Cosa sarebbe Ritorno al futuro senza le mitiche “quattro ruote” della De Lorean o Avatar senza la fauna di Pandora? 007 privo dei suoi sofisticati gadget o La casa di carta senza le tute rosse dei suoi antieroi mascherati? Jurassic World senza i suoi dinosauri e giroscopi?
È l’Art Department la scatola magica, la “ fucina dei ciclopi” dove, per la prima volta, prende forma la magia del cinema e della grande serialità. Lo sa bene Max Giovagnoli, che ha dedicato un libro a tutti gli artisti, i designer e le maestranze che contribuito in maniera determinante alla grandezza dei nostri film e delle nostre serie preferite.
ART DEPARTMENT, pubblicato da Dino Audino Editore, è il primo libro in Europa sull’argomento, e analizza le figure professionali che lavorano nell’Art Department (dall’art director al concept artist, dal production designer allo storyboard artist, il character designer e tutte le altre), introducendo alle tecniche fondamentali di quest’arte visiva e spiegando le diverse tappe produttive delle “lavorazioni” che vengono effettuate in questo reparto.
Abbiamo avuto il piacere di intervistare l’autore, che attraverso le sue parole ci ha permesso di conoscere meglio il libro.
Pensi che non si tenda a valorizzare tutte quelle figure che contribuiscono alla grandezza di un film, al di fuori di regista e attori?
Le figure artistiche e le maestranze restano spesso “fuori” dai riflettori ma sono a tutti gli effetti star mondiali ormai, non più semplici addetti ai lavori. La stampa li cerca, autori e registi se li contendono, il marketing e i social usano le loro creatività “dentro e fuori” il lancio di film e serie mentre le major tendono a farli turnare nel tempo, per garantirsi performance il più possibile “aperte” e irripetibili. Un ottimo esempio per tutti, tra quelli presenti nel libro: George Hull, designer inventore di macchine e astronavi per film di fantascienza completamente diversi tra loro, quali: Dune, Guardiani della Galassia o Blade Runner 2049.
Tra le persone che hai intervistato per questo libro, qual è quella di cui sei più orgoglioso?
Quello con Glen McIntosh, animatore che ha lavorato per franchise quali Transformers e Jurassic World, è stato forse l’incontro che mi ha restituito maggiormente la consapevolezza del livello di completezza, creatività e competenza necessario per lavorare in un grande Art Department mondiale. Uno tra gli storici creatori dei dinosauri del franchise e lead animator di molte delle creature digitali che vediamo negli ultimi film, la sua conoscenza dei dinosauri è profondissima e le reference usate per rendere credibili le sue creature spaziano dalle iene ai pipistrelli, dagli ippopotami agli struzzi. La sua lezione più importante per un artista al alvoro nel Cinema? Fuggire la perfezione e la simmetria. Basta guardarci allo specchio per toccarlo con mano su noi stessi: tutti noi siamo più o meno imperfetti e asimmetrici, ed è questo che ci rende più reali e credibili. Lo sarebbe perfino se indossassimo un giorno armature medievali, tute rosse alla “Casa di Carta” o tecnologiche suite da supereroi.
Se dovessi scegliere tre film che rappresentano al massimo l’essenza di questo tuo libro, quali sarebbero? E perché?
Il franchise di Star Wars è sicuramente quello che esprime ancora oggi l’Art Department più complesso e innovativo. I designer della Industrial Light & Magic lavorano a stretto contatto con lo Story Department per entrare nei processi narrativi del racconto. I set virtuali macinano quotidianamente scenografie “impossibili” e i suoi concept artist lavorano simultaneamente per l’industria del cinema, della serialità, dei parchi tematici e dei videogame. Per l’animazione, il film più citato nel libro è invece UP, lungometraggio che ha guadagnato un Oscar alla Pixar e che ha cambiato molte delle modalità creative dello studio, contaminando quelle di produzioni indipendenti col lavoro di grandi blockbuster mondiali. Per la Stop Motion infine, lo studio da citare è Laika con Kubo e la spada magica, che ha unito il 3D e la puppet animation all’interno di micromondi ricreati artigianalmente e poi inseriti in scenari ricreati in Full CGI. Un vero e proprio bengodi per qualsiasi artista, designer e creativo presente sul pianeta.
Max Giovagnoli è il principale transmedia producer italiano. Dirige la scuola di Arti Visive dello IED di Roma ed è Direttore Artistico del festival Heroes, responsabile cinema di Romics e Cartoons on the Bay. Come direttore creativo ha lavorato al lancio di film e serie per Universal, Disney, Warner, Sony e RAI. I suoi saggi sul cinema e sullo storytelling sono pubblicati in Italia e in USA.