Black Widow: Scarlett Johansson ha fatto causa alla Disney per l’uscita streaming

Black Widow: Scarlett Johansson ha fatto causa alla Disney per l’uscita streaming

Di Marco Triolo

Scarlett Johansson ha fatto causa alla Disney per l’uscita day-and-date di Black Widow nei cinema e su Disney+, sostenendo che lo studio abbia spinto Marvel a violare il contratto che aveva con l’attrice. Quel contratto, secondo quanto affermano i legali di Johansson, prevedeva un periodo di esclusiva nelle sale. Inoltre, Marvel/Disney avrebbe rifiutato di rinegoziare i termini dell’accordo dopo aver annunciato che Black Widow sarebbe uscito in streaming in contemporanea con le sale.

A quanto si legge nel testo della causa, la scelta di far uscire Black Widow anche su Disney+ sarebbe stata fatta puramente per far crescere il numero di iscritti alla piattaforma e pomparne le azioni in borsa. Inoltre, il CEO Bob Chapek e l’executive chairman Bob Iger avrebbero ottenuto lauti bonus proprio grazie al lancio di Disney+. A discapito della star, che aveva negoziato una percentuale degli incassi sfumata con l’uscita ibrida

Il film di Cate Shortland ha registrato il migliore esordio in Nord America durante la pandemia, con 80,3 milioni. Ma molti esperti sostengono che il film avrebbe fatto di meglio non fosse stato per l’uscita sulla piattaforma, che ha oltretutto aperto la strada alla pirateria. Secondo il sito TorrentFreak, Black Widow è stato effettivamente il film più scaricato sin dal suo lancio online il 9 luglio. La presenza su Disney+ ha anche portato al più forte calo di incassi tra primo e secondo weekend per un film MCU.

John Berlinski, legale di Scarlett Johansson, ha dichiarato:

Non è un segreto che Disney sta distribuendo film come Black Widow direttamente su Disney+ per far crescere gli abbonati in modo da incrementare il prezzo delle azioni della compagnia, e che si sta nascondendo dietro al Covid-19 come pretesto per farlo. Ma ignorare i contratti degli artisti responsabili del successo dei suoi film per sostenere questa strategia miope viola i loro diritti, e abbiamo intenzione di provarlo in tribunale. Di certo questo non sarà l’ultimo caso in cui i talent di Hollywood fronteggeranno Disney per chiarire che, qualunque pretesa possa avere la compagnia, ha l’obbligo legale di onorare i suoi contratti.

Il contratto di Scarlett Johansson prevedeva, sempre secondo il testo della causa, che il film fosse distribuito in non meno di 1.500 schermi per un periodo dai 90 ai 120 giorni. Ovvero la finestra standard nel 2019, prima del Covid, l’epoca in cui il contratto della star fu finalizzato.

La risposta Disney

Proprio questo dettaglio è centrale nella risposta di The Walt Disney Company alla causa di Scarlett Johansson. Il Covid è un elemento che non può essere ignorato. Disney parla di un “insensibile disprezzo” dimostrato da questa causa nei confronti della pandemia. Nelle parole di un portavoce della compagnia:

Non ha alcun merito questa istanza. La causa è particolarmente triste e dolorosa nel suo insensibile disprezzo per i terribili e prolungati effetti globali della pandemia di Covid-19. Disney ha pienamente rispettato il contratto di Ms. Johansson e, oltretutto, l’uscita di Black Widow su Disney+ con Accesso VIP ha sensibilmente accresciuto la sua capacità di guadagnare una compensazione aggiuntiva oltre ai 20 milioni che ha ricevuto finora.

[UPDATE] La furia di Kevin Feige

Si aggiunge un altro punto di vista interessante sulla faccenda. A quanto afferma Matthew Belloni di The Hollywood Reporter, il capo della Marvel Kevin Feige sarebbe “furioso e imbarazzato” per questo incidente. E si sarebbe fortemente opposto all’uscita ibrida di Black Widow:

[Feige è] un dipendente fidato, non ama gli scontri aziendali o le scenate. Ma mi dicono che sia furioso e imbarazzato. Ha fatto pressione contro il piano day-and-date Disney per Black Widow, preferendo l’esclusività della sala e non volendo turbare i suoi talent. E quando poi i nodi sono venuti al pettine, il film ha iniziato a floppare e i legali di Johansson hanno minacciato una causa, voleva che Disney mettesse le cose a posto con lei.

[UPDATE 2] La risposta dell’agente di Scarlett Johansson

Bryan Lourd, co-presidente dell’agenzia CAA e agente di Scarlett Johansson, ha voluto intervenire a sua volta per rispondere al comunicato diffuso da Disney con toni severi (via Deadline):

Mi rivolgo al comunicato di The Walt Disney Company diffuso in risposta alla causa presentata contro di loro ieri dalla nostra cliente Scarlett Johansson. Hanno accusato sfacciatamente e falsamente Ms. Johansson di essere stata insensibile nei confronti della pandemia di Covid, nel tentativo di farla apparire sotto una luce che sia io che loro sappiamo non rappresentarla.

Scarlett è stata partner della Disney per nove film, che hanno fruttato alla Disney e ai suoi azionisti miliardi. La compagnia ha incluso il suo salario nel proprio comunicato stampa nel tentativo di trasformare il suo successo come artista e businesswoman in un’arma, come se fosse qualcosa di cui vergognarsi. Scarlett è estremamente fiera del lavoro di cui lei e tutti gli altri attori, sceneggiatori, registi, produttori e il team creativo Marvel hanno fatto parte per oltre un decennio.

Questa causa è stata presentata come risultato della decisione Disney di violare consapevolmente il contratto di Scarlett. Hanno molto deliberatamente spostato il flusso di entrate e profitti al lato Disney+ della compagnia, lasciando i partner artistici e finanziari fuori dalla loro nuova equazione. Questa è la realtà, pura e semplice.

Il diretto attacco Disney alla sua persona e tutto ciò che hanno implicato è indegno della compagnia con cui molti di noi nella comunità creativa hanno lavorato con successo per decenni.

Vedremo come si evolverà la faccenda, ma è probabile che si concluderà al di fuori di un’aula di tribunale. Comunque vada, una cosa sembra trasparire: si è aperto il vaso di Pandora e altri seguiranno l’esempio di Scarlett Johansson. ScreenRant riporta infatti che Emma Stone sta considerando di fare causa alla Disney per l’uscita ibrida di Crudelia.

Fonte: Deadline

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