Jackass Forever è un malinconico tuffo nel passato, la recensione

Jackass Forever è un malinconico tuffo nel passato, la recensione

Di Giulio Zoppello

Se appartenete alla generazione millennial, allora avete avuto sicuramente un rapporto molto intimo con quello scrigno di meraviglie che era MTV. Al tempo ci potevi trovare di tutto, serie anime, cartoni su star dello spettacolo che si picchiavano a sangue, musica quando ancora ce n’era di gustosa e poi qualcosa come Jackass, senza ombra di dubbio il programma più demenziale, pecoreccio e irriverente della storia del piccolo schermo, capace di  condizionare interi pomeriggi e serate.

Ora, vent’anni dopo i giorni di gloria, la stessa banda di sfigati pronti a tutto, torna per una riunione, per un film, Jackass Forever, che se non altro porta un po’ di brio nelle nostre sale, ormai strangolate dalla noia.

Il ritorno della Banda



I loro nomi sono leggenda, le loro gesta sono state imitate da sconsiderati che sovente sono finiti in ospedale, per aver osato pensare di poter replicare le loro esibizioni, di avere lo stesso sprezzo del pericolo, la loro insensibilità al dolore e soprattutto al ridicolo. 
Ma ve li ricordate mentre si cimentavano in fatiche che avrebbero sicuramente messo la prova anche Eracle? O fatto vergognare anche il più folle tra gli stuntmen e attori a luci rosse?

Jackass fu creato a suo tempo da Johnny Knoxville, Spike Jonze e Jeff Tremaine, con uno scopo ed uno soltanto: seminare risate ed orrore, facendo le schifezze e assurdità più impensabili, che guarda caso quasi sempre avevano a che fare o con animali pericolosi, o con colpi nei genitali, o con flatulenze. 
Il tutto poi era una sana decostruzione del mito machista e perfezionista americano, che in realtà gli anni ’90 non avevano per nulla scalfito a forza di film di Michael Bay e Roland Emmerich.


Beh, ecco che oltre a Johnny, imbiancatosi notevolmente in testa come il mitico Steve-O, arrivano Chris Pontius, Jason Acuna, Ehren McGhehey, Dave England, Preston Lacy più qualche altra fresca new entry, prelevata tra quei degenerati deviati che Jackass ha creato a suo tempo. 
Sarà il pretesto naturalmente per la creazione di un viaggio indietro nel tempo, quando non esisteva il politically correct, quando in televisione in prima serata potevi far vedere di tutto, ivi compresi ragazzi che si lanciavano sui cactus, che cercavano di incendiare i peti o mettersi meduse in testa. 
Qui le cose non sono meno assurde, ma soprattutto non sono meno pericolose, tra tori infuriati, orsi affamati, tarantole sul viso e campioni di MMA che sferrano pugni a tutta forza sui gioielli di famiglia. 
Ma perché tutto questo? Per noi ovviamente.

L’eccesso e il successo



Il confine tra assurdo, grottesco e il divertente in Jackass è sempre stato sostanzialmente inesistente, ivi compreso un amore per il kitsch e la materializzazione delle fantasie adolescenziali e giovanili più stupide, che la faceva da padrone.


Oscar Wilde sosteneva che nulla poteva avere tanto successo come l’eccesso, e valeva i tempi della annoiata, snob e crudele Inghilterra vittoriana, come allora, all’alba di questo terzo millennio in cui devi saper soppesare ogni battuta, ogni scherzo, ogni gag per non incorrere nel rischio di chi ti si scaglia addosso brandendo la propria ipersensibilità.
Paradossalmente però, Jackass Forever questo rischio lo tiene ben distante da sé, dal momento che tutto quello che vediamo, in un clima apertamente inclusivo, multiculturale e paritario, sono una banda di gonzi con alcuni dei fisici meno atletici e accattivanti della storia. 
Tutti assieme si sottopongono a vere e proprie torture, cercano di sfidare in più di un’occasione la sorte, a volte rischiano letteralmente la vita semplicemente per poter dire di averlo fatto.


Eppure, al netto delle risate, delle assurdità, di vedere chili di api appese alle parti bassi di Steve-O, smutandate collettive, giostre pro-vomito e morsi di serpente sul viso, surf umani e avvoltoi che uncinano i genitali (che sorpresa eh?) vi è anche un’enorme malinconia nel vederli tutti assieme, pieni di rughe, protesi dentarie, senza capelli o con quel sorriso appannato. 
Il primo motivo è che su tutto e tutti domina la presenza di Ryan Dunn, morto in un incidente stradale nel 2011, senza poi tenere conto dell’enorme elenco di problematiche legate ad alcol, droghe e depressione che molti membri della crew hanno dovuto affrontare nella loro vita.

Il fantasma della gioventù passata



Ma vi è anche altro. Li vediamo per come ci sentiamo: invecchiati senza preavviso, noi che magari pensavamo di esserci già sistemati con un lavoro fisso e famiglia. E può essere altamente destabilizzante, perché ci riporta alla memoria un’epoca incredibilmente più genuina, libera e spensierata.


Jackass da molti punti di vista è stato indicato come l’apice di popolarità di MTV, poco prima che andasse incontro ad un’involuzione e distruzione della sua genuinità che col tempo la resero lo spettro di ciò che era, tra reality su ragazze incinte, tamarri da spiaggia e compagnia bella. 
Quelli sì che erano orrori, non certo Johnny e i suoi scherani. Alla fin fine, tenendo conto di quante ne hanno passate questi ragazzi assieme, delle ferite fisiche e morali, di un legame che è durato più di tantissime delle nostre amicizie, è innegabile che venga anche il magone.


Non si può non pensare alla gioventù perduta, a quanto onestamente paiono forse ridicoli nel fare le stesse cavolate che  magari anche noi abbiamo provato ad imitare, per nostra fortuna senza gli esiti letali capitati di alcuni adolescenti ai bei tempi.


Forse la realtà è che Jackass Forever è soprattutto un sottolineare come questo Show sia sempre piaciuto perché parlava di amicizia, intesa non come stare a parlare del senso della vita con un bicchiere in mano fuori da un bar noioso. No, l’amicizia che vedevamo era quella di chi voleva viverla, assieme, spericolatamente, infischiandosene di tutto e di tutti, del buon gusto e del decoro. 
Non abbiamo più 15 o 20 anni però, e la “maturità” ci ha presi, siamo bene o male cresciuti con l’idea che ad una certa avremmo dovuto diventare “seri”, per quanto poi il mondo non ci permetta di esserlo e scopriamo ogni giorno che passa, che l’idea di non poter più fare certe cose dopo i 20, sia ingiusta. 
Ma non sarebbe piuttosto valsa la pena mollare tutto, mettersi a cavallo di un toro infuriato, nuotare con gli squali o farsi pungere dagli scorpioni, piuttosto che abbracciare questa monotonia che chiamiamo vita normale? Lunga vita a Jackass. Chi lo ha vissuto lo ricorderà finché avrà vita, voi 2000 invece non sapete che vi siete persi.

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