La quinta puntata di Hawkeye amplia i confini della narrazione per includere anche Yelena Belova, e spalanca le porte al gran finale della settimana prossima: un episodio preparatorio, quindi, ma non privo di spunti interessanti e rivelazioni fondamentali. Siamo davvero in una nuova era del Marvel Cinematic Universe, come dimostra anche la contemporanea uscita di Spider-Man: No Way Home.
Il ritorno di Yelena (Florence Pugh) permette ai Marvel Studios di riempire una lacuna: scopriamo quindi che la sorella di Natasha è sparita in seguito allo schiocco di Thanos, proprio mentre cercava di liberare un’altra Vedova Nera. Nel presente, Kate (Hailee Steinfeld) viene consolata da sua madre Eleanor (Vera Farmiga) dopo il diverbio con Clint (Jeremy Renner). La donna ascolta il racconto di sua figlia e denuncia Jack (Tony Dalton), che viene arrestato.
Intanto, Clint e Pizza Dog trovano rifugio presso Grills (Clayton English). L’arciere è preoccupato che il misterioso capo di Maya (Alaqua Cox) venga coinvolto nella faccenda, quindi deve fare in fretta. Yelena aspetta Kate nel suo loft, ma non ha intenzioni bellicose: cerca di convincerla che Clint non merita fiducia, e l’avverte di non mettersi in mezzo. La sua missione è di ucciderlo. Fortunatamente Kate non le dà ascolto, perché il suo mentore ha bisogno di lei quando affronta Maya e la Tracksuit Mafia.
Ronin, questo il titolo, è incorniciato dalle due uniche scene d’azione dell’episodio, ma la durata contenuta gli permette di conservare un buon ritmo. C’è forse meno introspezione rispetto alle puntate precedenti, anche perché la sceneggiatura di Jenna Noel Frazier ha il compito di dipanare alcuni punti oscuri della trama. Bisogna dire che ci riesce senza scivolare in spiegoni o dialoghi didascalici: ogni rivelazione è infatti ben amalgamata nel racconto, come la scoperta del vero mandante di Yelena. Particolarmente curioso è il confronto tra quest’ultima e Kate, dove la Vedova Nera si comporta in modo amichevole, ma è chiaro che rappresenta una potenziale minaccia. L’intera scena ha qualcosa di snervante, poiché ci cala nel punto di vista di Kate.
L’umorismo è invece affidato alla simpatica scena con i due membri della Tracksuit Mafia, dove scopriamo che Clint ha davvero una freccia per ogni scopo. In tal senso, anche la stessa Florence Pugh è brava a bilanciare i toni, un po’ come aveva già fatto in Black Widow. Il suo inserimento in Hawkeye avviene in modo naturale: parliamo di una serie con gang criminali e assassini, relativamente “terrena”, quindi è il suo mondo. Scopriamo inoltre che la sua visione di Clint non lascia molto scampo. Influenzata dalle menzogne di Valentina Allegra De La Fontaine sulla morte di Natasha, vede Occhio di Falco come un assassino senza scrupoli: paradossale, se detto da una Vedova Nera.
A restare nella memoria sarà però quell’ultima inquadratura con il capo di Maya, che si rivela essere anche il complice di Eleanor: d’altra parte, l’ambiguità di quest’ultima era palese fin dall’inizio. La (re)introduzione di tale personaggio nel MCU conferma che un certo lato dell’universo narrativo, malavitoso e newyorkese, troverà sempre più spazio nelle serie per Disney+. È chiaro che Hawkeye prepara il terreno per Echo, ma prima dovremo vedere cosa succede nell’ultimo episodio.
Insomma, i Marvel Studios riescono a infilare qualche colpaccio in tutte le loro produzioni, all’insegna di una macro-narrazione seriale e cross-mediale. Non sappiamo quanto “lui” sarà coinvolto nel finale, ma è interessante il fatto che sia un personaggio già noto a Clint, e quindi già radicato nel contesto.
Per il resto, abbiamo scene d’azione solide e molto “fisiche”, girate con la consueta professionalità da Bert & Bertie. Il risultato è un conflitto dove ogni personaggio – mi riferisco a Clint, Maya e Yelena – ha le sue motivazioni, e nessuno sembra avere interamente torto o ragione. Staremo a vedere come si risolverà.