La Generazione Z(endaya) raccontata dalla seconda stagione di Euphoria

La Generazione Z(endaya) raccontata dalla seconda stagione di Euphoria

Di Gian Marco Novelli

Nata dalla penna di Sam Levinson ed in onda sulla rete via cavo HBO, fin dal suo debutto, Euphoria ha dimostrato di non essere un teen drama convenzionale, non tanto per le tematiche affrontate (abbastanza comuni nel genere) ma per il modo in cui vengono raccontante. Nei teen drama è abbastanza ordinario, infatti, parlare di ragazze problematiche che fanno uso di alcol e droghe, un esempio su tutti Marissa Cooper di The OC, ma in Euphoria tutto ha una connotazione maggiormente reale e meno artefatta. Più che un teen drama, sembra quindi rifarsi al genere dello young adult. Sam Levinson è riuscito in pochissimi episodi a dare non solo una visione più adulta di tematiche adolescenziali, ma anche a realizzare una grande opera d’arte, attraverso regia e fotografia poco comuni per una serie televisiva. La seconda stagione, arrivata su Sky e NOW in contemporanea con gli Stati Uniti, consacra definitivamente la serie come uno dei prodotti di maggior successo in questi ultimi anni.

Zendaya ma non solo

La stagione si apre dopo due episodi speciali focalizzati sull’introspezione dei due personaggi cardine dello show: Rue e Jules. È sempre la voce di Rue interpretata da Zendaya, attrice rivelazione degli ultimi anni, che narra la storia ma questo nuovo ciclo di episodi fin da subito si è mostrato meno Rue centrico e più corale. È presente il suo flusso di coscienza, che accompagna gli spettatori in tutte le vicende dei vari personaggi, ma sembra meno invadente e didascalico. Forse perché i personaggi sono già ben conosciuti dal pubblico? Oppure perché gli episodi speciali hanno avuto il compito di far capire maggiormente le psicologie di Rue e Jules, dando così la possibilità agli sceneggiatori di focalizzarsi maggiormente sugli altri protagonisti della storia? La dimostrazione di ciò è rappresentata dalla trama che ha più appassionato gli spettatori, il triangolo amoroso tra Cassie, Nate e Maddy. Un ragazzo conteso tra due migliori amiche, un tipo di trama, che fin dai tempi di Beverly Hills 90210 sembra fare colpo tra i fan del genere. Nate è però un ragazzo fin troppo problematico, forse il villain dell’intera serie, e non fa nulla per dimostrare di essere una persona migliore. Non stupiscono, quindi, i suoi comportamenti deviati nei confronti delle due ragazze che invece provano un reale sentimento nei suoi confronti. Altri personaggi che hanno avuto maggiore spazio sono Lexi e Fezco. Fin dalla festa di Capodanno, durante il primo episodio, è palese il feeling e l’attrazione tra i due. Fezco è, però, uno spacciatore mentre Lexi una studentessa timida, sempre tra le retrovie delle vicende che coinvolgono i suoi amici. Questa seconda annata concede dignità ai due personaggi, facendoli conoscere maggiormente al pubblico, anche grazie alla chimica dei due attori (Angus Cloud e Maude Apatow). Interessante notare come personaggi secondari nella prima stagione siano diventati sempre più importanti in questa seconda. Si può, quindi, considerare una scommessa vinta.

Rue e quel sottile confine tra vita e morte

Come detto, i nuovi episodi sono meno Rue centrici ma la protagonista della storia non viene mai messa in discussione. Nel finale della scorsa stagione Rue viene nuovamente travolta dal tunnel della droga, tutta la prima parte del nuovo ciclo ruota intorno alle conseguenze di questo avvenimento. Nel primo episodio Rue conosce Elliot, un ragazzo tossicodipendente che aggraverà la sua fragile situazione. Nonostante il ritrovato amore con Jules, Rue non riesce a smettere di fare uso di sostanze stupefacenti; la dipendenza è più forte del suo cuore, della sua testa. La protagonista è felice ma allo stesso tempo depressa, conscia di non aver ancora superato la morte di suo padre, causa scatenante della sua prima dipendenza. Tutti i suoi traumi interiori convogliano nel quinto episodio dove Rue, in evidente crisi d’astinenza, si trova di fronte ad un ennesimo pronto intervento da parte delle persone a lei più care. L’episodio procede come un film gangster, in cui Rue scappa dalla sua famiglia e dalla polizia, una performance davvero molto forte da parte di Zendaya che probabilmente la porterà ad essere nominata nuovamente agli Emmy Awards come Miglior attrice protagonista in una serie drammatica, premio già vinto nel 2020 per la sua interpretazione nella prima stagione.

Estetismo fonte primaria del successo

Se nella prima stagione Euphoria veniva acclamata per una fotografia caratterizzata spesso dal colore viola, in questa seconda la serie si eleva anche dal punto di vista “artistico”. Sono numerosi, infatti, i chiaro/scuri che si notano fin dal primo episodio, emblematico il countdown che nella premiere traghetta i personaggi verso il nuovo anno. Una scena caratterizzata da numerosi flash luminosi che si contrappongono all’oscurità, come se Sam Levinson volesse comunicare che in ognuno dei personaggi, da lui creati, convivano sia il bianco che il nero. I personaggi non sono solo positivi o negativi, come forse l’intera umanità, non esistono in loro solo il bianco o il nero ma anche il grigio. Ce lo dimostra il personaggio di Cal Jacobs che non emerge soltanto come orco cattivo, ma anche come persona costretta da giovane a reprimere la propria omosessualità a favore di una vita che a lui davvero non apparteneva. L’estetismo è, quindi, parte integrante della narrazione, non un mero esercizio stilistico da parte del regista. È come se Levinson volesse far immergere totalmente gli spettatori nella psicologia dei personaggi, non solo per ciò che concerne la trama ma anche per ciò che riguarda le tecniche di realizzazione. Ciò è dimostrato anche dalla colonna sonora della serie, capitanata nuovamente dal cantautore Labrinth. Questa funziona, soprattutto, perché riesce a combinare successi del presente, come dimostrano le tracce musicali di Labrinth, e del passato, come ad esempio “Drink Before the War” ascoltata da Cal nel bar omosessuale dove era solito andare con il suo primo amore.

Teatro, dove tutto è finto ma niente è falso

Il finale è diviso in due parti, settimo ed ottavo episodio; la prima parte si concentra sulla messa in scena dello spettacolo, ideato da Lexi, per il teatro scolastico mentre la seconda sulle reazioni dei personaggi. Già dal titolo “Our Life” si capisce che Lexi ha deciso di portare in scena la sua vita ma anche quella di tutti i suoi amici, una scelta coraggiosa che conferma il desiderio di non voler vivere più nell’ombra degli altri. Tra applausi, commozione, risate e rabbia, diverse sono le reazioni. Ogni personaggio è costretto a guardarsi interiormente davanti alla verità nuda e cruda, che loro stessi si ostinavano a non voler vedere. La parte più interessante si ha quando il teatro lascia, inconsapevolmente, spazio ad un’operazione di metateatro con Cassie, appena lasciata da Nate, che in preda ad una crisi isterica irrompe sul palco gridando contro la sorella per ciò che ha portato in scena. Altro snodo cruciale dell’episodio è sicuramente quello riguardante Fezco e suo fratello Ash che, dopo essere stati incastrati da Custer, si trovano alla resa di conti finale con la polizia. Molto sangue viene versato e sarà proprio Ash a sacrificarsi per salvare suo fratello, che verrà comunque arrestato dalla polizia. Ciò che sembra funzionare meno è l’arresto di Cal dopo la denuncia di Nate, forse un evento così importante per entrambi i personaggi avrebbe meritato maggior spazio e non di essere ridotto ad una sola scena. Dopo aver lasciato andare definitivamente Jules, la scena finale dell’episodio ci mostra Rue, finalmente sobria ed in pace con sé stessa, uscire dai corridoi bui della scuola per abbracciare la luce del sole. Una scena estremamente simbolica, in cui si vuole enfatizzare il percorso fatto dalla protagonista nel corso degli 8 episodi. Anche la canzone con cui si chiude la stagione, cantata come nel finale della prima da Zendaya e Labrinth, sembra voler dimostrare la pace ritrovata dalla protagonista.

Euphoria è una serie che non ti aspetteresti di trovare su HBO, non è una Game Of Thrones e neanche una Succession, è una serie che sembra prendersi gioco dei teen drama del passato come Dawson’s Creek ma anche a quelli del presente come Sex Education (sua nemesi). La serie è stata inoltre rinnovata dalla stessa HBO per una terza stagione che arriverà nel 2024, in Italia è disponibile su Sky e su NOW.

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