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Lana Wachowski presenta Matrix Resurrections: “È stata dura senza i cinema”

Pubblicato il 21 dicembre 2021 di Marco Triolo

Lana Wachowski ha presenziato, insieme al cast, alla première di Matrix Resurrections a San Francisco, presso lo storico Castro Theatre. Una serata organizzata a prova di Covid – gli ospiti dovevano presentare un tampone negativo e tenere la mascherina anche sul red carpet – per tornare ad abbracciare la realtà della sala, messa a rischio dalla pandemia.

La regista ha manifestato a The Hollywood Reporter la sua gioia nel poter tornare nel cinema che accolse la première di Bound 27 anni fa:

Amo San Francisco, amo questo cinema. Ho visto moltissimi film importanti qui e, 27 anni fa, quando ero incerta se sarei riuscita a fare la regista nella mia vita, il Castro fu dove tenemmo la première di Bound per il festival LGBTQ Frameline. Fu un’esperienza straordinaria e un momento chiave nella mia vita. Ho pensato che sarebbe stato bello tornare qui, restituire qualcosa alla città, darle un po’ di energia e ringraziarla. Questo cinema sembrava il posto perfetto.

Lana ha spiegato anche perché abbia diretto Matrix Resurrections senza Lilly. Quest’ultima è impegnata nella lavorazione della serie Showtime Work in Progress. Entrambi i progetti sono una sorta di elaborazione del lutto dopo la perdita dei genitori:

Quando mamma e papà sono morti, sono andata da [Lilly] e le ho detto: “Senti, ho quest’idea. Mi rendo conto che riguarda me e la mia elaborazione del lutto, e mi chiedevo se volessi lavorarci con me. Ho pensato che magari sarebbe stato bello tornare indietro insieme. Mi ha risposto: “Lo capisco, lo so, lo vedo, lo sento, ma non è quello che voglio fare. Ho bisogno di farlo a modo mio”. Il lutto fa questo, ci scaraventa in direzioni opposte ed è evidente che c’è tanto di mamma e papà in Work in Progress. Sta facendo una cosa simile, ma non la stessa.

Amo i cinema

Parlando del suo amore per la sala cinematografica, Lana Wachowski ha detto:

Amo i cinema e ci sono cresciuta. I miei ricordi d’infanzia più belli sono quelli in cui la mia famiglia ci teneva a casa da scuola e correvamo a vedere più film possibili in un singolo giorno. Per tutta la vita i cinema mi hanno sostenuta. Quando ero al liceo ed ero in crisi di identità, correvo al cinema per i popcorn, i pavimenti appiccicosi e un film di kung-fu, e mi sembrava che tutto sarebbe andato bene.

E aggiunge:

È stato duro vivere senza i cinema, non poterli frequentare e vederli chiusi. È stato difficile perché grazie al sogno collettivo che avviene in questi luoghi possiamo immaginare futuri diversi, vite diverse, possibilità diverse, speranze e amori diversi. Nella mia vita non ho sempre creduto in questo mondo. Non credevo che sarei riuscita a diventare una regista di Hollywood. Non credevo che avrei potuto essere una regista donna apertamente trans […].

Spero che un giorno potremo tornare al cinema così, come stanotte, e possiamo sedere fianco a fianco di nuovo e immaginare insieme un futuro diverso di quello in cui ci troviamo. Forse questo inizierà stasera.