È una delle commedie USA più amate di inizio anni Novanta. Ha incassato nove volte quello che era costato girarla. Ha trasformato Mike Myers in una stella globale per almeno un paio di decenni. Ha reso comuni una serie di modi di dire diventati, in tempi a noi più prossimi, materiale da meme. Eppure la scena per cui tutti ricordano Fusi di Testa (in originale Wayne’s World) ha rischiato fortemente di non essere presente in quel film. Un film la cui realizzazione non è stata una passeggiata visto che, per iniziare, il protagonista e la regista non si sopportavano.
Facciamo un passo indietro. Per quanto enormemente popolare sia negli USA il Saturday Night Live, un comedy show che va in onda dalla bellezza di 47 anni, a inizio anni Novanta c’era stato un unico precedente in quanto a film tratti dai personaggi del SNL. Certo, si trattava di un SIGNOR precedente, perché quando John Landis aveva portato sul grande schermo John Belushi e Dan Aykroyd nei panni di “Joliet” Jake Blues e di suo fratello Elwood, nel 1980, ne era venuto fuori un successo epocale, e uno dei film del cuore di un’intera generazione.
Nonostante i 115 milioni di dollari incassati da The Blues Brothers (a fronte di un budget di 27), ci sono voluti però oltre dieci anni perché arrivasse in sala un secondo film del SNL. Il produttore dello show, Lorne Michaels, aveva lavorato a lungo al progetto – poi abbandonato – di un film antologico su vari personaggi. Solo nel 1991 si decise di realizzare per la Paramount una commedia sulla coppia di rockettari dello sketch Wayne’s World: Wayne Campbell e Garth Algar, ovvero Mike Myers e Dana Carvey.
Per dirigerlo, Lorne Michaels ingaggiò la quarantacinquenne Penelope Spheeris, che aveva già collaborato con il SNL e si era occupata di documentari sulla musica, come The Decline of Western Civilization, sulla scena punk rock di Los Angeles tra la fine anni degli Settanta e l’inizio anni Ottanta, e di altre pellicole indipendenti. Quello che nessuno immaginava era che lei e Mike Myers non sarebbero mai andati d’accordo.
Il film che ha dato una svolta alla carriera di Spheeris, regista in seguito di diverse altre commedie, è stato per lei una grande prova di autocontrollo. In varie interviste, la regista ha raccontato quanto sia stato difficile lavorare con Myers, che si lamentava per ogni cosa. Avendo scritto la sceneggiatura del film insieme alla coppia formata da Bonnie e Terry Turner, ed essendo l’ideatore di quei personaggi, Myers pretendeva di avere l’ultima parola su tutto, montaggio del film incluso.
Il momento più celebre di Fusi di Testa, dicevamo, per Myers avrebbe potuto benissimo non esserci. La scena con i protagonisti e i loro amici che agitano teste e chiome sulle note di “Bohemian Rhapsody” dei Queen, nella AMC Pacer scassata di Wayne e Garth? Myers la trovava stupida ed era convinto che non avrebbe fatto ridere nessuno.
In un articolo pubblicato da Entertainment Weekly nel 2008, la regista racconta come i malumori di Myers lo portassero anche a mandare tutti al diavolo, sul set, solo perché, metti, nel suo bagel non c’era burro, ma margarina. Bagel che Spheeris faceva preparare alla sua figlia diciassettenne, pur di cercare di rabbonirsi la star. Si legge anche, però, che gli scatti di Myers erano causati da problemi familiari: l’aggravarsi delle condizioni di suo padre, poi morto poco prima dell’uscita di Fusi di Testa.
Sia quel che sia, con il suo cast che accanto a Myers e Carvey aveva Tia Carrere (Relic Hunter), Rob Lowe e una quantità enorme di cameo – da Alice Cooper e Meat Loaf a Lara Flynn Boyle e Robert Patrick – e con la giusta dose di ironia folle da primi anni Novanta, Fusi di Testa si rivelò un successo al botteghino esattamente come lo erano stati i Blues Brothers dodici anni prima.
Uscito nei cinema USA il 14 febbraio del 1992, Fusi di Testa incassò la bellezza di 183 milioni di dollari (ne era costato una ventina) e spinse Lorne Michaels a investire su altri film tratti dal SNL. Ne sarebbero usciti così, fino al 2010, altri nove, nessuno dei quali in grado di arrivare ai fasti di Wayne’s World. Da Teste di cono (Coneheads, 1993) a MacGruber (2010), passando per Fusi di testa 2 – Waynestock (Wayne’s World 2, 1993) e, purtroppo, per Blues Brothers – Il mito continua (Blues Brothers 2000).
Inutile dire che per Wayne’s World 2 Myers pretese e ottenne un altro regista, Stephen Surjik. Ma gli incassi non furono neanche lontanamente paragonabili a quelli del primo film.
Mike Myers sarebbe diventato in seguito Austin Powers, la voce di Shrek e tante altre cose. E per un clamoroso inside joke, in un cameo di Bohemian Rhapsody avrebbe interpretato molti anni dopo il discografico scettico sul successo di “Bohemian Rhapsody”. La canzone sulle note della quale lui proprio non voleva muovere il collo, e che tanti ancora associano a uno dei suoi film più celebri.
Ma vale anche per tante espressioni che Fusi di Testa, probabilmente il miglior film dal finale Scooby-Doo mai visto (includendo anche i veri film di Scooby-Doo), ha reso popolari nel gergo USA, e di rimbalzo in quello di Internet. Come il “That’s what she said” usato negli sketch al SNL, portato nel film e poi ripreso da tanti, come in The Office. Quanto a Dana Carvey, la sua carriera ha avuto un lungo stop per dei problemi cardiaci che si è trascinato dietro a lungo. Il personaggio di Garth era in parte ispirato a suo fratello, un tecnico “nerd”, Brad Carvey, tra i creatori del sistema di editing video per Amiga (e poi PC) chiamato Video Toaster. Ora sapete perché in Wayne’s World 2 Garth indossa una maglietta con il logo Video Toaster.
Giusto un anno fa, per il Super Bowl 2021, la reunion di Garth e Wayne in uno spot. In fondo, se strizzi gli occhi, e sono sempre quegli adorabili pirla con cappellino e parrucca di trent’anni fa.