Star Trek: Picard 2, la recensione del primo episodio

Star Trek: Picard 2, la recensione del primo episodio

Di Marco Triolo

La prima stagione di Star Trek: Picard, andata in onda due anni fa, fu una delle poche gioie delle prime fasi della pandemia, un appuntamento con un vecchio amico giocato molto poco sulla nostalgia (a parte qualche affondo di quelli fatti però benissimo) e capace invece di guardarsi avanti come è giusto che sia per una serie di Star Trek. La cosa incredibile è che, al centro di questa complessa storia di intrighi galattici, cospirazioni e avventura, c’era letteralmente una persona anziana. La serie di Kirsten Beyer, Michael Chabon e Akiva Goldsman non ha mai tentato di nascondere l’età di Patrick Stewart, o il fatto che Jean-Luc Picard non fosse più il leone di un tempo. Non a caso Picard si è circondato di nuove reclute nella sua eterna missione nello spazio.

La seconda stagione, il cui primo episodio è ora disponibile su Prime Video, non riprende esattamente da dove avevamo lasciato, ma fa un salto in avanti e ci rivela subito, nel primo episodio intitolato The Star Gazer, il nuovo status quo dei nostri eroi. Picard è tornato a vivere nella sua tenuta in Francia, concentrandosi sulla produzione dei suoi vini (ma con gli occhi incollati come sempre alle stelle). I suoi ex compagni di viaggio Raffi (Michelle Hurd), Elnor (Evan Evagora), Agnes (Alison Pill), Soji (Isa Briones), Sette di Nove (Jeri Ryan) e Rios (Santiago Cabrera) hanno abbracciato i destini tracciati dal finale della scorsa stagione. Un nuovo mistero li riunirà tutti quanti: dopo tutto, nella galassia di Star Trek, l’avventura è a un solo teletrasporto di distanza.

Il mistero ha a che vedere con una minaccia che Picard conosce bene: come già si sapeva, infatti, anche la regina dei Borg (qui interpretata da Annie Wersching) si rifarà viva, stavolta con una strana offerta. Ma i Borg non sono i soli a tornare in scena: Picard dovrà anche affrontare Q (John de Lancie), l’imperscrutabile entità che ha perseguitato lui e l’Enterprise molte volte, e che è ansiosa di tornare a giocare con la vita del suo capitano (ora ammiraglio) preferito.

Come si mescoleranno tutti questi elementi nella serie ve lo lasceremo scoprire. Qui basti dire che il primo episodio mette a frutto l’ottimo lavoro fatto nella prima stagione in termini di costruzione di un nuovo cast: ciascuno dei nuovi personaggi ha un suo carattere ben definito, un suo arco narrativo, una strada che sta seguendo e che verrà interrotta, inevitabilmente, dalla nuova missione. Non ci interessa solo Picard, insomma, ma tutto il nuovo cast, e questo è un buon segnale. In secondo luogo, c’è da segnalare un ritorno al tono più ottimistico che meglio si addice a Star Trek, dopo i conflitti della prima stagione, che ci aveva presentato un’immagine meno idilliaca della Federazione e meno utopica in generale. Qui si torna decisamente a Star Trek, a parte i conflitti interpersonali che Gene Roddenberry non amava, ma che sono imprescindibili in una serie serializzata moderna. Si ritorna a bordo di un’astronave della Flotta (la Star Gazer del titolo), alle uniformi, i design e le scenografie dell’era The Next Generation, anche se giustamente aggiornati.

Difficile parlare della seconda stagione senza fare spoiler, perciò limitiamoci a citare quello che si vede nei trailer: sappiamo che nei prossimi episodi Picard e i suoi torneranno indietro nel tempo fino alla Los Angeles del 21° Secolo. Anche il viaggio nel tempo è un topos della mitologia di Star Trek a cui molti fan sono affezionati, e sarà interessante vedere come verrà utilizzato qui. La speranza è che rimandi almeno un po’ a Rotta verso la Terra, uno dei film più amati e riusciti della saga classica. Sappiamo inoltre che, a parte Q, nella stagione 2 rivedremo almeno un altro personaggio classico: la Guinan di Whoopi Goldberg. E chissà, magari Chabon e compagnia hanno in serbo per noi altre sorprese legate a The Next Generation.

Quello che emerge dal primo episodio di Star Trek: Picard – Stagione 2 è soprattutto il ritratto di un uomo che, nonostante gli acciacchi dell’età (sì, è vero, ora è un sintetico, ma il suo nuovo corpo è stato progettato per essere identico a quello vecchio), è dotato di uno spirito ancora forte e di un bisogno fisico di esplorare, di salpare per il cosmo in cerca di nuove avventure, nuove forme di vita e nuove civiltà. È un messaggio encomiabile contro la discriminazione basata sull’età, all’interno di una saga da sempre contro ogni discriminazione, sia essa etnica o di genere. A ben vedere, non poteva che parlare di questo Picard: del fatto che l’età anagrafica non dovrebbe scoraggiarci dal vivere fino in fondo la nostra vita e godere di ogni istante, cercando sempre cose nuove ed eccitanti. È tutto molto trekkiano.

Star Trek: Picard riparte alla grande con un episodio fedele al canone, ma allo stesso tempo fedele a quanto costruito nella prima stagione. Se la serie proseguirà così, potrebbe anche surclassare la prima stagione.

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