Dopo il caso Snyder Cut, il nome di Zack Snyder è diventato sinonimo di “autore che non compromette la sua visione”, e ora sembra che anche Snyder si sia adeguato a questa immagine. E questo nonostante, nel corso della sua carriera, abbia adattato parecchi titoli preesistenti – L’alba dei morti viventi, 300, Watchmen e, appunto, i supereroi DC.
Parlando con The Times a proposito del suo metodo di lavoro, Zack Snyder ha elaborato un po’ sulle lezioni apprese di recente a Hollywood. E usato Star Wars come esempio di una proprietà che, forse, non gli converrebbe toccare.
Snyder ha detto:
Le cose si complicano quando prendi un regista con un punto di vista personale e gli chiedi di partecipare a qualcosa che non ne ha bisogno. Il regista artigiano? Ce ne sono molti, e sono bravi. Ma per quanto mi riguarda ho un punto di vista specifico.
Che, va detto, è emerso anche nei film DC che ha realizzato: la sua idea dei supereroi come dei è molto diversa da quella Marvel, e molto evidente nei film. Ma ci sono franchise che non si prestano a questo, come quello di Star Wars:
La lezione che ho imparato è che per me, in quanto regista, è più facile creare un mondo e invitarvi in esso. Piuttosto che dire “Fatemi mettere il mio ingranaggio nella vostra ruota”. Ad esempio, mi piacerebbe molto fare un film di Star Wars. So molte cose sulla saga… ma non penso che sopravvivrei.
Ci sarà, comunque, chi da questo discorso trarrà solamente il “mi piacerebbe molto”. Ma sembra chiaro che Snyder ci penserà due volte prima di lavorare di nuovo per un grosso franchise con un marchio già stabilito. Il suo prossimo film, Army of the Dead, nasce infatti da una sua idea. Lo vedremo su Netflix il 21 maggio (QUI il trailer).