Il costante bombardamento dei social media ti ha ormai convinto che oggi, terzo lunedì di gennaio e secondo dopo la fine delle Feste natalizie, sia il giorno più triste dell’anno, o Blue Monday. Poco importa che tutto sia scaturito da una teoria pseudoscientifica campata per aria e nata al solo scopo di essere data in pasto ai social, appunto: ormai ha attecchito al punto da generare la classica profezia che si auto-adempie: “Ah! Oggi è il giorno più triste dell’anno? Allora devo sentirmi triste! Lo dice LA SCIENZA!!1!”.
Eppure ne avrai vissute anche tu di giornate peggiori di questa, tutto sommato, no? Cioè stamattina ti sei alzato dal letto, ti sei fatto una doccia, hai fatto colazione e adesso probabilmente sei al lavoro. Magari stai gestendo qualche scazzo, ma non è che non te ne siano mai capitati, no? Di certo ci sono stati momenti peggiori.
E allora, siccome non ha senso perdere tempo a tentare di disputare la teoria del Blue Monday (ma d’altro canto quale monday non è blue?), abbiamo preferito tentare di dimostrarti che le cose potrebbero andare molto peggio di così. Ecco dieci film i cui protagonisti se la passano molto, ma molto peggio di te che, proprio adesso, stai tentando di non perdere la calma di fronte a un cliente maleducato…
Il primo film di Steven Spielberg vede un uomo qualunque, in viaggio per affari, inseguito senza motivo da un grosso camion. Duel mette in scena l’insensatezza della violenza con un ritmo serrato, che lasciava già presagire le vette che avrebbe raggiunto la carriera di Spielberg. Ancora oggi è un film tesissimo, reso ancora più angosciante dal fatto che il camionista non viene mai ripreso in volto e non viene data una ragione della sua improvvisa follia.
Sidney Lumet (uno che in tema giornate difficili era un maestro, vedere La parola ai giurati) ci trasporta nella terribile giornata di Sonny Wortzik (Al Pacino), che decide di rapinare una banca per pagare l’operazione di cambio di sesso del suo compagno. Sonny scopre di essere capitato nella banca nel momento sbagliato: il denaro è stato già prelevato dalla cassaforte e restano 1.100 dollari. Sonny, insieme al complice Sal (John Cazale) prende allora tutti in ostaggio, e diventa una specie di eroe proletario incitato dalla folla radunatasi fuori dalla banca. Le cose però non andranno proprio benissimo. Se in più ci mettiamo che il film è tratto da una storia vera… ci siamo capiti.
Jena Plissken (Kurt Russell) ha 24 ore per salvare il Presidente degli Stati Uniti, intrappolato in una agghiacciante versione futura di Manhattan, diventata un carcere a cielo aperto. Ah, ha anche due micro-bombe iniettate nel collo. Tu hai due micro-bombe iniettate nel collo e 24 ore per salvare il Presidente degli Stati Uniti? No? E allora di cosa ti lamenti!
Paul Hackett (Griffin Dunne) non sa che da un semplice incontro casuale con una donna in un bar dopo il lavoro scaturirà la notte più folle della sua vita. Martin Scorsese immortala una delle più riuscite “notti” della storia del cinema, infilando una serie di eventi imprevisti che si concatenano in un’escalation di frustrazione e circoli viziosi, fino a un finale beffardo. Che potrebbe essere tranquillamente il punto di partenza di un Blue Monday.
Il titolo originale di questo cult di Joel Schumacher è Falling Down, ma per una volta il titolo italiano rende molto meglio l’equazione “giorno di m***a = spacco tutto”. Michael Douglas è la scelta perfetta per interpretare Bill Foster, un tizio qualunque con problemi di gestione della rabbia che, dopo essere rimasto bloccato nel traffico in una giornata torrida, sbrocca e inizia a distruggere e ammazzare tutto ciò che gli capita a tiro. Un giorno di ordinaria follia, comunque, sfoggia una doppietta mica da scherzo, in termini di brutte giornate. Perché, se è vero che Bill se la sta passando decisamente male, cosa dovrebbe dire il povero sergente LAPD Prendergast (Robert Duvall), al suo ultimo giorno di lavoro prima della pensione? Ti senti un po’ meglio adesso?
Va bene, accettiamo pure che questo sia il giorno peggiore della tua vita. Ma sai come potrebbe essere ancora più peggiore? Se si ripetesse all’infinito. Succede a Phil Connors (Bill Murray) in Ricomincio da capo, diretto dal compianto Harold Ramis. Il più famoso e riuscito esempio di film sui loop temporali, Ricomincio da capo è anche la migliore rappresentazione dell’angoscia dell’uomo moderno, intrappolato in una ripetizione interminabile di giornate tutte uguali.
Dante Hicks (Brian O’Halloran) neanche ci doveva stare lì. Per “lì” si intende il Quick Stop di Leonardo, New Jersey. Dante aveva la giornata libera, ma un qui pro quo lo costringe a un tragicomico cambio di programma. Dante passerà una giornata tediosa, tra clienti uno più assurdo dell’altro, le bizzarrie del collega Randall (Jeff Anderson) e le visite della sua ragazza, con cui sta attraversando un momento di crisi. Clerks, debutto alla regia di Kevin Smith, è l’epitome del “poteva andare peggio”: letteralmente, dato che nel finale originale, poi tagliato, Dante veniva ucciso a sangue freddo da un rapinatore…
John McClane (Bruce Willis) è abituato a essere l’uomo sbagliato, nel posto sbagliato, al momento sbagliato. È la storia della sua vita. In Die Hard – Duri a morire si ritrova a dare la caccia a uno psicopatico (Jeremy Irons) che sta piazzando esplosivi in giro per Manhattan e lo ha coinvolto in un pericoloso gioco a quiz. Ma non è nemmeno questo il grosso problema: il grosso problema è che la sera prima si è sbronzato di brutto perché Holly lo ha piantato, e adesso ha un mal di testa formato famiglia. Provateci voi a correre da una parte all’altra di Manhattan con un hangover del genere!
“Il problema non è la caduta, ma l’atterraggio”. Quante volte ci siamo ripetuti questa frase come un mantra negli anni ’90, estirpandola dal suo contesto. Nel capolavoro in bianco e nero di Mathieu Kassovitz, incentrato su tre amici (Vincent Cassel, Hubert Koundé e Saïd Taghmaoui) che girovagano per Parigi nella giornata seguente a una notte di scontri con la polizia nelle banlieue, in cerca di guai e di un modo per scaricare la rabbia, è il messaggio più importante, una tragica morale: c’è sempre qualcosa di peggio. Altro che Blue Monday!
Questa sera, vada come vada, tu tornerai a casa e guarderai qualcosa su Netflix. Monty Brogan (Edward Norton) ha invece 24 ore di tempo prima di doversi presentare al carcere per scontare una condanna a sette anni per spaccio di droga. Le passerà con i suoi migliori amici, ma dovrà allo stesso tempo fare i conti con la colpa che lo attanaglia. Un bel programma, insomma. Dirige Spike Lee in uno dei suoi episodi migliori, scrive David “Game of Thrones” Benioff.