Wanda Maximoff? Si è spenta sotto il crollo del monte Wundagore – ironia della sorte, il luogo in cui nei fumetti sono nati lei e il gemello Quicksilver, lì nell’immaginario stato dell’est Europa chiamato Transia – e non la vedremo più? Parrebbe. Del resto, che Wanda fosse la vera nemesi del film era OVVIO. Quel mostro occhiuto di Gargantos, messo lì perché per una faccenda di diritti non si poteva usare il nome di Shuma-Gorath? Un film del genere basato solo sullo scontro con una creatura tentacoluta? Ma per piacere. Era chiaramente un diversivo da trailer. Un’aringa rossa, ma a forma di polpo.

Quello che Wanda ha fatto in WandaVision non aveva ricevuto sostanzialmente alcuna punizione. E la cosa non quadrava. Lo sbrocco della strega era ormai totale, la redenzione fuori discussione per gli standard dei film di super-eroi. Non appena Wanda inizia a uccidere gente in Doctor Strange nel Multiverso della Follia, è chiaro che dovrà morire. Con quei colli girati e quelle pose da Terminator, poi? Figurarsi.

Poi, altrettanto evidentemente, è morta la Wanda che conosciamo, ma ci sono le altre Wanda, in altri universi. A cominciare da quella che accudisce Billy e Tommy. Volendo, è un attimo…

ILLUMINAZIONE PARTE 1: FANTASTICO ’97

E tra le vittime eccellenti di Scarlet Witch c’è pure un’intera squadra di super-eroi di un’altra dimensione. Anche qui, poche sorprese e una clamorosa conferma. Sì, gli Illuminati del film sono una versione di quegli eroi di un’altra realtà. Sì, come già accennato da trailer e spot, c’è il professor Charles Xavier di Patrick Stewart, con tanto di sedia a rotelle tecnologica gialla che sembra disegnata da Jim Lee. E magari non lo avete notato, ma quando Xavier entra in scena, c’è un accenno delle note del tema del cartoon degli X-Men. Nell’elenco dei brani, nei titoli di coda, si legge infatti anche “X-Men ’97” di Shuki Levy e Haim Saban.

La conferma di cui sopra è che sì, come si vociferava da tempo, quel Tonno di John Krasinski è Reed Richards. Questo Reed Richards, morto pure lui come gli altri in modo spettacolare, ok, ma non vuol dire niente. Come succederà per il Kang di Jonathan Mayors in Loki, la morte di una versione di questo personaggio non esclude che lo stesso attore interpreterà anche quella principale, nel caro, vecchio universo Marvel base, il 616. E ci sta bene Krasinski come Mr. Fantastic per i prossimi Fantastici Quattro? Eccome.

In sala, durante lo spettacolo, quando è apparso il suo Reed Richards (ma in realtà appena si è fatto accenno al nome Baxter), si è sentito fortissimo un “WOO-HOO! EVVAI!”.

Ero io.

ILLUMINAZIONE PARTE 2: SENZA PAROLE

Sapevamo anche, da quello scudo con l’Union Jack intravisto in uno spot del film, che sarebbe stata della partita pure la Captain Carter di What If?, e quanto ci sei mancata Hayley Atwell. O meglio, una Captain Carter, visto che quella di What If? resterà in giro per un po’ (per iniziare, nella seconda stagione della serie animata) ed è facile che alla fine approdi nel 616. La Captain Marvel degli Illuminati non è Monica Rambeau (Teyonah Parris), che vedremo in The Marvels, ma sua madre, Maria Rambeau.

Nell’MCU, Maria Rambeau era la pilota amica di Carol Danvers in Captain Marvel, interpretata da Lashana Lynch. Nell’universo degli Illuminati è Lynch ad esser diventata l’eroina Captain Marvel. Ricordiamo che nei fumetti la prima Capitan Marvel donna è stata Monica, molti anni prima di Carol: nel 1982.

A completare la squadra non c’è il Namor di Keanu Reeves, purtroppo, ma Freccia Nera degli Inumani. L’uomo che non deve parlare mai, e qui quando parla sussurra la morte a un ex compagno di squadra (il loro Dottor Strange) o si fa esplodere da solo il cervello, è interpretato da Anson Mount. Lo stesso attore che dava il volto al personaggio nella terribile serie TV Inhumans.

IL RAIMI-VERSO

Proprio la bocca tappata di Freccia Nera è una delle tante citazioni da classici horror, o più che altro autoomaggi ai suoi horror, che Sam Raimi ha disseminato nel film. Non è solo una questione di jumpscare: è che Doctor Strange nel Multiverso della Follia appare in più punti come un bignamino della carriera del regista. Le soggettive e le finestre aperte de La Casa e decine di altre strizzate d’occhio. “Un’armata delle tenebre della follia” che avrà reso felice ogni vecchio fan di Ash (qui riciclato come venditore di polpette di pizza che si prende a pizze in faccia da solo) e del suo reparto ferramenta.

Io, per dire, ho riso a ogni singolo ammiccamento. Come scrivevo nella recensione senza spoiler, tutto questo al film serve eccome. Scevro della sua raimità, sarebbe un film MCU dalla struttura superclassica, e più in generale una pellicola su un super-eroe che affronta un altro eroe corrotto, diventato una nemesi. Già visto e rivisto.

Così, invece, Raimi è riuscito a personalizzare il tutto, come l’inquilino di un appartamento come tanti che riesce a renderlo molto più accogliente, e in definitiva più suo, piazzando a modino divani, tende e quadri alle pareti. L’appartamento quello è, in effetti, ma così sembra molto più figo, e molto meno ordinario.

Ma Doctor Strange nel Multiverso della Follia cita anche gli Spider-Man di Raimi, soprattutto nei primi minuti. L’eroe costretto a rinunciare alla sua compagna – e a vederla accasare altrove – e il modo in cui salva i passanti durante l’arrivo di Gargantos, tanto per iniziare. Di ritorno ai super-eroi dopo tanti anni, e a un mercato che lui stesso ha contribuito in modo determinante a far decollare, Raimi ha fatto insomma quel che ha voluto. Girare colli, giocare alla strega-Terminator che insegue le sue prede come in uno slasher per ragazzini degli anni 80, e pure autocitarsi a tutto spiano. Ci sta.

3X3 OCCHI

E ci sta pure un terzo occhio, dritto in fronte, per Strange. Raimi su un libro maledetto ci ha costruito la trilogia di Evil Dead, dopo tutto, e se qui al posto del Necronomicon c’è il Darkhold (nei fumetti scritto da Chthon proprio sul monte Wundagor) è lo stesso. Sempre a tomi dei dannati e a miti lovecraftiani si torna. Risolta la storyline di Wanda e permesso ai Fantastici Quattro di fare cucù in questo universo cinematografico con una prima versione del loro leader, resta da vedere quale sarà la sorte di Stephen Strange. Ovvero una nuova avventura del dottore di Benedict Cumberbatch in compagnia di quella che nei fumetti è la sua compagna da sempre (sorry, Christine): Clea. La Clea di Charlize Theron della prima scena dei titoli di coda. Hai detto fischi.

“E mo chi è ‘sta tizia?”, si chiedeva un tipo alle mie spalle, mentre io sorridevo e mi lucidavo le unghie sulla felpa. E se c’è Clea, ovviamente Dormammu (nel Marvel Universe è suo zio) non può essere lontano. Il punto, semmai, è: Raimi avrà voglia di fare un altro giro? Perché, senza, non sarebbe altrimenti la stessa cosa.

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