Sky adatterà in una serie di otto episodi M. Il figlio del secolo, il best-seller di Antonio Scurati vincitore del Premio Strega, incentrato sull’ascesa di Benito Mussolini al potere. La serie sarà prodotta da Sky Studios e Lorenzo Mieli con The Apartment Pictures, società del gruppo Fremantle, in collaborazione con Pathé. Stefano Bises (Gomorra, The New Pope, Il Re) scriverà la serie insieme a Davide Serino (Il Re, 1992, 1993).
Come rivela Ansa, la serie “ripercorrerà la storia dalla fondazione dei Fasci Italiani nel 1919 fino al famigerato discorso di Mussolini in Parlamento dopo l’omicidio del deputato socialista Giacomo Matteotti nel 1925”. Seguendo il romanzo di Scurati, la serie esplorerà anche il lato privato di Mussolini, le sue relazioni personali, il rapporto con la moglie Rachele, con l’amante Margherita Sarfatti e con altre figure iconiche di quegli anni. E inoltre “racconterà la storia di un paese che si è arreso alla dittatura e la storia di un uomo che è stato capace di rinascere molte volte dalle sue ceneri”.
Edito da Bompiani nel 2018, M. Il figlio del secolo è stato pubblicato in 46 paesi e ha venduto oltre 600 mila copie. A seguire la sinossi:
Lui è come una bestia: sente il tempo che viene. Lo fiuta. E quel che fiuta è un’Italia sfinita, stanca della casta politica, della democrazia in agonia, dei moderati inetti e complici. Allora lui si mette a capo degli irregolari, dei delinquenti, degli incendiari e anche dei “puri”, i più fessi e i più feroci. Lui, invece, in un rapporto di Pubblica Sicurezza del 1919 è descritto come “intelligente, di forte costituzione, benché sifilitico, sensuale, emotivo, audace, facile alle pronte simpatie e antipatie, ambiziosissimo, al fondo sentimentale”. Lui è Benito Mussolini, ex leader socialista cacciato dal partito, agitatore politico indefesso, direttore di un piccolo giornale di opposizione. Sarebbe un personaggio da romanzo se non fosse l’uomo che più d’ogni altro ha marchiato a sangue il corpo dell’Italia. La saggistica ha dissezionato ogni aspetto della sua vita. Nessuno però aveva mai trattato la parabola di Mussolini e del fascismo come se si trattasse di un romanzo.
Un romanzo – e questo è il punto cruciale – in cui d’inventato non c’è nulla. Non è inventato nulla del dramma di cui qui si compie il primo atto fatale, tra il 1919 e il 1925: nulla di ciò che Mussolini dice o pensa, nulla dei protagonisti – D’Annunzio, Margherita Sarfatti, un Matteotti stupefacente per il coraggio come per le ossessioni che lo divorano – né della pletora di squadristi, Arditi, socialisti, anarchici che sembrerebbero partoriti da uno sceneggiatore in stato di sovreccitazione creativa. Il risultato è un romanzo documentario impressionante non soltanto per la sterminata quantità di fonti a cui l’autore attinge, ma soprattutto per l’effetto che produce. Fatti dei quali credevamo di sapere tutto, una volta illuminati dal talento del romanziere, producono una storia che suona inaudita e un’opera senza precedenti nella letteratura italiana. Raccontando il fascismo come un romanzo, per la prima volta dall’interno e senza nessun filtro politico o ideologico, Scurati svela una realtà rimossa da decenni e di fatto rifonda il nostro antifascismo.