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Alex Polidori, Spider-Man e la musica: la nostra intervista con la voce italiana di Tom Holland

Pubblicato il 19 marzo 2022 di Filippo Magnifico

La scorsa settimana Alex Polidori è stato ospite sul nostro canale Twitch. Attore, doppiatore, musicista, ci ha parlato del suo lavoro e delle sue passioni.
Alex Polidori è la voce italiana di Tom Holland e Timothée Chalamet, due tra gli attori più importanti degli ultimi anni, protagonisti di grandi film come Spider-Man: No Way Home e Dune.
Il video di questa chiacchierata è ora disponibile anche sul nostro canale YouTube, potete vederlo grazie al player che trovate qui sotto.

Ma non è tutto. Abbiamo infatti avuto il piacere di proseguire questa chiacchierata con Alex in privato, approfondendo ulteriormente il suo lavoro e le sue passioni. Ecco la nostra intervista.

Voce di Tom Holland e Timothée Chalamet, praticamente gli attori più importanti degli ultimi anni. Cosa si prova?

Mi sento molto fortunato a poter doppiare i due migliori attori di questa generazione. Doppiare attori così importanti però comporta anche una grande responsabilità. Non si può sbagliare con attori del genere, il pubblico si aspetta sempre grandi interpretazioni.

Sono molto grato nei confronti di questo mestiere, che mi sta dando tantissimo. La cosa più bella è sapere che il pubblico apprezza la tua voce su un determinato personaggio, a tal punto da non riuscire ad immaginarlo con un’altra voce.

Prima di doppiare Captain America: Civil War avevi già prestato la tua voce a Tom Holland. Per il ruolo di Peter Parker è stata necessaria un’approvazione da parte della Marvel o il tuo coinvolgimento è stato automatico?

Lo avevo già doppiato in Heart of the Sea – Le origini di Moby Dick, dove ha un piccolo ruolo. Ma all’epoca non conoscevo il suo nome, era uno dei tanti attori capitati in una giornata lavorativa. Successivamente ho scoperto di averlo doppiato anche in un altro film, Locke con Tom Hardy, dove in realtà non compare, è solo una voce telefonica.

Sono stato chiamato per il provino di Civil War perché lo avevo doppiato in precedenza ma anche perché sono vicino a lui come età. Molto probabilmente sarei stato chiamato in ogni caso perché siamo in pochi, della mia generazione, con le caratteristiche vocali necessarie. Eravamo in tre, con me c’erano dei colleghi bravissimi. In ogni caso, sì, è stata necessaria l’approvazione della Disney dagli Stati Uniti.

Dopo Spider-Man non ho più fatto provini per Tom Holland, mentre per Timothée Chalamet mi è capitato di fare provini e di non essere preso. È questo il caso del film Netflix Il Re, dove è stata scelta un’altra voce, quella di Manuel Meli, più matura, più adatta al ruolo.

Quanto è stato blindato il doppiaggio di Spider-Man: No Way Home? Da quanto tempo sapevi dei tre Spider-Man?

Il doppiaggio di No Way Home è stato abbastanza blindato, come capita quasi sempre con questi film. Durante le sessioni di doppiaggio abbiamo visto quasi tutto, ma in alcuni momenti delle sezioni dello schermo erano oscurate. Soprattutto erano totalmente sfuocati gli altri due Spider-Men. In ogni caso sapevo della loro presenza, la cosa mi era stata detta poco tempo prima al telefono quando mi hanno comunicato i turni di doppiaggio.

In realtà mi è stato detto a causa di un piccolo malinteso, all’epoca si pensava che i “Peter 2” e “Peter 3” sul copione fossero sempre doppiati da me. Nel momento in cui hanno capito che in realtà erano altri Spider-Men hanno dovuto togliermi dei turni. Di solito però le cose le scopriamo in sala di doppiaggio, non prima, questa è stata un’eccezione.

Cosa puoi dirci della tua esperienza con Uncharted? Sei un fan del videogame?

In realtà non ho mai giocato con il videogame. Non sono un grande videogiocatore in generale. Ho giocato pochissimo negli ultimi anni perché, ad essere sinceri, mi manca il tempo. So bene però quanto il videogioco sia amato e l’esperienza di doppiare questo film è stata bellissima. Spero che ci sia un sequel perché mi piace doppiare Tom Holland quando interpreta altri personaggi. So che è stato scelto per il ruolo di Fred Astaire, spero di riuscire a doppiarlo anche lì. Non è scontato perché potrebbero scegliere una voce diversa.

Doppiare un attore in situazioni diverse è sempre molto stimolante, perché devi cercare di differenziarlo mantenendo al tempo stesso alcune caratteristiche. In Uncharted c’era il rischio di sembrare troppo Spider-Man, ma a quanto pare sono riuscito a distinguere i personaggi. Si tratta di piccole sfumature, necessarie però per non rendere tutto uguale. Questa netta differenza si sente in altri film come ad esempio Cherry o Le Strade del Male, dove ho cercato di differenziare molto Tom rispetto a Peter Parker.

Parlaci anche della tua passione per la musica…

La mia passione per la musica nasce prima di quella per la recitazione. Sono nato in un contesto molto musicale, mio padre, Silvano Polidori, è un musicista, un cantautore. Ha fatto molte cose in ambito musicale, collaborando con Rita Pavone e Bobby Solo. Insomma, ha sempre fatto musica.

Ho seguito le sue orme e quelle di mio fratello, Gabriele Patriarca. Anche lui è un doppiatore e direttore di doppiaggio ma è anche un bravo cantante e da piccolo ha vinto lo Zecchino d’Oro con la canzone “Il coccodrillo come fa?”. In realtà tutta la nostra carriera artistica nasce da lì, da quello Zecchino d’Oro che ci ha aperto le porte del mondo dello spettacolo. Io ho seguito le sue orme un po’ in tutto, quindi la musica ha sempre fatto parte di me. Mi diverte, è una passione che spero possa diventare un lavoro parallelo al doppiaggio.

Il doppiaggio ormai per me è un lavoro, per quanto appassionante lo considero il mio mestiere e la musica rappresenta un po’ l’evasione da questo mestiere. Sono stato fermo un anno per vari motivi ma sto riprendendo e ad aprile molto probabilmente usciranno nuovi pezzi. Ci sto investendo parecchio tempo ed energie. Mi diverto a farlo e continuerò a farlo sempre.

Cosa vedi nel tuo futuro?

Il doppiaggio ovviamente. Mi vedo crescere con gli attori che doppio e con i personaggi che doppio. Fare nuove cose, sempre più belle e arrivare sempre più in alto, anche se dopo Spider-Man posso chiedere sul serio poco al mio mestiere, perché è un personaggio così iconico e così importante. Ma in generale sono uno che non si accontenta mai, non vorrei tra 10 anni essere ricordato ancora per Spider-Man. Vorrei essere riconosciuto per personaggi contemporanei ad ogni periodo.

Poi vedo la musica, vedo la possibilità di fare qualcosa di più nella musica, di cantare su palchi importanti. A livello personale, chiaramente mi piacerebbe mettere su famiglia ma con molta calma perché non ho ancora raggiunto i miei obiettivi.

Un film/personaggio a cui sei legato e che avresti tanto voluto doppiare?

Non ne ho qualcuno. Sicuramente mi piacerebbe doppiare un attore come Will Smith, che è uno dei miei idoli, uno dei miei attori preferiti. Un attore in grado di sapersi distinguere sia nella commedia che nei ruoli drammatici. Poter doppiare un attore così sarebbe meraviglioso.

Un altro sogno che avevo nel cassetto quando era più piccolo era doppiare un personaggio di Dragon Ball. Chissà, magari si realizzerà in qualche modo. Anche qualcosa della saga di Star Wars. In realtà ho doppiato Ezra Bridger in Star Wars Rebels, ma qualcosa dell’universo live-action di Star Wars sarebbe il massimo.