Il 31 maggio arriverà su FX Pistol, la serie di Danny Boyle basata sulle memorie pubblicate nel 2018 dal leggendario chitarrista dei Sex Pistols, Steve Jones, “Lonely Boy: Tales from a Sex Pistol”.
Pistol offre un’affascinante prospettiva inedita su una delle più grandi storie del rock di sempre, passando dai quartieri popolari di West London, al famigerato negozio SEX di Kings Road di Vivienne Westwood e Malcolm McLaren, fino alla controversia internazionale che accompagnò l’uscita di “Never Mind the Bollocks”, considerato come uno degli album più influenti di sempre.
Boyle ha diretto i sei episodi che compongono la serie ed è anche produttore esecutivo. La serie è stata sviluppata da Craig Pearce (Moulin Rouge!, il biopic di Elvis di Baz Luhrmann), che l’ha scritta insieme a Frank Cottrell Boyce (24 Hour Party People).
Toby Wallace (Babyteeth) interpreterà Jones. Maisie Williams di Game of Thrones sarà invece l’icona punk Jordan.
Il resto del cast include Anson Boon (Crawl) nei panni di John Lydon, alias Johnny Rotten. E poi Louis Partridge (Enola Homes) nel ruolo di Sid Vicious, Jacob Slater nei panni di Paul Cook e Fabien Frankel nel ruolo di Glen Matlock. Inoltre, Dylan Llewellyn (Derry Girls) sarà Wally Nightingale, Sydney Chandler (Don’t Worry Darling) sarà Chrissie Hynde ed Emma Appleton (The Witcher) sarà Nancy Spungen. Jones, Boyle e Pearce saranno produttori esecutivi insieme a Gail Lyon, Anita Camarata, Tracey Seaward, Paul Lee e Hope Hartman.
Non esistono al momento dettagli sull’uscita italiana, ma è già stato confermato che la serie arriverà su Disney+.
John Lydon, alias Johnny Rotten, ex cantante dei Sex Pistols, ha recentemente perso la causa contro l’uso delle canzoni della band nella miniserie. Lydon stava sfidando in tribunale i suoi ex compagni di band, Jones e il batterista Paul Cook, che invece avevano acconsentito all’accordo con FX.
Il cantante sosteneva, attraverso il suo legale, che la serie fosse “irrispettosa” e che il libro di Jones dipingesse Lydon “sotto una luce ostile e poco lusinghiera”. Lydon aveva paragonato la situazione alla “schiavitù” in tribunale. Jones e Cook però avevano avanzato una tesi opposta, ovvero che il loro accordo prevedesse la possibilità di prevalere su qualunque veto individuale se fosse stata raggiunta la maggioranza dei membri della band, come in questo caso.