In un articolo di Lila Shapiro pubblicato da Vulture, Joss Whedon ha finalmente rotto il silenzio sulle innumerevoli accuse di comportamenti inappropriati piovutegli addosso sin da quando Ray Fisher ha iniziato ad accusarlo dopo l’uscita di Justice League.
Nella lunga intervista, Whedon ha ammesso alcune colpe e ha negato diverse altre accuse. Alla fine, l’immagine dell’autore che emerge dal pezzo non è quella di un uomo davvero pentito, ma di uno che è stato trascinato nel fango per ragioni ipocrite – sostanzialmente dai fan di Zack Snyder – e che, per quanto abbia fatto alcune cose discutibili, non si ritiene assolutamente il “mostro violento” descritto dai media.
Whedon ammette di essere “terrorizzato da ogni parola che esce dalla mia bocca”, dunque consapevole della posizione delicata in cui si trova. Durante l’intervista racconta di aver sofferto a lungo di “stress post-traumatico” per un’infanzia senza struttura, con due genitori – lo sceneggiatore televisivo Tom Whedon, un uomo duro, e la madre attivista Lee Stearns, una donna “straordinaria” ma “incostante” – molto difficili, e due fratelli maggiori che lo bullizzavano costantemente. Tutto ciò lo avrebbe portato, sostiene Whedon, alle dipendenze e ai comportamenti distruttivi dell’età adulta.
Nell’articolo, Shapiro cita alcuni aneddoti e testimonianze accusatorie nei confronti di Joss Whedon, come quella di uno sceneggiatore di Firefly che ricorda di una riunione in cui lo showrunner si prese gioco, in maniera “crudele” della sceneggiatura di un episodio scritta da una collega, “che lottò per non piangere tutto il tempo”. Si cita anche la regola non scritta che imponeva a Michelle Trachtenberg, interprete di Dawn Summers in Buffy, di non stare mai nella stessa stanza con Whedon, nata dopo un incontro nell’ufficio di lui da cui lei, che aveva 16 anni all’epoca, uscì “scossa”. Whedon sostiene di non ricordare alcuna regola del genere.
A proposito del suo rapporto con Charisma Carpenter, prima accusatrice di Whedon tra gli interpreti di Buffy, afferma: “La maggior parte delle mie esperienze con Charisma sono state squisite e piacevoli”. Whedon nega di averla chiamata “grassa” quando era incinta, ma ammette: “Ero giovane. Urlavo, e a volte devi urlare. Era un cast di attori molto giovani e c’era sempre il rischio che tutto di trasformasse in un cocktail party”.
Joss Whedon risponde anche alle accuse di chi sostiene che, a volte, fosse violento anche sul piano fisico: “So che mi arrabbiavo, ma non abusavo mai fisicamente delle persone”.
Shapiro lo incalza su un altro tema scottante: quello delle sue numerose infedeltà. L’ex moglie Kai Cole ha pubblicato, nel 2017, un articolo in cui accusava Whedon di essere un “ipocrita” e di aver usato il suo femminismo come scudo. Nell’intervista, l’autore ammette di aver tradito molte volte la moglie e di sentirsi enormemente in colpa al riguardo. E spiega il meccanismo psicologico che lo portò a tradire la moglie: circondato da giovani e belle donne sui set delle sue serie, Whedon pensava che si sarebbe “pentito per sempre” se non avesse fatto sesso con loro, quel genere di donne che da giovane lo avrebbero ignorato e che ora teneva invece nel palmo della mano.
Infine, Joss Whedon affronta la questione Justice League e Ray Fisher. Nega con forza l’accusa mossagli dall’attore, cioè di aver “schiarito” il colore della sua pelle, sostenendo di aver schiarito il tono di tutto il film, non solo quello della pelle di Cyborg (e questo è innegabile, basta confrontare la sua versione di Justice League con la Snyder Cut). Spiega di aver passato ore a discutere con Fisher, in maniera rispettosa, dei cambiamenti al film e della riduzione dell’arco di Cyborg (dettati, a suo dire, dai test screening). Whedon nega praticamente tutte le accuse di Fisher, che definisce “una forza malevola” e un “cattivo attore in entrambi i sensi”.
E non manca di prendersela con i super-fan di Zack Snyder, che lo hanno preso di mira definendolo un cattivo femminista. “Non gliene frega niente del femminismo. La mia ex moglie mi ha reso un bersaglio, e la gente ha sfruttato cinicamente questo”. Kai Cole, prosegue Whedon, ha “pubblicato una lettera parlando di alcune brutte cose che avevo fatto e dicendo alcune cose false su di me, ma le cose brutte le avevo fatte davvero, e così la gente sapeva che poteva colpirmi”.
L’ultimo commento di Joss Whedon non mancherà di scatenare un putiferio. Il regista e sceneggiatore si chiede se avrebbe potuto essere più gentile, ma non ne è sicuro. Forse più calmo e diretto, certo, ma forse, sostiene, il vero problema è che era “troppo” gentile. Voleva che la gente lo amasse, e così, quando era diretto, i suoi collaboratori lo ritenevano troppo duro. “Penso di essere uno degli showrunner più gentili mai esistiti”, conclude. Lasciando cadere il microfono con uno schianto che farà una lunga eco.
Joss Whedon is NOT a victim here pic.twitter.com/5w4hW7Jl6w
— Jumbled Beats ™ 🥥💨 (@Mainterrio) January 17, 2022
La risposta di Ray Fisher
Una risposta di Ray Fisher su Twitter non si è fatta attendere:
Looks like Joss Whedon got to direct an endgame after all…
Rather than address all of the lies and buffoonery today—I will be celebrating the legacy of Reverend Dr. Martin Luther King Jr.
Tomorrow the work continues.#MLKDay
A>E
— Ray Fisher (@ray8fisher) January 17, 2022
Anziché rispondere a tutte le bugie e le buffonate oggi, celebrerò il lascito del Reverendo Dr. Martin Luther King Jr.
Domani il lavoro continua.