I primi quattro anni nella carriera di Owen Wilson sono il perfetto bignami di quella che sarebbe stata la sua carriera nei vent’anni successivi, praticamente un manifesto programmatico e una vetrina delle sue abilità e preferenze di ruolo. Dal 1994, anno del suo debutto nel corto di Wes Anderson Bottle Rocket, al 1998, Wilson appare in Un colpo da dilettanti (il primo film di Anderson, tratto dal corto), Il rompiscatole (di Ben Stiller), Anaconda e Armageddon. È già tutto lì: la lunga collaborazione con l’amico Wes Anderson, quella con Ben Stiller, l’amore per gli indie alternato ai grossi film da studio. Subito dopo, nel 2000, arrivano Pallottole cinesi, Ti presento i miei e, nel 2001, Zoolander, film sfortunatissimo inizialmente (uscì poco dopo l’11 Settembre) e poi diventato cult epocale.
Owen Wilson è nel business del cinema da quasi trent’anni, eppure il suo look giovanile gli ha permesso di non cambiare più di tanto il suo approccio ai ruoli. Prova ne è il fatto che, a breve, uscirà nelle sale Marry Me – Sposami, una commedia romantica in cui recita accanto a Jennifer Lopez. Certo, i suoi personaggi sono invecchiati, ora sono padri e non più scapoli con la sindrome di Peter Pan, ma a conti fatti cambiano poco. Owen Wilson è sempre stato e ancora è sinonimo di un umorismo ironico e leggero, il punto d’incontro tra l’universo del cinema indipendente e quello della commedia popolare. È capace di adattarsi a entrambi, ed è per questo che ha proseguito a collaborare con Anderson facendo allo stesso tempo parte di un gruppo di comici goliardico come il Frat Pack, la banda composta, tra gli altri, da Stiller, Will Ferrell, Vince Vaughn e suo fratello Luke Wilson.
Di recente, Esquire ha pubblicato un profilo sull’attore che contiene probabilmente la migliore sintesi possibile di chi sia Owen Wilson e cosa rappresenti non solo per il pubblico, ma anche per le persone a lui vicine. Wes Anderson lo ha definito “intelligente in modo ingannevole”, nel senso che a volte “nasconde la sua intelligenza e quanto sia colto”. Check: lo consideriamo spesso l’amico stonato che fa le commedie sceme, eppure la lunga collaborazione con Anderson gli ha fruttato una nomination agli Oscar per la sceneggiatura de I Tenenbaum (spesso dimentichiamo che Wilson ha scritto anche le sceneggiature di Un colpo da dilettanti e Rushmore insieme all’amico regista). Inoltre, da attore ha collaborato con Woody Allen (Midnight in Paris), Paul Thomas Anderson (Vizio di forma) e il compianto Peter Bogdanovich (Tutto può accadere a Broadway). Il suo particolare marchio di understatement rischia di far passare inosservato il fatto che ha lavorato con tutti questi Grandi Autori con la stessa grazia con cui ha recitato in film di enorme appeal commerciale (Io & Marley, la saga di Una notte al museo, persino la saga di Cars in cui dona la voce a Saetta McQueen), senza mai tradire il suo stile e la sua immagine. Owen Wilson è il marchio di fabbrica di Owen Wilson, non ci sono altri come lui. Non è che se scrivi un ruolo per lui lo puoi tanto facilmente affidare a qualcun altro. Lo ha dovuto fare Ben Stiller, quando ha chiamato Matthew McConaughey a sostituirlo in Tropic Thunder in seguito al tentato suicidio di Wilson. Ma questa è un’altra storia.
Sempre nel profilo di Esquire Jennifer Aniston lo definisce “disarmante”. Ben Stiller dice invece che, nonostante i tanti progetti realizzati insieme (parliamo di quattordici film), Wilson “vive una vita in un certo senso misteriosa. La trovo misteriosa. Non penso che lo si possa davvero mai conoscere”. Ed ecco il quadro completo: una persona intelligente, anche se non lo vuole mai ostentare perché è misterioso, dallo charme disarmante.
Una persona che ha conosciuto alti e bassi, che contiene in sé degli estremi. Dopo essere stato cacciato da una scuola privata da ragazzo, si iscrisse a una scuola militare in New Mexico su raccomandazione del fratello Andrew (anche lui attore). Luke Wilson ricorda:
Quando fu espulso dal nostro liceo e andò al New Mexico Military Institute, mio padre e io lo andammo a visitare. C’erano solo un deserto brullo e questa fortezza là fuori, e mi sembrava un po’ come Cavalli di razza [romanzo di Pat Conroy e film di Franc Roddam, ndr]. Ma poi ho visto Owen – taglio a spazzola, uniforme, la sua stanza e il suo armadietto, e come dovevano camminare in linea retta – e lui aveva sposato tutto questo. L’ultima cosa a cui avresti mai pensato si potesse abituare”.
Nel 2007, fece il giro del mondo la notizia del suo tentato suicidio. Come tante star votate a portare il sorriso al loro pubblico, Owen Wilson soffriva di un male silenzioso e angosciante come la depressione. Da allora le cose sono andate molto meglio per lui, anche se quegli eventi, e la reazione della stampa, lo hanno spinto a fare tesoro della privacy e a rilasciare ben poche interviste.
Da poco lo abbiamo rivisto in Loki, dove ha interpretato il ruolo di Mobius M. Mobius, ruolo di supporto con cui è riuscito comunque a tenere testa alle star della serie e a scavarsi un posticino nel Marvel Cinematic Universe (lo rivedremo di certo nella stagione 2 e magari anche in qualche film collegato alla serie, come Doctor Strange nel Multiverso della Follia). Sempre nel 2021 è tornato a collaborare con Wes Anderson in The French Dispatch, confermando così la sua abilità nel giocare su entrambi gli schieramenti.
Marry Me – Sposami arriverà in Italia il 10 febbraio al cinema, giusto in tempo per San Valentino. Le premesse sono quelle della più classica delle romantic comedy: Jennifer Lopez interpreta una pop star che, dopo aver scoperto l’infedeltà del suo partner sentimentale e creativo, decide di vendicarsi sposando il primo che passa. Il primo che passa è ovviamente Owen Wilson nei panni di Charlie Gilbert, un professore di matematica divorziato che non potrebbe essere più diverso da lei. Come da programma, l’amore sbucherà da dove i protagonisti meno se lo aspettano.
Un programma che farà certamente gola agli appassionati del genere. Al centro ci sono due attori che potremmo definire senza età: Owen Wilson, classe 1968, va per i 54 anni; Jennifer Lopez, classe 1969, per i 53. Eppure, come dicevamo prima, al di là di descrivere Charlie come un divorziato insegnante di ruolo con una figlia, non è che si presenti come una storia d’amore tra persone di mezza età, anzi. Se i 40 sono i nuovi 20, evidentemente i 50 sono i nuovi 30. E Lopez e Wilson potrebbero tranquillamente essere il manifesto di questa equazione.
Marry Me – Sposami è diretto da Kat Coiro (regista delle serie C’è sempre il sole a Philadelphia trasmessa da Fox e Amiche per la morte – Dead to Me), la sceneggiatura è di John Rogers (The Librarians), Tami Sagher (30 Rock) e Harper Dill (The Mick). Alla base c’è la graphic novel di Bobby Crosby. Il cast include anche John Bradley, Maluma, Sarah Silverman, Chloe Coleman e Jimmy Fallon. QUI potete vedere il trailer del film, QUI una featurette. A seguire la sinossi ufficiale:
Kat Valdez (Lopez) fa parte della power couple più sexy al mondo assieme alla nuova stella della musica Bastian (interpretato da Maluma, al suo debutto cinematografico). Mentre la hit eseguita da Kat e Bastian, intitolata “Marry Me”, sale inesorabile in vetta alle classifiche, i due stanno per unirsi in matrimonio dinnanzi ad una folla di fan, in una cerimonia che verrà trasmessa contemporaneamente su più piattaforme.
Docente di matematica al liceo, il divorziato Charlie Gilbert (Owen Wilson) viene trascinato al concerto dei due cantanti da sua figlia Lou (Chloe Coleman, già nel cast della serie HBO “”Big Little Lies – Piccole grandi bugie””) e dalla sua migliore amica (Sarah Silverman). Quando Kat, a pochi secondi dall’inizio della cerimonia, scopre che Bastian l’ha tradita con la sua assistente, la sua vita prende una piega imprevista e, mentre ha un tracollo sul palco, comincia a mettere in discussione amore, verità e fedeltà. Mentre il suo mondo ovattato va lentamente in pezzi, dal palco fissa lo sguardo su uno sconosciuto – un viso tra la folla.
Se quello che conosci ti delude, magari la risposta è in ciò che non conosci, e quindi, in un momento di follia, Kat decide di sposare Charlie. Ciò che inizia da una reazione impulsiva si trasforma in una storia d’amore inaspettata. Ma mentre alcuni cospirano affinché i due si separino, la domanda di tutti è: due persone provenienti da universi così diversi possono appianare le differenze e crearsi un posto unico nel mondo al quale appartenere?