Un dialogo immaginario per raccontare Reacher a qualcuno che di Reacher non sa niente

Un dialogo immaginario per raccontare Reacher a qualcuno che di Reacher non sa niente

Di Roberto Recchioni

Ancora tu? Ma non dovevamo vederci più?

Ultimamente ho visto che in giro si parla di questa nuova serie di Amazon Prime Video, Reacher…

E scommetto che hai le idee confuse perché ti pare di aver visto uno o due film con lo stesso titolo, giusto?

Precisamente…

Nulla di strano. Reacher è una serie che si basa sui romanzi di Lee Child con protagonista Jack Reacher. Da questi romanzi, prima della serie, sono stati tratti due film, prodotti e interpretati da Tom Cruise.

Belli?

Il primo (Jack Reacher – La prova decisiva, diretto da Christopher McQuarrie) molto. Il secondo (Never Go Back, Punto di non ritorno) per niente. Ma entrambi poco amati dai fan del lavoro di Child e del personaggio di Reacher.


Perché?

Perché Cruise è stato abbastanza intelligente da capire che Jack Reacher era un personaggio molto amato e con un grosso potenziale per il grande schermo, ma non abbastanza autocritico da accettare che lui non era la persona adatta per interpretarlo.


Ha recitato così male?

Anzi! Ha fatto un miracolo, ma neanche un miracolo poteva bastare.

Che intendi dire?

Vedi, Jack Reacher è un personaggio pieno di particolarità, tra cui la sua stazza. È un colosso alto poco meno di due metri e pesante centoventi chili. Ha mani grandi come palloni da football, pettorali simili a due cartoni della pizza messi uno di fianco all’altro, cosce come tronchi e via discorrendo. In più, è biondo e con gli occhi di un azzurro ghiaccio.


Non sembra la descrizione di Tom Cruise.

Per nulla. E anche se Cruise si è impegnato tantissimo (come suo solito) per rendere a schermo una forte presenza fisica, non ha potuto nulla contro la genetica.

jack-reacher

Vabbè, ma tu non sei quello che dice che un romanzo va tradito quando lo si adatta a un altro linguaggio e che un bravo attore può interpretare qualsiasi ruolo?

Sì ma con dei limiti. Se portassero a schermo uno Sherlock Holmes sovrappeso e flemmatico, me ne lamenterei anche io, perché la figura slanciata di Holmes e il suo essere un personaggio dinamico, nervoso, sempre in movimento, sono caratteristiche fondanti della creazione di Conan Doyle. Il suo fisico è parte integrante della sua caratterizzazione. Alla stessa maniera, la fisicità di Reacher è un un elemento imprescindibile dell’eroe creato da Lee Child.

Parli da fan, giusto?

Anche ma non solo. Comunque, sì, sono colpevole: i romanzi di Child mi piacciono molto e li ho letti tutti. Alcuni anche un paio di volte. Per me, nel futuro, verranno accostati a quelli di Fleming.


Sono così buoni?

In senso lato. I primi sono dei thriller piuttosto goffi e pieni di assurde coincidenze. Poi Child comincia a prendere le misure con la narrazione e si raffina. Gli scivoloni non mancano (in particolare quando decide di usare la prima persona invece che la sua più abituale terza) ma romanzo dopo romanzo i difetti diminuiscono e le qualità emergono con sempre maggiore chiarezza. Ma è la forza del personaggio di Reacher a sostenere anche le opere meno riuscite a livello di scrittura e trama. In genere, comunque, sono un solidissimo intrattenimento che, talvolta, riesce a diventare qualcosa di più. Un grande scrittore e intellettuale come Haruki Murakami si è più volte professato come fan di Jack Reacher e lo stesso vale per Stephen King (che con il benestare di Lee Child ha creato un “suo” Jack Reacher e lo ha reso protagonista del romanzo The Dome). Anche James Patterson adora Lee Child e la sua creazione e moltissimi altri scrittori blasonati. Ultimamente poi, la critica internazionale tutta sta cominciando a rivalutare l’opera dello scrittore inglese.


Come “inglese”? Ma Jack Reacher non è un personaggio americano che vagabonda per gli Stati Uniti?

Sì. Ma è stato creato da un inglese: James Dover Grant. Uno sceneggiatore per la BBC che, dopo aver perso il lavoro, ha provato a reinventarsi come scrittore di romanzi thriller all’americana, utilizzando lo pseudonimo di Lee Child. Ci è riuscito in maniera straordinaria e dal 1997 a oggi ha pubblicato oltre ventisei romanzi e parecchi racconti.


Tutti con Jack Reacher come protagonista?

Sostanzialmente, sì.


Ok: chi è Jack Reacher e cos’ha di speciale?

Reacher è un ex soldato della polizia militare che ha passato gran parte della sua vita di stanza all’estero, quindi non conosce quasi per nulla il suo paese. Quando l’esercito decide di non avere più bisogno di lui, Reacher torna alla sua vita civile e decide di esplorare quel paese che gli ha dato i natali ma che ha frequentato pochissimo. Così si mette in viaggio, scegliendo per lui la vita dell’hobo (che è una cosa ben diversa da quella dei senzatezzo, come Reacher ama sottolineare) e, portandosi dietro solamente uno spazzolino da denti e una carta di credito, inizia a vagabondare per gli USA. Non ha uno zaino con sé, quindi niente vestiti. Quando i suoi sono sporchi, li butta e ne compra di nuovi (sempre stando attento al prezzo: Reacher è molto parsimonioso per quanto riguarda il vestiario, tranne per le sue scarpe Cheaney che costano un poco di più ma durano un poco di più). Fino a poco tempo fa, non usava i cellulari e stava lontano da Internet, negli ultimi romanzi, quando ne ha necessità, compra un telefono usa e getta (molto comuni negli States), lo usa per quello che gli serve e poi lo butta. Cosa importante: se Reacher nel suo vagabondare incappa in qualche persona in difficoltà o vede qualcuno subire un torto, interviene. Di solito finendo in grossi guai che comunque non lo mettono mai in vera difficoltà perché Reacher è dotato non solo di un corpo al limite dell’umano ma anche di una mente affilatissima. Se tu creassi un personaggio e lo dotassi della forza e dello spirito combattivo di Conan il Barbaro e delle capacità intellettive e deduttive di Sherlock Holmes, quello che otterresti sarebbe un personaggio che comunque verrebbe umiliato da Jack Reacher perché Jack Reacher non perde mai. Mai. Le uniche cose che non gli riescono particolarmente bene sono guidare (infatti lo fa malvolentieri), correre (troppo grosso) e arrampicarsi (troppo pesante). Per il resto, ha una sfilza di medaglie militari ottenute in combattimento, è un cecchino di prima categoria, un abile matematico, un discreto chimico, un grande stratega, un combattente corpo a corpo senza eguali, e un detective impareggiabile.

Ma il superuomo imbattibile non è un tipo di personaggio anacronistico?

Assolutamente sì.
E Jack Reacher funziona proprio per questo.
Una volta di personaggi granitici e infallibili come Reacher ce n’erano tantissimi, oggi è rimasto solo lui a incarnare quel tipo di eroe. Il solo altro personaggio della cultura popolare che gli si avvicina è Tex Willer ma, rispetto al ranger texano, Reacher ha una vena umoristica maggiore. Non perché Reacher sia dotato di uno spiccato senso dell’umorismo, sia chiaro. Jack “no middle name” Reacher non scherza praticamente mai, se non in maniera minacciosa per irridere i suoi avversari. Ma Child è molto bravo a giocare con l’implausibilità del “mostro” che ha creato, calcandoci spesso la mano per sottolineare l’assurdo delle sue imprese. Inoltre, mentre Reacher è sostanzialmente “più che umano”, i personaggi attorno a lui sono tutti umanissimi e, quando vengono messi davanti all’assurdo che Reacher rappresenta, reagiscono con realistico stupore e incredulità. Da qui, l’umorismo.

Ma in che tipo di guai finisce Reacher?

Più o meno di tutti i generi, da situazioni più o meno estemporanee a grandi complotti internazionali.
In genere, un romanzo di Child inizia con Reacher che arriva in un posto in cui sta succedendo qualcosa di brutto in cui il nostro eroe finisce coinvolto per sbaglio e per caso. L’ingiustizia in atto “attiva” Reacher che, da quel momento in poi, farà di tutto per raddrizzare il torto in cui è incappato.


E ogni storia è così?

Con minime variazioni sul tema ma sì, ogni storia è così.

Per oltre venti romanzi?

Sì.


E tu, Murakami, King, Patterson e milioni di altri lettori al mondo… lo trovate credibile?

Non meno di quanto sia credibile che Miss Marple o Hercule Poirot incappino in un omicidio, ovunque vadano.

In effetti…

Il punto è che Reacher non è altro che la versione moderna di Shane, il Cavaliere della Valle Solitaria, traslato nella serialità. Non è un caso che Child sia inglese, perché solo un inglese può amare con un così puro trasporto degli elementi della cultura americana. Se poi hai bisogno di un qualche esempio più vicino nel tempo per capire di che personaggio parliamo, hai presente quei serial degli anni 70-80 in cui un protagonista era costretto ad andarsene in giro per gli Stati Uniti e in ogni puntata di fermava in un posto per risolvere qualche guaio?

Tipo i telefilm dell’Incredibile Hulk, insomma?

Precisamente, con la differenza che in quei telefilm il geniale Banner e Hulk erano due entità distinte, mentre Reacher è Banner e Hulk allo stesso tempo.

Mi hai quasi convinto. Se volessi iniziare a leggere Jack Reacher, da dove dovrei partire?

Dipende se vuoi leggere sin da subito un buon romanzo, o ti interessa seguire la maturazione di Child come scrittore e seguire la narrazione cronologica delle avventure di Reacher (più o meno, perché anche Child, ogni tanto, si diverte a scrivere dei romanzi ambientati nel passato del suo personaggio).

Se fosse la prima opzione?

Ti consiglierei Persuader (La vittima designata), Child e Reacher al meglio della loro forma.

E se fosse la seconda?

Ovviamente Killing Floor (Zona Pericolosa in Italia), su cui si basa anche la prima stagione della nuova serie Amazon.

Ok, visto che siamo in argomento, a questo punto parlami della serie…

Nasce dalla volontà di Child di dare ai suoi lettori quello che i suoi lettori volevano, cioè un Jack Reacher che fosse davvero un Jack Reacher, e non Tom Cruise che fa finta di essere alto.
Per questo motivo, è stato scritturato Alan Ritchson, che fino a questo momento in televisione aveva dimostrato di saper essere davvero grosso, ma che con Reacher fa valere anche delle più che discrete capacità attoriali, interpretando il ruolo con una quasi ottusa serietà, recitando tutto in sottrazione, mettendo la sua intimorente fisicità in primo piano (specie se messa in relazione al resto del cast, opportunamente di bassa statura) e facendo emergere uno strepito umorismo attraverso gli sguardi e l’atteggiamento. La serie è stata affidata a Nick Santora e il suo staff, che hanno seguito una regola semplice: far felice Lee Child perché nessuno meglio di Lee Child sa come far funzionare un personaggio come Jack Reacher e rendere felice il suo pubblico. La prima stagione segue quindi in maniera estremamente fedele la struttura del primo romanzo, prendendosi solo qualche piccola libertà anticipando dei flashback sul passato di Reacher (che in realtà Child ha ideato per romanzi successivi) e inserendo un personaggio che nella serie letteraria appare solo più avanti nella cronologia di Reacher (ma che, ve lo dico da appassionato, ci sta benissimo). La regia è molto classica per tutto quello che non riguarda l’azione ma si scatena quando è Reacher stesso a scatenarsi, con delle esplosioni di violenza piuttosto brutali e davvero ben girate. Spassoso poi l’ultimo episodio, che omaggia l’action anni ’90 in maniera esplicita (in particolare, Arma Letale 2). Molto bravi gli attori, con particolare nota di merito per Willa Fitzgerald (tenetela d’occhio, rischia di diventare una star) e Malcolm Goodwin, chiamati a interpretare due parti non facili e a ritagliarsi uno spazio accanto alla soverchiante presenza scenica di Ritchson. Deliziosi i tocchi umoristici, mirabile il lavoro fatto per far emergere tutte le caratteristiche di Reacher, utili a trasmettere allo spettatore che di Child non ha mai letto nulla perché Jack Reacher è un personaggio così speciale.
Per il resto, pochi difetti da segnalare, se non un lieve calo di ritmo della serie nella sua porzione centrale, dovuto a qualche momento eccessivamente letterario.

Quindi, ti è piaciuta?

Davvero molto. Sia perché è una buona serie di azione e mistero classica, scritta, raccontata e interpretata con grande competenza, sia perché è uno straordinario adattamento, capace di portare a schermo tutte le qualità del personaggio letterario.


Quindi, per una volta, la fedeltà all’opera originale può essere anche un merito?

Ogni tanto capita.

E per il futuro?

È stata confermata la seconda stagione che, ugualmente alla prima, adatterà un solo romanzo di Child, anche se ancora non è dato sapere se Amazon e Santora vorranno seguire la cronologia letterario o scegliere tra le opere più adatte a una trasposizione.

Un’ultima domanda: perché Reacher è così grosso?

Genetica.

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