Anche a Steven Soderbergh è stato chiesto di parlare di cinecomic. Durante un’intervista per The Daily Beast, legata al lancio del film KIMI, il regista ha ammesso che difficilmente si cimenterebbe con il genere, ma non si tratta di essere snob…
Non è questione di essere snob, non penso che siano inferiori, più che altro si tratta quali universi preferisci raccontare. Penso di essere troppo terreno per sentirmi a mio agio in un universo in cui la fisica newtoniana non esiste. Da quel punto di vista mi manca l’immaginazione, ed è questo il motivo per cui il mio unico film di fantascienza [Solaris N.d.R] è fondamentalmente un dramma ambientato su una nave spaziale.
Per Soderbergh, uno dei principali problemi dei cinecomic è la mancanza di sesso:
Per molti di questi film mi risulta difficile capirne il mondo, come scrivere la storia, i personaggi. Se ignoriamo per un attimo che potrei piegare leggi del tempo e della gravità, sparando raggi dalle dita, perché nessuno scopa? Nessuno! Insomma, come posso raccontare alle persone un mondo in cui non si fa? Per quanto ne so, l’universo fantasy non prevede molto sesso. Questo senza tenere conto di altre cose: chi paga questa gente? Per chi lavorano? Come hanno ottenuto quel lavoro?
Steven Soderbergh è pronto per tornare su HBO Max con la sua ultima fatica, KIMI. Si tratta del terzo progetto destinato alla piattaforma dopo Let Them All Talk, interpretato da Meryl Streep, e No Sudden Move.
Il film è incentrato su una donna agorafobica che, durante un controllo di routine di un flusso di dati, scopre le prove di un violento crimine. Tenta di informare i piani alti della sua azienda, ma trova solo resistenza e burocrazia. Capisce dunque che, se vorrà risolvere la faccenda, dovrà fare ciò che teme di più: lasciare il suo appartamento.
Nel cast troviamo Zoë Kravitz.