Ci sono poche cose americane quanto il tema della seconda occasione. È una vera e propria ossessione per tanti scrittori, sceneggiatori e registi. E questo perché è innato per gli americani, fa parte del DNA di una nazione nata come seconda occasione per i coloni partiti dalle loro terre e giunti nel nuovo mondo. Di mezzo ci si mette anche il Sogno Americano, l’ideale di una persona in grado di cavarsela da sola e costruirsi la propria fortuna lavorando sodo e partendo dal nulla. Questa scommessa può essere vinta o portare al fallimento, ma c’è sempre la possibilità di rifarsi una vita. This is America.
È con questo spirito che arriva su Disney+ (dal 16 aprile) Cambio di direzione (il cui titolo italiano è ancora più esplicito dell’originale Big Shot). La serie, creata da David E. Kelley (Big Little Lies, The Undoing, Big Sky) e Dean Lorey (Harley Quinn), vede John Stamos nei panni di un allenatore di basket del campionato universitario costretto ad allenare la squadra di un liceo femminile dopo aver dato di matto durante una partita. È una premessa davvero molto classica, vista molte volte sia al cinema che in TV. Ma che, per usare un’espressione forse un po’ abusata, “funziona sempre”.
Specialmente quando di mezzo c’è un cast come quello sfoggiato dalla serie e una scrittura che abbraccia da subito la classicità della premessa senza pretendere di reinventarla. Ma, semplicemente, di aggiornarla al mondo di oggi, in cui inclusività ed eguaglianza sono le parole d’ordine.
Dopo essere stato estromesso dalla NCAA, il coach Marvyn Korn (John Stamos) ha una seconda possibilità quando gli viene proposto di allenare in un liceo privato d’élite. Qui scopre che con le giocatrici adolescenti serve empatia ed emotività, concetti ben lontani dal suo modo di essere. Solo quando riesce a fare squadra con le sue giocatrici, coach Korn inizia a trasformarsi nella persona che ha sempre desiderato essere. Le ragazze imparano a prendersi maggiormente sul serio, trovando il loro equilibrio sia in campo che fuori.
La serie, composta da 10 episodi, ha per protagonisti , oltre a Stamos, Jessalyn Gilsig, Yvette Nicole Brown e Richard Robichaux. Accanto a loro troviamo un gruppo affiatatissimo di giovani attrici e attori, che include Sophia Mitri Schloss, Nell Verlaque, Tiana Le, Monique Green, Tisha Custodio e Cricket Wampler.
Sono queste la varietà e l’inclusività di cui parlavamo sopra: un cast di attrici di diverse etnie, in una serie che piazza il classico pesce fuor d’acqua in un ambiente a lui sconosciuto. Eppure non tutto è come sembra: Korn sarà anche un allenatore duro, insensibile, vecchio stampo, ma ha una figlia adolescente. Apparentemente è molto distante dal mondo in cui viene catapultato, ma sotto sotto non può fare a meno di affezionarsi a queste ragazze che, come sua figlia, devono crescere spesso senza l’aiuto dei genitori. Stamos riesce a gestire la complessità e i conflitti interni del personaggio senza farli trasparire troppo, come si addice a un uomo cresciuto con il mito dell’allenatore inflessibile e cool.
Alla fine dei tre episodi che abbiamo visto in anteprima, la figlia di Marvyn si trasferisce a vivere con lui a San Diego, e da qui la serie dovrebbe definitivamente prendere la strada della riflessione sulla famiglia e sui legami, e come questi siano più importanti della carriera e del prestigio. Se questo fosse il messaggio non ci stupiremmo: siamo più sempre in territori Disney. Ma in Cambio di direzione c’è abbastanza cuore da renderla una serie piacevole, che saprà trovare il suo pubblico.