La recensione di Death to 2021: Netflix tira le somme di un anno ancora più folle

La recensione di Death to 2021: Netflix tira le somme di un anno ancora più folle

Di Marco Triolo

Se pensavate che il 2020 fosse imbattibile, probabilmente avete cambiato idea nel corso del 2021, e non vi serviva certo un nuovo speciale Netflix per confermare la sensazione. L’anno scorso siamo stati colti di sorpresa dalla prima pandemia in un secolo e pensavamo, o meglio sognavamo, che magicamente il Covid sarebbe evaporato con il nuovo anno. Non era plausibile e, infatti, l’emergenza è proseguita, pur con l’arrivo dei vaccini a tenerla a bada. Eppure, Death to 2021, sequel di Death to 2020 prodotto, e in parte scritto, da Charlie Brooker (Black Mirror), come il suo predecessore non si limita a fare il punto sulla situazione pandemica, ma tira in ballo tutte le assurdità avvenute durante l’anno per presentare un quadro cinico e ironico dell’umanità intera. E, come il suo predecessore, non fa ridere.

O meglio: Death to 2021 fa sorridere a tratti e azzecca un paio di battute di sfuggita, ma come Death to 2020 ha un’idea di comicità estremamente limitata, spesso infantile, incentrata su battute che vorrebbero essere brillanti, ma che pescano a piene mani dal sentire comune del popolo della rete e sembrano inseguirlo, strizzargli l’occhio, anziché tentare di stupire il pubblico con accostamenti originali o ribaltamenti. In poche parole, è tutta roba già sentita, dalla stupidità dei seguaci di Donald Trump e dei no-vax alla freddezza disumana di Mark Zuckerberg, e non viene riletta sotto alcuna luce originale o inaspettata, barattando l’intuizione, da cui deriva l’umorismo davvero dirompente, per un commento innocuo a misura di sonnolenza pomeridiana post-natalizia.

Più strano della finzione

La cosa che più colpisce – e questo è un problema che affliggeva anche l’originale – è che gli eventi narrati sono effettivamente più strani della finzione e, messi in fila così, sarebbero materiale realmente esplosivo. Sarebbe stato molto meglio realizzare dei veri documentari, probabilmente avrebbero fatto anche più ridere e certamente avrebbero rappresentato dei documenti di maggiore interesse. Questi mockumentary, interpreti da star (Hugh Grant, Lucy Liu, Joe Keery, Cristin Milioti, William Jackson Harper, Samson Kayo e le voci di Laurence Fishburne e Nick Mohammed) nei panni di stereotipi facili e poco interessanti, risultano terribilmente didascalici e non fanno che ripetere quello che viene mostrato, tentando di aggiungere un livello di surrealismo tramite un umorismo grottesco di cui davvero non si sente il bisogno. Specialmente quando le immagini includono un tizio vestito da bisonte che si aggira per il Congresso americano e un ex presidente che commenta un incontro di wrestling nel giorno del ventesimo anniversario dell’11 Settembre.

Ne consegue che Death to 2021 finisce per elencare cose, dalle varianti del Covid alle proteste dei no-vax, dall’insurrezione del 6 gennaio ai Talebani, dal blackout di Facebook e Instagram alla crisi climatica, senza mai essere in grado di approfondirne alcuna in maniera incisiva o tagliente. Non basta riproporre le fake news dell’ultra-destra americana o sputare l’ennesimo luogo comune sulla cancel culture per essere rilevanti. Ci vorrebbe qualcosa di più, la capacità di operare una lettura che dica qualcosa sulla condizione umana al di là di “facciamo tutti schifo”.

Non è Black Mirror

Ed è incredibile che proprio Charlie Brooker, autore che sul sottile confine tra grottesca distopia e realtà quotidiana ci ha costruito un impero, non riesca a far fruttare questo materiale. Va detto che, questa volta, Brooker si limita al ruolo di co-produttore esecutivo e sceneggiatore di alcuni sketch, mentre il ruolo di sceneggiatore capo è stato affidato a Ben Caudell (Attack of the Hollywood Clichés!). Ma ugualmente stupisce che uno speciale prodotto da Brooker manchi proprio della capacità di gestire le sfumature del grottesco che hanno reso Black Mirror un successo.

In mezzo a questo calderone, qualche rara battuta fa almeno sorridere, ma è più merito della probabilità che degli sceneggiatori. Death to 2021 riesce comunque a non fare mai ridere, a non stupire, e neppure a far riflettere come vorrebbe. Mettiamola così: almeno dura un’ora e basta.

Death to 2021 è ora disponibile su Netflix. QUI ne potete vedere una clip.

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