Jeff Bezos, il CEO di Amazon, non era troppo contento delle serie distribuite da Prime Video, come L’uomo nell’alto castello. Sentiva che ancora mancava qualcosa. Sentiva che la piattaforma non aveva il suo Game of Thrones. E decise di dover fare qualcosa a riguardo.
È quanto racconta Brad Stone, autore del libro Amazon Unbound, nel corso di un’intervista rilasciata a TheWrap. Stone rivela che, verso la fine del 2016 e gli inizi del 2017, Bezos convocò l’intero team di Amazon Studios a Seattle e disse “So come si fa!”. A quel punto…
Snocciola una lista di tredici cose che pensa siano la fondazione di ogni grosso franchise, film o proprietà: un protagonista carismatico, un antagonista minaccioso, del world-building, dei cliffhanger, una storia d’amore, un’alta posta in gioco per la società. Ho l’intera lista nel mio libro. La cosa buffa è che, ogni volta che proponevano qualcosa, i dirigenti di Amazon Studios erano costretti a controllare la lista per vedere quali di queste tredici cose la serie aveva e quali non aveva. E se non ne aveva, dovevano spiegare perché.
Stone spiega che poi la lista di Bezos causò una ribellione all’interno di Amazon Studios. La squadra “era convinta che non si potesse ridurre lo storytelling creativo a una formula”. L’esperienza evidenziò la distanza tra la squadra di creativi di Amazon a Los Angeles e i “contafagioli e tecnologi” del quartier generale della compagnia a Seattle.
Negli anni, Amazon ha azzeccato diversi successi, da Fleabag a La fantastica signora Maisel. Ma effettivamente la compagnia/piattaforma non ha mai prodotto un franchise paragonabile a quello di Game of Thrones. Non che non ci stia provando: è attualmente in lavorazione una costosa e ambiziosa serie ispirata agli scritti di J.R.R. Tolkien, The Lord of the Rings, che non sarà un adattamento de Il signore degli anelli ma farà da prequel alla celebre saga. E potrebbe essere esattamente quello che Jeff Bezos cercava.