The Witcher, seconda stagione: la consapevolezza delle proprie possibilità

The Witcher, seconda stagione: la consapevolezza delle proprie possibilità

Di Marco Lucio Papaleo

Netflix, di sicuro, non pecca di intraprendenza: negli ultimi anni le ha provate un po’ tutte per cercare di assicurarsi show che riuscissero a fare presa sul pubblico. Uno dei tentativi più peculiari e, tutto sommato, più inaspettati nella loro riuscita (il successo, invece, era tutto sommato molto più assicurato) è stato The Witcher, ovvero un serial fantasy basato su una serie di romanzi piuttosto nota in Europa, da cui sono stati tratti alcuni videogiochi di grande successo.
Il fascino dell’ambientazione, il sottobosco di fan preesistente e la presenza di Henry Cavill protagonista sono riusciti a catturare l’attenzione del pubblico, rendendola una delle serie più viste e amate in assoluto (nonostante diversi difetti) e assicurarle un seguito, che andremo ora a commentare.

Congiunzioni di Sfere, di Mondi, di Destini

The Witcher, tratto dall’omonima serie di romanzi scritti da Andrzej Sapkowski, narra le avventure di Geralt di Rivia, un cacciatore di mostri mutato geneticamente e facente parte della stirpe dei Witcher, che attraversano in lungo e in largo il continente alla ricerca di creature malefiche da sterminare. All’interno delle sue avventure vivono numerosi altri personaggi e co-protagonisti: altri witcher, semplici avventurieri, maghe e stregoni, bardi e re, elfi e nani, tutti alla ricerca del loro posto nel mondo.
Data l’estrema longevità dei Witcher, le avventure di Geralt spaziano piuttosto a lungo nel tempo, e la cosa, unita anche alla natura episodica dei primi racconti dello Strigo, ha finito per creare un po’ di confusione narrativa in chi già non conosceva il personaggio, alle prese con tutta una serie di salti fra linee temporali diverse. Problematica sentita dal pubblico e riconosciuta dalla produttrice Lauren Schmidt Hissrich, che ha cercato di mantenere quanto più possibile lineare la trama, per questa seconda stagione, dando anche qualche punto di riferimento geopolitico in più.
Come in Game of Thrones, difatti, l’elemento dei regni in conflitto è centrale nelle vicende: ma a differenza della saga di JRR Martin, le coordinate sono più sfumate già nell’originale, e il sunto televisivo può risultare, a volte, confusionario, nella lunga e accesa lotta tra fazioni. E per fortuna che, nello show, sono stati introdotte principalmente solo quelle dei Regni Settentrionali, di Nilfgaard e degli Elfi! Quando entreranno in gioco Novigrad e Skellige, tuttavia, contiamo che il pubblico abbia ormai preso familiarità con la bilancia del potere, grazie anche al rinnovato focus sulla questione elfica, finalmente preso di petto insieme al ruolo portante dei maghi e a quello, fondamentale ma sottovalutato dagli abitanti stessi del Continente, dei Witcher.

Del resto, la famigerata Congiunzione delle Sfere che ha dato origine, in tempi atavici, al mondo come lo si conosce ai tempi della serie e che ha unito i piani di realtà di umani, elfi e mostri, sta dando i suoi colpi di coda e preannuncia l’arrivo della letale Caccia Selvaggia: la principessa Cirilla di Cintra sarà dunque il vero catalizzatore del nuovo conflitto, in grado di salvare o distruggere il mondo? Così sembra da una inquietante profezia che trova conferma nelle incredibili potenzialità della giovane, ora definitivamente affidata alle mani di Geralt, che si ritrova in questa stagione nel ruolo di preoccupato e inesperto mentore, più che di protagonista.
Il percorso della ragazza è irto di sfide e di scelte, che la ragazza accetta di buon grado ma che non può riuscire ad affrontare da sola: per questo l’apporto di personaggi vecchi e nuovi (da Yennefer a Triss, passando per Vesemir e gli altri Witcher del lupo) risulta fondamentale.

Rinnovamento totale

La nuova stagione dello show risulta fortemente arricchita da un punto di vista tecnico: si nota decisamente quanto l’investimento in termini economici sia stato ben più alto rispetto alla prima, con scenografie adeguate, numerosi interni ben costruiti, ottimi esterni ed effetti visivi davvero convincenti. I mostri, in particolare, risultano davvero spaventosi e inquietanti, realizzati con un misto di tecniche pratiche, prostetica, animatroni e ottima computer grafica non invasiva e perfettamente amalgamata, di livello cinematografico. Il che, unito a coreografie ben orchestrate e convincenti, porta su schermo delle belle scene di genere, per quanto non numerose come ci si potrebbe aspettare.

La serie, difatti, risulta piuttosto verbosa in molti punti, tendendo alla rappresentazione di turbe interiori quasi filler e molto dilatate da parte dei protagonisti e co-protagonisti, che vediamo spesso insicuri e titubanti sui passi giusti da compiere. Yennefer, da questo punto di vista, è una sorpresa perché la vediamo in tutta la sua vulnerabilità.

Un elemento piuttosto evidente, in questa seconda stagione, è il sopraggiunto accordo tra la produzione Netflix e CD Projekt RED per riportare atmosfere e visual dei videogiochi della saga nel serial: l’iconografia dei personaggi, nei libri, è abbastanza relativa e quella popolare è fortemente basata su quella vista nei titoli videoludici, tanto che molti fan si sono straniti a vedere alcuni personaggi avere davvero poco dei tratti con cui li conoscevano, tra cui Triss Merigold. La produzione, come presagito dall’evento online che ha coinvolto entrambi gli Studi tempo fa, ha dunque ben pensato di metterci una pezza laddove poteva, correggendo il tiro sul monster design e sulle ambientazioni, le armi, le armature, così come sulla likeness dei personaggi. Esemplare il lavoro su Triss, la cui interprete Anna Shaffer sfoggia ora una capigliatura rossa e spesso raccolta in modo da rassomigliare quanto più possibile al personaggio dei videogiochi, pur con delle ovvie differenze.

Una storia che incede, ma con ancora tanta strada davanti

In sostanza, se il ritmo incede a larghi passi e prendendosi i suoi tempi, le vicende sono comunque molto interessanti, per quanto poco risolutive, rispetto alla densità della trama dei romanzi originali: di questo passo non è così irrealistica la necessità di svariate (sette, addirittura, come pronosticato dalla produzione?) stagioni per portare a compimento l’opera.
Ci auspichiamo, per la terza stagione, una risoluzione più veloce degli snodi narrativi, senza però tralasciare l’aspetto emotivo, che è comunque stato ben esplorato: ottima, inoltre, l’idea di adagiarsi (senza tuttavia riposare sugli allori) al contesto grafico-artistico già ben noto e portato avanti da CD Projekt RED per i videogiochi, unificando un immaginario visivo già vincente.
Per il resto, Cavill convince maggiormente rispetto alla prima stagione, così come Anya Chalotra, potendo andare oltre alla superficie sexy e taciturna dei propri personaggi: la vera sorpresa però è Freya Allan, che appare davvero un’altra rispetto alla ragazzina sperduta interpretata alla fine della prima stagione. Ora è una principessa guerriera tormentata e molto credibile, con un fascino tutto suo che si riflette su quello del personaggio originale.
Una seconda stagione, dunque, migliorata sotto ogni aspetto ma comunque di transizione, destinata a essere ulteriormente plasmata per trovare il giusto ritmo e modo di esporre una lore tanto vasta quanto interessante: la produzione appare ad ogni modo ora conscia delle proprie possibilità, che non vediamo l’ora di veder sbocciare.
Donate un obolo al vostro Witcher: difficilmente ve ne pentirete.

Non perderti la nostra intervista a Joey Batey, ovvero Ranuncolo!

Qui, invece, trovi il divertente riassunto ufficiale della prima stagione.

La sinossi ufficiale

Ispirata al best-seller fantasy, The Witcher è una fiaba epica. Geralt di Rivia, un solitario cacciatore di mostri, lotta per trovare il suo posto in un mondo in cui le persone spesso si dimostrano più malvagie delle bestie. Ma quando il destino lo spinge verso una potente strega e una giovane principessa con un pericoloso segreto, i tre devono imparare a convivere per affrontare insieme un viaggio.

Il cast della serie

Nel cast della serie figurano Henry Cavill (Geralt Di Rivia), Anya Chalotra (Yennefer), Freya Allan (Cirilla), Joey Batey (Ranuncolo), MyAnna Buring (Tissaia), Mimi Ndiweni (Fringilla), Therica Wilson-Read (Sabrina) e Millie Brady (principessa Renfri). Con loro anche Jodhi May e Björn Hlynur Haraldsson (la regina Calanthe e suo marito, il cavaliere Eist), Adam Levy (il druido Mousesack), Eamon Farren (Cahir), Lars Mikkelsen (Stregobor), Royce Pierreson (Istredd), Maciej Musia (Sir Lazlo), Wilson Radjou-Pujalte (Dara) e Anna Shaffer (Triss).

Le novità della stagione 2

Nella seconda stagione si aggiungono Adjoa Andoh (Nenneke), Cassie Clare (Philippa Eilhart), Liz Carr (Fenn), Graham McTavish (Dijkstra), Kevin Doyle (Ba’lian), Simon Callow (Codringher), Chris Fulton (Rience), Yasen Atour (Coen), Agnes Born (Vereena), Paul Bullion (Lambert), Basil Eidenbenz (Eskel), Aisha Fabienne Ross (Lydia), Kristofer Hivju (Nivellen), Mecia Simson (Francesca) e Kim Bodnia (Vesemir).

Gli autori

Lauren Schmidt Hissrich è showrunner e produttrice esecutiva della seconda stagione insieme a Tomek Baginski, Jason F. Brown, Sean Daniel, Mike Ostrowski, Steve Gaub e Jarosław Sawko. Alla regia troveremo invece Stephen Surjik (The Umbrella Academy), Sarah O’Gorman (Cursed), Ed Bazalgette (The Last Kingdom) e Louise Hooper (Cheat).

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