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Michal Myers è tornato! Halloween Kills, la recensione da Venezia 78

Pubblicato il 08 settembre 2021 di Marco Triolo

Nel 2018, Halloween di David Gordon Green aveva fatto piazza pulita di tutti i sequel del capolavoro di John Carpenter – compreso Il signore della morte, alias Halloween II, pur essendo stato scritto da Carpenter e ambientato nella stessa notte del primo – per ricollegarsi direttamente al capostipite della saga. Tre anni dopo (uno in più del previsto, causa Covid), la saga ritorna con un sequel che fa la stessa operazione di Halloween II: Halloween Kills inizia infatti pochi minuti dopo la fine del primo e prosegue le vicende come fosse il secondo tempo di un unico film.

Anzi, a ben guardare inizia pochi minuti prima della fine di Halloween, mentre le Strode sono in corsa verso l’ospedale per curare la ferita di Laurie (Jamie Lee Curtis). Lo fa introducendo una serie di personaggi storici del primo film che tornano, alcuni interpretati dagli attori originali, come l’ex sceriffo Leigh Brackett (Charles Cyphers) e l’infermiera Marion Chambers (Nancy Stephens). Tommy Doyle, il bambino a cui Laurie faceva da babysitter nell’originale, è invece qui interpretato da Anthony Michael Hall. La rimpatriata è praticamente completa, questa volta.

Green si prende anche la briga di tornare indietro fino a quella fatidica notte del 1978 per mostrarci come l’agente Frank Hawkins (Thomas Mann da giovane, Will Patton nel presente) abbia arrestato Michael Myers, proponendo un finale diverso delle vicende rispetto, ovviamente, a Halloween II. La ricostruzione è affascinante: Green azzecca il tono e la palette del film di Carpenter in maniera mimetica, al punto che vi ci vorrà qualche secondo per capire di essere di fronte a scene nuove anziché spezzoni dell’originale (e un trucchetto in particolare farà impazzire i fan di vecchia data).

Ma Halloween Kills non è solo una sagra della nostalgia, anzi. È un sequel decisamente superiore all’originale, perché ha più personalità e soprattutto ha un’agenda, vuole parlare di qualcosa al di fuori del puro citazionismo e della pura ricostruzione archeologica. La scena madre del film (ambientata in un ospedale, come Halloween II…) non contiene Michael Myers ed è un trattato sulla paura e su come sia una forza in grado di trasformare anche uomini intelligenti in una massa di bestie assetate di sangue e vendetta, pronte a scaraventarsi contro qualunque capro espiatorio venga loro indicato e senza farsi troppe domande. Non vorrei evocare Donald Trump, e questo è un tema universale che va ben oltre gli ultimi anni della storia americana. Ma è innegabile che Green abbia voluto riflettere su una serie di questioni all’ordine del giorno per mezzo dell’horror. Halloween Kills è un film politico.

Ma, intendiamoci, anche le parti concernenti Myers e la sua ennesima scia di sangue per le strade di Haddonfield non sono affatto male. Green – insieme ai co-sceneggiatori Scott Teems e Danny McBride – ha trovato il modo di mantenere sempre alta l’attenzione dello spettatore. È vero, alcune scene sono ripetitive: Michael Myers entra in una casa di soppiatto, gli occupanti lo scoprono, cercano di reagire e vengono ammazzati in modi fantasiosi e sadici. Ma a questo Green intervalla una serie di sottotrame, molte delle quali hanno a che vedere con il fallout delle efferate violenze di Myers sulla comunità di Haddonfield. Halloween Kills non è uno slasher in cui la final girl fa fuori l’assassino e nell’ultima scena sorseggia un caffè caldo seduta in un’ambulanza, con una coperta sulle spalle e gli amici a consolarla. Qui i sopravvissuti restano traumatizzati e portano le cicatrici delle violenze, anche quelle non fisiche. Qui gli onesti cittadini, sconvolti dal terrore e dal lutto, non ci mettono niente a formare posse e pretendere di farsi giustizia da soli, di fronte all’impotenza (più che giustificata, data la natura indistruttibile di Myers) delle autorità.

Ma, a differenza di quel genere di film in cui la “giustizia di frontiera” è vista sotto una luce sinistramente positiva, qui Green denuncia senza mezzi termini i pericoli che derivano dall’aggirare la legge e imbracciare le armi invocando il secondo emendamento. La reazione dei cittadini di Haddonfield, pur se comprensibile, ha risvolti tragici quanto le azioni di Myers.

In tutto questo, purtroppo Jamie Lee Curtis ha un ruolo marginale, stavolta, e il film si conclude con un cliffhanger vero e proprio, un finale aperto che preannuncia Halloween Ends con un bel colpo di scena.

Problemi a parte, Halloween Kills non è il solito sequel, e si vede chiaramente che David Gordon Green ha preso le misure della saga e ha trovato la sua voce originale. Ora c’è da sperare che il terzo capitolo, in arrivo nel 2022, prosegua su questa strada.