Il 18 febbraio arriverà su Netflix Texas Chainsaw Massacre, un nuovo capitolo della saga di Non aprite quella porta prodotto dal regista de La casa, Fede Álvarez, e dal suo socio Rodo Sayagues (L’uomo nel buio – Man in The Dark). Diretto da David Blue Garcia (Tejano), rappresenta l’ennesimo tentativo di realizzare un sequel diretto del primo, indimenticabile classico di Tobe Hooper. Entertainment Weekly ha pubblicato le prime due foto tratte dal film e qualche dichiarazione dei diretti interessati. Intanto, le foto…
Álvarez ha spiegato come il nuovo film si ricollegherà all’originale e come riporterà in scena Leatherface:
È praticamente lo stesso personaggio, che è ancora vivo. La nostra idea era che questo tizio fosse sparito dopo tutto quello che aveva fatto. Come fai a catturare un tizio mascherato? Una volta che si è tolto la maschera ed è scappato, sarà molto facile per lui nascondersi da qualche parte. Questa storia si svolgerà molti, molti anni dopo la storia originale. Lui è nascosto da un sacco di tempo, e tenta di fare il bravo. Alcune persone in arrivo nella cittadina in cui vive risveglieranno il gigante.
Il produttore ha aggiunto che il film è pensato per non deludere i fan e ha “la semplicità del primo film”. “Volevamo ideare una premessa semplice con un potente effetto domino”, ha spiegato.
Texas Chainsaw Massacre è scritto da Chris Thomas Devlin ed è stato girato in Bulgaria. Le riprese sono iniziate nell’estate del 2020 con il duo di esordienti nord-irlandesi Andy e Ryan Tohill alla regia, prima che Garcia li sostituisse per divergenze creative. Il cast include Sarah Yarkin, Elsie Fisher, Nell Hudson e Jacob Latimore, nei panni di un gruppo di amici che, come da tradizione, fa l’errore di allontanarsi troppo dalla grande città. Mark Burnham interpreta Leatherface.
Elsie Fisher spiega:
Il film […] parla di un gruppo di persone che arriva in questa cittadina e le cose non vanno come si aspettavano. Mescola molti temi importanti della vita reale con temi horror, che è una cosa che mi piace molto.
Álvarez aggiunge:
Penso che il primo film toccasse un nervo scoperto nel modo in cui rappresentava lo scontro culturale tra campagna e città. Negli anni ’70, gli hippie rappresentavano la gioventù cittadina. Stavolta si tratta di hipster millennial da Austin, con spirito imprenditoriale e il sogno di lasciarsi alle spalle la città per tornare alla campagna. Stanno tentando di gentrificare l’America di provincia – e diciamo solo che incontreranno qualche resistenza.
A differenza degli ultimi Halloween, comunque, questo film non negherà completamente i sequel di Non aprite quella porta:
Quando dico “sequel diretto”, non intendo che salta tutto. Quando i film lo fanno, a volte sembra un po’ irrispettoso nei confronti degli altri film. Alcuni amano Non aprite quella porta – Parte 2. Mi piacciono molte cose di quel film – è così bizzarro e figlio dei suoi tempi. Ma il resto [della saga] è un disastro, per quanto riguarda il canone. Direi che dipende da voi decidere quando e come gli eventi degli altri film siano accaduti.