Il dating nell’era di Internet ha sicuramente i suoi vantaggi, ma può nascondere lati oscuri. Uno di questi viene raccontato nel documentario Il truffatore di Tinder, arrivato da pochi giorni su Netflix e incentrato sulla “storia sorprendente di un fantasioso impostore che si finge un playboy milionario su Tinder e delle donne che decidono di smascherarlo”. Vediamone il trailer…
Il truffatore di Tinder risponde a un doppio “bisogno” dello spettatore: da un lato quello di seguire storie vere più incredibili della finzione, che ricadano nell’ampia definizione di “true crime”. Dall’altro quello di godere per una rivincita fatta bene. In questo caso, quella delle vittime che si alleano per fargliela pagare. Niente di meglio di una bella vendetta, con le giuste motivazioni se possibile, per tenere il pubblico incollato allo schermo.
Il film è prodotto da Bart Layton, regista de L’Impostore – The Imposter, che con Netflix ha già collaborato alla docuserie The Puppet Master: Caccia all’impostore, anch’essa su un truffatore seriale, ma anche a Fear City: New York contro la mafia. Ed è diretto da Felicity Morris, produttrice di Giù le mani dai gatti: Caccia a un killer online.
Tra uno swipe e l’altro, trovare l’amore online non è facile. Per questo Cecilie non crede ai propri occhi quando fa match con un playboy ricco e belloccio, scoprendo che è l’uomo dei suoi sogni. Ma la realtà si rivela ben diversa: quando la donna si rende conto che il sedicente uomo d’affari internazionale non è chi dice di essere, lui le ha già preso tutto e la favola lascia il posto a un thriller con vendetta. Cecilie scopre chi sono le altre persone finite nel mirino, le donne uniscono le forze e smettono di essere vittime, dando a IL TRUFFATORE DI TINDER pane per i suoi denti. Questo avvincente documentario dai produttori di L’impostore – The Imposter e Giù le mani dai gatti: caccia a un killer online racconta la loro storia mentre svelano la sua vera identità e si battono per consegnarlo alla giustizia.
Il truffatore di Tinder altri non è che Simon Leviev, vero nome Shimon Hayut, un uomo originario di Bnei Brak, in Israele. Hayut / Leviev era solito adescare donne su Tinder, per poi convincerle a viaggiare con lui verso mete di lusso e in hotel costosi, spacciandosi per il figlio di Lev Leviev, oligarca russo-israeliano. Dopo aver frequentato una donna per qualche tempo, fingeva di essere nei guai e le chiedeva di utilizzare la sua carta di credito per non essere tracciato, oppure chiedeva denaro contante. E continuava a viaggiare, vivendo dei soldi estorti alle vittime precedenti per adescarne di nuove.
Dopo essere fuggito da Israele nel 2011, per evitare una condanna per frode, Leviev venne arrestato una prima volta in Finlandia nel 2015, dove scontò una sentenza di due anni per aver truffato tre donne. Tornò quindi in Israele nel 2017 ma fuggì quasi subito per evitare l’arresto, e da lì ebbe inizio la sua lunga scia di crimini in Europa.
Arrestato infine in Grecia nel luglio 2019, per aver utilizzato un passaporto falso, fu estradato in Israele e condannato, nel dicembre dello stesso anno, per furto, frode e falsificazione di documenti. Tutti crimini commessi in Israele e slegati dalle truffe in Europa. Per questo fu condannato a soli quindici mesi di carcere, di cui ne scontò cinque prima di uscire per buona condotta. Oggi, a 31 anni, vive da uomo libero in Israele e il suo account Instagram, per quanto privato, ha 100 mila follower.
Nella docuserie, sono tre le sue vittime a raccontare le loro storie: Cecilie Fjellhøy, Pernilla Sjöholm e Ayleen Charlotte. Leviev non ha mai scontato pene per averle truffate. Secondo The Times of Israel, l’uomo ha derubato le sue vittime per un totale di 10 milioni di dollari in tutta Europa, nel triennio 2017-2019.