Michael Jordan e la storia di Space Jam: tutto era iniziato da Spike Lee (FantaDoc)

Michael Jordan e la storia di Space Jam: tutto era iniziato da Spike Lee (FantaDoc)

Di DocManhattan

Esce oggi in sala Space Jam: New Legends, nuovo punto di contatto tra una stella dell’NBA (in questo caso LeBron James) e i Looney Tunes. Tutto ha avuto ovviamente inizio con il primo Space Jam, quello del 1996 con Michael Jordan, per tanti ex ragazzini degli anni 90 film da ricordare con affetto, perché riassuntone di quei tempi: Jordan, i Looney Tunes che erano tornati di gran moda, una colonna sonora con Pump up the Jam dei Technotronic, Busta Rhymes, Coolio, LL Cool J… E sì, tutto era partito da Spike Lee. E dall’unico ruolo che Michael Jordan avrebbe potuto interpretare in un film: se stesso.

Space Jam storia

“BUGS BUNNY, IL MIO EROE”

Torniamo al 1988, sei anni prima dell’uscita di Space Jam. In una serie di celebri spot della Nike, Michael Jordan appare al fianco di quel chiacchierone Mars Blackmon, il personaggio di Spike Lee nato in un film del regista cresciuto a Brooklyn, Lola Darling (She’s Gotta Have It, 1986). Qualche tempo dopo, nel 1992, la Nike cerca una nuova idea per uno spot delle Air Jordan VII da mostrare durante il Super Bowl. Serve un altro personaggio dalla parlantina veloce, perché Jordan deve starsene lì e fare quello che sa fare, cioè umiliare un canestro. Il direttore creativo dell’agenzia che cura lo spot, Jim Riswold della Wieden+Kennedy, pensa allora a Bugs Bunny. Perché? Perché è sempre stato un fan di quel rosicchiatore di carote e aspettava da una vita intera di poterci fare quattro chiacchiere.

Lo spot del 1992, “Nike Hare”, in cui Jordan e Bugs Bunny prendono a pallonate dei bulli – ne seguirà un altro nel ’94, “Aerospace Jordan”, in cui ai due si unisce anche Marvin il Marziano – piace tantissimo al pubblico televisivo USA. È costato un botto (un milione di dollari tondi), ma ha una particolare alchimia e fa presa sugli spettatori: a quel punto la cosa potrebbe addirittura diventare, perché no, un film a tecnica mista. Chi ha incastrato Roger Rabbit è stato un successo pazzesco, no?

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BE LIKE MIKE: JORDAN NEI PANNI DI JORDAN

Per anni, David B. Falk, il procuratore di Michael Jordan, rifiuta decine di offerte per il cinema. L’unica che lo convince è la sola in cui Michael, secondo lui, è davvero tagliato per la parte: se stesso, Michael Jordan. A convincere la Warner a procedere è lo stesso Falk, che fiuta un’occasione d’oro. La major da principio non è sicura di questa cosa del film. Quelli messisi in scia di Roger Rabbit, come Fuga dal mondo dei sogni (Cool World) della Paramount, si sono rivelati del resto un bagno di sangue. Falk fa leva però sulla presenza della star più popolare del momento: telefona a Dan Romanelli, che in Warner si occupa della divisione prodotti di consumo, e gli dice che la sua compagnia sta rifiutando la chance di girare un film con Jordan e Bugs Bunny. Romanelli risponde che è impossibile: “Nessuno rifiuterebbe un film con Michael Jordan”.

Space Jam storia

IL CAMPIONE LASCIA IL CAMPO

Il film si fa. Come produttore viene ingaggiato il grande Ivan Reitman e si imbastisce questa trama della sfida tra i Looney Tunes più Jordan e i Monstars. Come regista, praticamente all’ultimo secondo prima dell’inizio della produzione, viene scelto chi ha diretto lo spot Nike Hare, Joe Pytka, che viene dalle pubblicità televisive e da videoclip di grande successo, ma in carriera ha diretto un solo film, la commedia Felice e vincente (Let it Ride, 1986), con Richard Dreyfuss e Jennifer Tilly. Space Jam sarebbe stato il suo secondo e ultimo lungometraggio.

Il problema è che nel 1993 Michael Jordan annuncia il suo ritiro. Il che parcheggia il progetto Space Jam per due anni, fino a quando cioè il campionissimo non decide di tornare al basket e ai suoi Chicago Bulls. Il tema del baseball, oltre che del rapporto con il padre del campione da poco tragicamente scomparso, viene incorporato nel film. Ora non c’era da fare altro che confezionare il tutto il prima possibile. Nel metter mano al copione, il regista, Joe Pytka, apporta alcune modifiche e vorrebbe anche permettere al suo amico Spike Lee – di nuovo lui – di fare altrettanto. Ma in Warner non sono contenti dei magri incassi del suo Malcom X, e non lo permettono.

Mancherebbe anche un finale, perché Reitman e il team di sceneggiatori non sanno come chiudere la pellicola, e alla fine si decide di chiudere con un lungo omaggio a un film sul baseball, Il migliore (The Natural, 1984) di Robert Redford, anche se la sequenza dell’home run verrà poi tagliata durante il montaggio.

Space Jam storia

VE LO RICORDATE MICHAEL J. FOX IN SPACE JAM?

No? Non lo ricordate? È perché non c’era. Ma Pytka l’avrebbe voluto, visto che aveva pensato per lui il ruolo di Stan, l’aiutante di Jordan, poi andato al Wayne Knight di (tra le tante altre cose) Jurassic Park. Michael J. Fox, dice sempre Pytka, alla produzione non andava a genio. Anche altri nomi suggeriti dal regista (come quello di Chevy Chase) vengono scartati, e alla fine gli altri umani nel cast diventeranno Theresa Randle, il sempre amabile Bill Murray… e una quantità impressionante di stelle dell’NBA, lì per una comparsata. Da Larry Bird a Charles Barkley, da Shawn Bradley a Patrick Ewing e tantissimi altri, in un concentrato di iper-basket USA anni 90.

Peraltro, a basket si gioca davvero, tra una ripresa e l’altra di Space Jam. Se avete visto su Netflix il bellissimo documentario The Last Dance, che racconta lultima stagione di Jordan ai Bulls e più in generale la sua carriera, sapete già com’è andata: “His Airness”, appena tornato nei Bulls, si fece costruire un campo da basket regolamentare al coperto negli studi, per allenarsi ogni giorno. E lì invitava tanti colleghi per delle partite d’allenamento serali in vista dell’inizio della nuova stagione NBA. Quello che magari non sapete è che anche il regista, Joe Pytka (all’epoca quasi sessant’enne, ma dall’alto dei suoi quasi due metri d’altezza), partecipava a quelle partitelle – definirle amichevoli, visto lo spirito LEGGERMENTE competitivo di Jordan, sarebbe un eufemismo – ma sempre nell’altra formazione.

Un giorno Jordan gli chiese come mai non giocasse mai nella sua squadra. Il regista rispose candidamente: “Perché così tocco palla di tanto in tanto”.

Pytka non racconta quale sia stata la risposta di Jordan, ma la immaginiamo.

Space Jam storia

PUMP UP THE JAM (PUMP IT UP)

Space Jam esce nelle sale americane il 15 novembre del 1996 (in Italia nel febbraio successivo), e le previsioni sulla commerciabilità di un film del genere si rivelano esatte. Non solo il film incassa 250 milioni di dollari al botteghino, a fronte degli 80 spesi per realizzarlo, ma si dimostra una macchina da product placement e ancor più da merchandising devastante. Vengono messi in vendita oltre 70 diversi prodotti con il volto di Jordan e il logo del film, e da soli portano nelle casse di Warner 1,2 miliardi di dollari. Si calcola che in totale il franchise di Space Jam abbia mosso negli anni tra i 4 e i 6 miliardi di dollari. Ovviamente escludendo la nuova pellicola.

Ma oltre alla nostalgia che il film continua a generare, un quarto di secolo dopo la sua uscita, tanti internauti della prima ora lo ricordano anche per il suo sito web, spacejam.com, rimasto attivo e senza modifiche per 25 anni, prima della rinfrescata per il lancio pubblicitario di Space Jam: New Legends. Una capsula del tempo potentissima di un world wide web primordiale, con le sue gif animate e quei fondini di quando si era tutti più giovani (e alcuni di quelli che stanno leggendo questo articolo non erano probabilmente ancora nati, santo cielo).

Ma se c’eravate, e lo ricordate, beh, il vecchio sito è fortunatamente ancora accessibile. Solo, se volete rendere il tuffo nel passato più realistico, aspettate almeno trenta secondi prima di guardare lo schermo dopo aver cliccato su qualsiasi cosa…

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