Il 29 dicembre farà il suo debutto su Disney+ l’attesa The Book of Boba Fett, spin-off di The Mandalorian incentrato sul celeberrimo cacciatore di taglie interpretato da Temuera Morrison. Il percorso di Boba Fett, dal debutto nel vituperato Star Wars Holiday Special a una serie tutta sua, è davvero peculiare e unico nel suo genere. Tanto per cominciare, Boba fu creato in fretta e furia per poter apparire, appunto, nell’Holiday Special. Nelle prime versioni della sceneggiatura de L’impero colpisce ancora, avrebbe dovuto avere un ruolo più corposo e aveva addirittura rischiato di essere un cattivo principale. Poi le cose andarono come andarono, ma, per via del suo look davvero iconico, Boba era ormai diventato talmente popolare da spingere George Lucas a dire che, se lo avesse saputo, l’avrebbe fatto morire in maniera meno ridicola ne Il ritorno dello Jedi.
Boba Fett è forse una delle migliori allegorie degli estremi a cui il fandom di una serie popolare si può spingere: personaggio marginale, pochissimo definito, senza backstory o dialoghi importanti, eppure divenuto famoso oltre le intenzioni originali, al punto da essere stato letteralmente riportato in vita pur di soddisfare le richieste di milioni di persone. Una bella rivincita per questo antieroe working class.
Ma chi è Boba Fett? Dove è apparso per la prima volta (davvero)? Perché è nato e soprattutto chi lo ha creato? A queste e altre domande cercheremo ora di dare risposta…
Come abbiamo già accennato, Boba apparve per la prima volta nello Star Wars Holiday Special prima di fare il suo esordio ne L’impero colpisce ancora. George Lucas chiese al suo team di progettare il look del personaggio in fretta proprio per far sì che potesse rientrare nello speciale a fine 1978. Ma in realtà la prima vera apparizione di Boba era avvenuta tre mesi prima, il 24 settembre 1978, nel corso della parata della San Anselmo County Fair. San Anselmo, California, era dove si trovava la sede della Lucasfilm all’epoca. Duwayne Dunham, assistente al montaggio de L’impero colpisce ancora e Il ritorno dello Jedi, indossò il costume per l’occasione… e per poco non inciampò mentre scendeva le scale.
Ralph McQuarrie, principale concept artist della saga di Star Wars, ha influenzato l’aspetto di Boba, ma il design finale fu opera di Joe Johnston, futuro regista di Rocketeer e Captain America: Il primo Vendicatore. Naturalmente George Lucas lo aveva ideato nella sceneggiatura de L’impero colpisce ancora.
La fonte di ispirazione primaria per il personaggio fu l’Uomo senza Nome interpretato da Clint Eastwood nella Trilogia del Dollaro di Sergio Leone. Il personaggio ispirò sia Lucas nella stesura della sceneggiatura, sia la mimica e il portamento di Jeremy Bulloch, l’attore che interpreta Fett nella trilogia. Il sound designer Ben Burtt aggiunse il suono degli speroni per sottolineare ancora di più le sue origini western.
Il design dell’armatura di Boba Fett era stato inizialmente creato per un’unità di “Super Troopers” imperiali, e l’armatura era ovviamente bianca come quella degli Stormtrooper. Quando si scelse di abbandonare l’idea, il design – che era stato anche considerato per quello di Darth Vader in origine – fu riutilizzato, con nuovi colori, per uno dei cacciatori di taglie assoldati da Vader ne L’impero colpisce ancora. Nacque così Boba come lo conosciamo.
Abbiamo già citato Jeremy Bulloch, interprete del personaggio nella trilogia originale di Star Wars. Bulloch non diede però la voce al personaggio, che fu doppiato da Don Francks nell’Holiday Special e da Jason Wingreen ne L’impero colpisce ancora. John Morton lo interpretò in una scena in quest’ultimo film. Daniel Logan ne interpreta la versione giovane in Episodio II. Altri attori lo hanno interpretato nelle scene aggiuntive delle edizioni speciali, ma è naturalmente Temuera Morrison a interpretarlo in The Book of Boba Fett. Morrison aveva interpretato il cacciatore di taglie Jango Fett in Episodio II, dove si scopriva… no, questo ve lo diciamo dopo. Qui basti dire che, per continuità, tra le varie modifiche apportate da Lucas nella trilogia originale c’è anche l’aver richiamato Morrison a ridoppiare le battute di Boba.
Ed eccoci alle origini “canoniche” del personaggio. In Star Wars: Episodio II – L’attacco dei cloni si scopre che Jango Fett, cacciatore di taglie scelto per essere il “modello genetico” dei cloni dell’esercito della Repubblica, aveva ottenuto di tenere con sé un clone non modificato, per crescerlo come suo figlio. Jango muore al termine del film, ma Boba vive. In The Mandalorian abbiamo scoperto che, come Din Djarin, anche Jango Fett era un trovatello cresciuto dai mandaloriani e, per questo, Boba aveva diritto a tenere l’armatura paterna nonostante non fosse un vero mandaloriano. Va detto che questo concetto dei “Mandaloriani” non era stato ancora elaborato all’epoca della trilogia originale.
L’ultima volta avevamo lasciato Boba nelle fauci del Sarlacc su Tatooine. Privatamente, Lucas aveva però ammesso che il mercenario era sopravvissuto e la cosa è diventata ufficiale nella stagione 2 di The Mandalorian. Lì abbiamo scoperto che l’armatura di Fett era stata recuperata dai Jawa e comprata da Cobb Vanth, sceriffo della cittadina di Mos Pelgo. Din Djarin se la faceva restituire dopo aver aiutato Vanth a uccidere il Drago Krayt, per poterla ridare al popolo mandaloriano. Ma Boba, tornato in realtà in scena nella prima stagione (anche se lì ne vedevamo solo gli stivali), lo intercettava e, dopo aver raccontato che suo padre Jango era un trovatello mandaloriano, se la faceva ridare.
Secondo Marcia Lucas, ex moglie di George, il demiurgo della saga di Star Wars avrebbe considerato l’idea di rendere Boba Fett e Darth Vader fratelli nei prequel. Idea poi scartata in quanto “troppo forzata”. Ci pensate? Zio Boba. Suona proprio bene.
La celebre astronave di Boba Fett, il cui design fu sviluppato da Nilo Rodis-Jamero, si chiamava Slave I. Secondo il vecchio canone di Star Wars, ora non più canone, Boba amava battezzare tutte le sue astronavi “Slave”. Un nome che però ora è stato scartato dalla Disney in quanto rimanda alla schiavitù e a concetti da cui lo studio preferisce prendere le distanze. Ora la nave è semplicemente chiamata Boba Fett’s Starship.
L’action figure originale di Boba Fett, dalla linea prodotta da Kenner, è una delle più celebri della saga. Si poteva ottenere solo spedendo le prove di acquisto di quattro altre statuine di Star Wars e, stando alle pubblicità, il selling point numero uno era lo zainetto lanciarazzi. Ma quella parte fu eliminata da Kenner in seguito a una serie di incidenti legati ai giocattoli di Battlestar Galactica – tre bambini avevano aspirato dei piccoli missili e un quarto era morto – che avevano spinto Mattel a ritirare i giocattoli incriminati. Kenner decise di prendere una strada simile per evitare problemi e distribuì un Boba Fett senza lanciarazzi. Hasbro ha poi rimesso le cose a posto decenni dopo, quando ha distribuito un Boba Fett dotato di zaino lanciarazzi funzionante nella sua Vintage Collection.
Kenner aveva comunque prodotto dei prototipi che, col tempo, sono apparsi sulla rete e sono in breve diventati il Santo Graal dei collezionisti. Nel 2020 uno di questi è stato venduto per 62 mila dollari.