Il Meglio di Jessica Chastain in 5 personaggi

Il Meglio di Jessica Chastain in 5 personaggi

Di Giulio Zoppello

Inutile negarlo: Jessica Chastain, nata a Sacramento esattamente 45 anni fa, è una delle attrici più poliedriche, amate e ammirate del mondo, un successo che in realtà è arrivato relativamente tardi rispetto agli standard hollywoodiani, in virtù di una difficoltà che incontrò nel trovare chi credesse in lei, nonché della sua bellezza particolare e sicuramente diversa dai canoni.


Oggi, con diverse candidature agli Oscar e Golden Globe, può rivendicare il ruolo di una delle principali interpreti della sua generazione, capace di andare oltre la mera dimensione di sex appeal o divistica, Jessica Chastain in questi cinque film dove ha interpretato cinque personaggi di enorme spessore.

Zero Dark Thirty

Col tempo la connessione con la realtà di questo film intenso, ipnotico e opprimente, sulla modalità attraverso la quale si è arrivati all’individuazione ed infine all’eliminazione di Osama Bin Laden, è stato sicuramente ridimensionato anche grazie a The Report di Scott Burns,
 tuttavia non è assolutamente errato sostenere che l’interpretazione di Jessica Chastain in Zero Dark Thirty sia una delle più potenti viste sul grande schermo da parte di un interprete femminile nel XXI secolo, anche grazie all’ottima regia di Kathryn Bigelow (non esattamente l’ultima arrivata).


Maya Harris rimane senza ombra di dubbio uno degli agenti segreti più realistici, affascinanti e complessi che si siano mai visti, soprattutto perché è una donna circondata da uomini che bene o male, non riescono a nascondere il paternalismo e anche il machismo in virtù del quale cercano sempre di metterla in un angolo, la zittiscono o la prendono ben poco seriamente.


Jessica Chastain compì un vero e proprio miracolo di equilibrio, dal momento che questa donna, costantemente chiamata a confrontarsi con la morte, il pericolo e gli orrori di una guerra al terrore ributtante e monotona, non è esattamente una brava persona. 
Maya non è neppure lontanamente un’eroina, eppure è impossibile non rispettarla per la sua coerenza, la fedeltà a sé stessa e alla sua missione, l’adamantina determinazione con cui insegue il suo obiettivo.


Zero Dark Thirty è ancora oggi indicato come il film simbolo di cosa è stato quel ributtante inferno dal 2001 in poi, e ha in lei anche un’immagine incredibilmente potente di che cosa significa confrontarsi quotidianamente con il male. Sia quello che è amico sia quello creato dal tuo stesso fronte per combatterlo.
Segugio dall’istinto ferale, è però anche una donna dotata di sentimenti, che è chiamata professionalmente a dover sovente soffocare e reprimere, su tutti anche la sua vita sentimentale.



The Tree of Life

The Tree of Life è sicuramente uno dei film più potenti e poetici mai fatti da Terrence Malick, ma è anche il film che ha permesso Jessica Chastain di imporsi agli occhi della critica in modo assolutamente centrale, di dimostrare la sua straordinaria bravura di interprete alle prese con uno script tutt’altro che semplice.


Qui, nei panni della madre del protagonista Jack O’Brien, diventa sostanzialmente il fulcro dell’iter tematico scelto da Malick, simbolo di quella via della Grazia che si contrapponeva in modo perfetto alla via della Natura, fatta di prevaricazione e violenza, simboleggiata da Brad Pitt.


Dolce, premurosa, sensibile e piena di empatia, è il simbolo più forte dell’iter di ricerca connesso ad Heidegger voluto da Malick ed assieme Il volto più realistico e sconsolato della violenza subita dal mondo femminile per mano di quell’universo che oggi tendiamo definire come patriarcale nella Storia. 
Ma vi è più di questo, la sua è la madre per eccellenza, dotata di infinita pazienza, sempre pronta a difendere i figli anche contro le prepotenze del proprio marito, da cui è sostanzialmente divisa da ogni cosa se non dalla necessità di tenere assieme quel nucleo familiare fatto comunque di dolore e contrapposizione. Interpretazione incredibilmente intensa la sua, che la vide candidata o premiata in tantissimi festival di grande importanza ed in cui riesci a connettersi anche ad una visione della religiosità, intesa come amore universale, come capacità di entrare in armonia con tutto ciò che ci circonda e di farsi un motore di un’azione antitetica rispetto al puro materialismo e prevaricazione.


Sarà in fondo soprattutto grazie a lei che il consorte infine lascerà da parte la violenza e l’idea di forza per abbracciare quella di amore verso gli altri.



Molly’s Game

Molly’s Game di Aaron Sorkin è senza ombra di dubbio uno dei film sull’emancipazione femminile più originali, disturbanti e affascinanti degli ultimi anni, basato sulle memorie di Molly Bloom, spregiudicata, bellissima e ambiziosa organizzatrice di tornei high stakes di poker a New York, finita al centro di un intrigo complicato e torbido tra mafia, vip, indagini dell’FBI e tradimenti.

Jessica Chastain fu semplicemente straordinaria nel dipingere una donna dotata di una forza di volontà, un’ambizione e una spregiudicatezza incredibili, semplicemente incapace di arrendersi di fronte alle leggi spietate di un universo machista, sessista, abitato da uomini pomposi, arroganti, materialisti e privi di ogni dignità.
Ex sciatrice dal roseo futuro naufragato a causa di un infortunio, Molly, grazie alla sua interpretazione, diventò un simbolo di rivalsa delle donne nella solo apparentemente moderna ed emancipata società newyorkese, abitata da miliardari bugiardi, mafiosi violenti e in generale da uomini schiavi della cultura della performance della conquista. 
Lei, armata di una sensualità prorompente e irriverente, scevra però da ogni elemento sentimentale o sessuale nella sua vita, si aggira con fare feroce e per certi versi incredibilmente incauto, tra tavoli da poker, in una vita vissuta a 100 all’ora e un conflitto eterno con la figura del padre, interpretato da un bravissimo Kevin Costner.
Candidata ad un Golden Globe, Jessica Chastain fu bravissima però anche nel mostrare le incredibili fragilità, il dolore e le mille difficoltà che questa donna per certi versi incredibilmente controversa ed affascinante ha dovuto affrontare. Su tutte la dipendenza da droghe e alcol, la solitudine, l’impossibilità di fidarsi veramente di qualcuno, anche delle altre donne di cui si circondò, il nome di una solidarietà femminile che questo sorta di Heist Movie atipico pian piano distrugge, così come il concetto stesso di sogno americano.

Gli Occhi di Tammy Faye

Gli Occhi di Tammy Faye fin dalla sua Premiere presso il Festival di Toronto ha diviso il pubblico e la critica, tra chi ci ha visto un biopic retorico ed assolutorio verso una delle figure femminili più controverse del suo tempo, e chi una perfetta disamina dell’America bigotta e conservatrice innamorata della propria ipocrisia.


Tuttavia è fuor di dubbio che Jessica Chastain possa guardare da favorita i prossimi Oscar che si terranno da qui a pochi giorni, proprio in virtù di una interpretazione eccezionale, nei panni proprio di lei, di Tammy Faye Messner, moglie Jim Bakker. La Messner fu co-fondatrice con il consorte di un vero e proprio Impero mediatico, politico ed economico, che portò entrambi a diventare il simbolo stesso del movimento evangelico e della destra più religiosa e ultra conservatrice negli Stati Uniti.

In mano alla Chastain, Tammy Faye è diventata una donna assediata da un’infelicità totale, vittima di un rapporto matrimoniale tossico, manipolatorio e pieno di bugie, complice di una truffa durata diversi anni ai danni di milioni di americani. Eppure nonostante questo, fu capace se non altro di dimostrare empatia, coraggio e sensibilità, in particolare verso la comunità LGBTQ e chi era affetto da AIDS, all’epoca considerata da molti quasi una punizione divina per gli omosessuali.


Gli Occhi di Tammy Faye è per molti versi un film anche fastidioso, per come cerca in un certo senso di dividere male e bene tra questi due personaggi in modo netto, descrivendo questa truffatrice quasi come una complice inconsapevole. Tuttavia non si può assolutamente negare come non tanto grazie ad un make-up invasivo, ma soprattutto ad un uso della voce e dell’espressività di enorme e caratura, Jessica Chastain ci abbia donato un ritratto potentissimo del concetto di infelicità causata da sé stessi.


Una delle migliori interpretazioni femminili del 2021 e di certo una che merita di rientrare tra le sue migliori cinque.

The Help



Tate Taylor in The Help è stata capace nel 2011 di donarci uno dei film più belli sul razzismo e l’intolleranza del XXI secolo, un’opera corale tutta al femminile di grandissima potenza emotiva e in grado di offrire personaggi articolati e distanti dalla norma.


Jessica Chastain si guadagnò la sua prima nomination all’Oscar nei panni di Celia Foote. Nel Mississippi dell’America scossa dalle lotte di Martin Luther King per i diritti civili, in cui la segregazione e il razzismo erano ancora l’ordine del giorno, The Help bene o male divideva il mondo a metà: da una parte le donne afroamericane sfruttate e trattate come oggetti, dall’altra la borghesia bianca razzista, bigotta e perbenista, di cui proprio Celia era una isolata ma importantissima eccezione.


Dolce,  comprensiva, sensibile, assolutamente scevra di ogni razzismo o pregiudizio verso gli afroamericani, grazie a Jessica Chastain diventò bene o male un simbolo di come anche in uno degli Stati più razzisti degli Stati Uniti, fosse comunque possibile trovare delle persone bianche per bene, vittime anch’esse dell’incredibile arretratezza nel tempo.


Celia non è una donna che provenga da una famiglia ricca o importante, le sue umili origini, così come la totale mancanza di malizia spregiudicatezza, la condannano ad essere isolata ed emarginata dalle altre donne dell’alta società, mosse ad odio nei suoi confronti anche per essersi sposata con l’aitante Johnny, l’uomo più desiderato di Jackson.


Ma al di là del sorriso, della bellezza, dei vestiti pittoreschi e di quella chioma cotonata di cui fa sfoggio impunemente, Celia però si fa portatrice anche di una dimensione di dramma esistenziale profonda, connessa alla impossibilità di diventare madre, ma più ancora ma alla dimensione di totale sottomissione in cui vivevano le donne a quel tempo. Erano costrette a badare solo alla casa, alla prole e ai mariti, senza alcuna possibilità di rivendicare una vera realizzazione come oggi la concepiamo.

LEGGI ANCHE

Ariana Greenblatt entra nel cast di Fear Street: Prom Queen 28 Marzo 2024 - 13:45

Pur non essendo stata annunciata da Netflix, anche Ariana Greenblatt fa parte del cast di Fear Street: Prom Queen.

Katy O’Brian entra nel cast di Mission: Impossible 8 28 Marzo 2024 - 12:30

Dopo l'acclamato Love Lies Bleeding, Katy O’Brian entra nel cast di Mission: Impossible 8, le cui riprese sono in corso.

Star Trek: la sceneggiatura del nuovo film passa a Steve Yockey 28 Marzo 2024 - 11:30

Steve Yockey, noto per essere il creatore della serie televisiva The Flight Attendant, scriverà la sceneggiatura di Star Trek 4.

Abigail, alla scoperta dei set con Kathryn Newton 28 Marzo 2024 - 10:30

Kathryn Newton ci accompagna sul set di Abigail nel nuovo video promozionale dell'horror targato Radio Silence.

X-Men ’97 – Episodio 3: omaggi e citazioni 28 Marzo 2024 - 8:31

Curiosità, riferimenti, easter egg e omaggi ai fumetti nel terzo episodio di X-Men '97.

Kong contro Mechani-Kong: l’altro King Kong giapponese – Godzillopedia capitolo 4 26 Marzo 2024 - 8:00

Il secondo film della giapponese Toho dedicato a King Kong: Kong contro Mechani-Kong.

X-Men ’97 è una bomba (la recensione senza spoiler dei primi tre episodi) 20 Marzo 2024 - 8:01

X-Men '97 è la migliore cosa che potesse capitare a un vecchio fan dei mutanti Marvel, animati, a fumetti o entrambe le cose.

L'annuncio si chiuderà tra pochi secondi
CHIUDI 
L'annuncio si chiuderà tra pochi secondi
CHIUDI