SerieTV News

Don Matteo: tutto quello che dovete sapere sulla stagione 13… e l’addio di Terence Hill

Pubblicato il 31 marzo 2022 di Marco Triolo

Don Matteo torna con la sua tredicesima stagione e, praticamente, diventa spin-off di se stessa. Sembra una battuta, ma in realtà è davvero così: dal quinto episodio, Raoul Bova prenderà il posto di Terence Hill alla guida della serie, e il suo personaggio si chiamerà Don Massimo. Una scelta curiosa: gli autori avrebbero potuto optare per un nuovo Don Matteo, un caso di omonimia che avrebbe permesso di proseguire fischiettando allegramente. Forse la scelta è dovuta anche al rispetto verso l’insostituibile Terence Hill, senza il quale Don Matteo non sarebbe diventata il fenomeno di ascolti che è stata.

Non a caso, quando Hill ha girato la sua ultima scena dopo vent’anni e più di 250 puntate, il produttore Luca Bernabei ha dichiarato:

È vero, Terence ci lascia ma vogliamo interpretare questa frase non in senso negativo ma anche e soprattutto in senso positivo. Vogliamo pensare all’eredità che Terence ci lascia in termini appunto di dedizione, fedeltà e soprattutto di amore per DON MATTEO e per tutti i telespettatori che in questi 20 anni ci hanno seguito. Oggi dobbiamo essere all’altezza del mito che non ci lascia ma come un padre ci guarda da lontano e ci osserva crescere. Consapevoli dell’eredità di Terence, abbiamo il dovere di impegnarci ancora di più e di portarla avanti con la massima dedizione e responsabilità. Lo dobbiamo ai milioni di italiani che guardano la serie e a Terence. A lui vogliamo dire ancora una volta… GRAZIE TERENCE HILL.

Il regista Jan Michelini, che ha diretto trentacinque episodi della serie, ha dichiarato a SuperGuidaTV:

Il suo addio alla serie segna la fine di un’epoca, ma Terence ci dà una testimonianza di un incredibile spirito che è rimasto giovane e che lo rimarrà per sempre. Ha sempre dimostrato di essere professionale oltre che un esempio umano per tutti noi. Sono convinto che Terence farà molto altro dopo Don Matteo.

Quindi era molto difficile rimpiazzarlo, e si è optato per uno spin-off in corsa, forse con l’idea di lanciare, il prossimo anno o giù di lì, la prima stagione di Don Massimo. Funzionerà? Difficile dirlo, considerando quanto Terence Hill, come dice la stessa Lux Vide (che produce la serie con Rai Fiction), sia un “MITO”. Il suo è un volto rassicurante che sa unire più generazioni, dai ragazzini cresciuti con gli sganassoni di Bud e Terence in TV alla leggendaria casalinga di Voghera. E Raoul Bova?

Raoul Bova è indubbiamente uno che piace. Non è stato scelto male, in effetti. Anche perché, oh, se Terence Hill poteva vantare il ruolo di Don Camillo in curriculum, Bova ci ricorda, con straordineria umilté, di aver interpretato giusto il frate più famoso della Storia:

Don Matteo è una sorta di padre spirituale del mio Don Massimo. Il mio personaggio ha alle spalle un passato misterioso, una storia travagliata, violenta, ha sfiorato la morte ed è arrivato ai suoi 40 anni senza mai indossare una tonaca da prete. Però, l’incontro con il parroco investigatore, gli cambia la vita. Il mio prete è alla ricerca di sé stesso, forse avrebbe preferito fare il missionario in qualche lontano paese. E, al suo primo incarico in una parrocchia, con una vocazione travagliata, abbraccia la fede con una spiritualità francescana: è un prete della terra, contadino, abituato a sporcarsi le mani, più propenso a stare tra gli ulivi umbri, dove è girata la serie, che a rinchiudersi dentro quattro mura. D’altronde ho avuto modo, anni fa, di interpretare proprio San Francesco.

Scherzi a parte, Raoul Bova dovrà lavorare il doppio di Terence Hill, che all’epoca del suo esordio in Don Matteo era già una leggenda vivente. Da un certo punto di vista, Bova è un attore migliore di Hill, ha una formazione più canonica e un range che gli servirà tutto per controbilanciare l’ovvia differenza di carisma. Hill era un interprete più limitato, ma che, appunto, sapeva comandare la scena con la sua sola presenza.

Fa un po’ ridere che, nel poster diffuso di recente, Bova appaia a cavallo di una motocicletta accanto a Hill con la sua bici d’ordinanza. Sembra la classica mossa disperata con cui si tenta di svecchiare a tavolino una serie inserendo elementi “ggiovani” fuori tempo massimo (viene subito in mente Pucci, il cane di Grattachecca & Fichetto). Verrebbe da dire: per il target di Don Matteo un prete in moto è evidentemente ancora un elemento rivoluzionario. Ma poi scopriamo che la serie va forte anche tra i giovani, con uno share del 32% tra i bambini dagli 8 ai 14 anni, e del 29% tra i ragazzi dai 20 ai 24 anni per Don Matteo 12. Eppure tutto, in una serie come questa, deve essere classico, canonico e digeribile da una grande massa di persone. Vengono anche in mente i fumetti della Bonelli, che ci hanno messo 450 anni a passare dal “voi” al “lei”. C’è una fetta di pubblico che cerca prodotti classici e, finché ci sarà, questi prodotti resisteranno al cambiamento.

La tredicesima (e ultima?) stagione di Don Matteo continuerà, dunque, “a volgere lo sguardo su tematiche di attualità che interessano la società e il nostro modo di vivere, mettendone in luce problematiche morali e contraddizioni, senza mai perdere la speranza e la serenità caratteristiche della serie”. E senza “tradire il suo pubblico e la sua anima”, sia ben chiaro. Il comunicato ufficiale di Lux Vide e Rai fa anche luce su cosa possiamo aspettarci a livello di plot:

In questa nuova serie, infatti, Don Matteo accoglie in canonica Federico, un diciassettenne con un difficile passato alle spalle: abbandonato da sua madre, tutto quello che vuole è prendersi cura di suo fratello Clementino, un neonato di pochi mesi. Grazie all’incontro con Don Matteo, ma anche a Greta, una sua compagna di classe che ha alle spalle un’infanzia complicata, questo ragazzone burbero e irascibile imparerà a gestire le sue emozioni e a sperare nei miracoli.

A interpretare Federico ci sarà Mattia Teruzzi, che affiancherà interpreti storici della serie come Nino Frassica, Maria Chiara Giannetta, Nathalie Guetta, Francesco Scali e la guest star Flavio Insinna. Nella nuova stagione, inoltre, vedremo Don Matteo “in difficoltà”…

…alle prese con una ferita che lo costringe a riflettere sul suo essere padre spirituale di tutti e a fare i conti con quelle emozioni che aveva sempre domato: il dolore, la rabbia, il senso di impotenza. Ma è proprio nei momenti difficili che emergono nuovi aspetti del carattere: la fallibilità, il senso paterno, ma anche l’incrollabile speranza nel futuro.

Sarà curioso vedere come spiegheranno l’addio del personaggio che dà il titolo alla serie. Secondo quanto dichiarato da Terence Hill:

Non è prevista una puntata incentrata sull’uscita di scena di Don Matteo. Non ci saranno lacrime e abbracci. Raoul arriva nel quinto episodio e, in seguito, si scoprirà che tipo di legame lo unisce al mio personaggio: è proprio Don Matteo ad averlo scelto come successore, e poi si svelerà il motivo per cui io scompaio.

Per quanto riguarda il motivo vero dell’uscita di Terence Hill dalla serie, beh, basta considerare che l’attore ha compiuto da pochissimo (29 marzo) 83 anni. I ritmi della lavorazione di una serie erano diventati troppo stressanti per lui, nonostante dimostri almeno dieci anni di meno. Ora resta da vedere se Don Matteo, o Don Massimo, potrà sopravvivere senza di lui, che nell’arco di vent’anni ha conquistato i cuori degli italiani come pochi altri. Davvero il pubblico vorrà seguire le gesta di un altro prete investigatore? Solo il tempo ce lo dirà. Nel frattempo, auguriamo ai fan di godersi questi ultimi quattro episodi in compagnia del loro beniamino.