Come succede ogni anno, i pronostici in vista dell’assegnazione delle statuette dell’Academy, danno il via ad una serie di predizioni che rischiano poi di essere smentite alla prova dei fatti.
Di sorprese in effetti la cerimonia ne ha sempre regalate, per quanto forse negli ultimi anni il tutto è apparso un po’ prevedibile è già indirizzato da tempo, vuoi per l’assegnazione dei Golden Globe e altri riconoscimenti sempre più coerenti tra di loro, vuoi anche per una certa sempre maggior presa di posizione politica. Di certo il risultato di disaffezionare il pubblico è stato uno degli effetti collaterali di questo andamento, e si può anche prevedere che la trasmissione in differita di tutta una serie di Oscar dedicati le maestranze, si rivelerà un tentativo inutile e anche poco rispettoso di rialzare gli ascolti di una cerimonia che forse è troppo sposata al divismo e inutili discorsi autocelebrativi. Comunque sia, di certo non mancano titoli di valore e interpreti d’eccezione, su cui concentrarsi per capire chi tra di loro avrà il più alto riconoscimento che un artista cinematografico possa avere in carriera.
Sicuramente l’aver allargato a 10 il numero delle pellicole candidate alla statuetta per Miglior Film, se da una parte ha aumentato la sensazione di abbondanza della qualità, dall’altro appare sicuramente un po’ dispersivo è anche inutile, visto che ormai la statuetta pare essere già assegnata da tempo.
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Difficile che sfugga ha Jane Campion e al suo Il Potere del Cane, che tanta abbondanza di premi può rivendicare a partire da quando è stato presentato alla Biennale di quest’anno. Gli unici che potrebbero sovvertire una vittoria già annunciata sono Belfast di Branagh e soprattutto CODA di Sian Hader che sta recuperando molte posizioni. Ma sarà dura.
La Campion appare però davvero senza rivali per quello che riguarda la Regia, un elemento che anche i detrattori del suo film hanno posto tra gli elementi di merito. Un’alternativa desiderabile potrebbe essere il nostro Signore e Padrone Steven Spielberg con il suo West Side Story, ma è chiedere davvero troppo alla sorte e alla meritocrazia hollywoodiana.
Sicuramente una delle categorie che al momento sta facendo più discutere quella del Miglior Attore Protagonista, visto che tutto appare pronto per incoronare Will Smith, protagonista di King Richard. Se contasse la realtà dovrebbe agguantarla il monumentale Denzel Washington capace in MacBeth di mandare tutti a casa o per i più teneroni Andrew Garfield per Tick,Tick…Boom! ma c’est la vie. Forse la categoria più chiacchierata ad oggi e quella di Migliore Attrice Protagonista, in virtù soprattutto di un’assenza davvero scandalosa è inaccettabile: quella di Jodie Comer, che in The Last Duel di Ridley Scott aveva palesemente mandato tutte le altre a casa come si suol dire.
Neppure inclusa nelle migliori cinque, a favore della comunque brava Jessica Chastain per il mediocre e retoricissimo Gli Occhi di Tammy Faye, sorta di revisionismo femminista per la Wanna Marchi americana. I fan della Lady D di Kristen Stewart però non demorderanno fino all’ultimo .
Miglior Attore Non Protagonista c’è tanta carne al fuoco, tanta qualità. Però diciamocelo: il non udente Troy Kotsur per CODA lo merita alla grandissima. Alternative? Realisticamente nessuna, teoricamente forse un pochino può giocarsela Jesse Plemons per Il Potere del Cane. Ma si parla di fantascienza pura.
Miglior Attrice Non Protagonista è forse quella che darà più fastidio visto che la favoritissima Ariana DeBose in West Side Story appare la classica operazione politically correct. Brava ma manco da nomination e pure qui la Comer si aggira come uno spettro, visto che si era cercato di metterla tra le papabili finaliste (già un insulto di sé visto il ruolo ricoperto nel film di Scott). Jessie Buckley de La Figlia Oscura è l’unico altro nome su cui metterei un dollaro.
Sceneggiatura Originale invece la cosa è interessante. Branagh con il suo Belfast, P. T. Anderson per Licorice Pizza sono i due in pole. A chi ama gli outsiders forse piacerebbe però vedere Eskil Vogt e Joachim Trier per La Persona Peggiore del Mondo.
Sulla Miglior Sceneggiatura Non Originale il match è tutto tra donne: CODA di Sian Heder, Il Potere del Cane della Campion e infine La Figlia Oscura della Gyllenhaal, che dopo il premio a Venezia rischia di vincere pure qui per l’elemento in realtà più carente del suo primo film da regista: miracoli delle quote cinematografiche.
L’Italia farà il tifo per Sorrentino naturalmente. Il Miglior Film Internazionale lo ha già vinto con il da noi tanto divisivo La Grande Bellezza, ma ripetersi è alquanto duretta. Drive My Car di Ryūsuke Hamaguchi quest’anno non lo batte nessuno e anche fosse ci sta La Persona Peggiore del Mondo di Trier.
Un po’ di Italia anche nell’Animazione: Luca di Enrico Casarosa ha poche speranze contro il mediocrissimo ma pompatissimo Encanto di Howard e Bush, per quanto in un mondo giusto lo vincerebbe Flee di Jonas Poher Rasmussen che però al 90% si porterà a casa la statuetta per Miglior Documentario.
Nei tecnici teoricamente dovrebbe fare la voce grossa Dune del sempre raffinato Villeneuve, che una candidatura alla Regia la meritava a mani basse. Fotografia, Montaggio, Scenografia, Costumi, Colonna Sonora (pure qui Encanto potrebbe scippare), Suono, Effetti Visivi dovrebbero essere roba sua. Trucco se la gioca con Gli Occhi di Tammy Faye, ma tanto saranno registrati e trasmessi quando si prevede che il grosso del pubblico sia già fuori portata. O no? Chissà che combinerà poi Billie Eilish quando la premieranno per la sua orrenda canzone per No Time To Die.
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