Nel corso di The Marianne Williamson Podcast, James Cameron ha raccontato alcuni retroscena della lavorazione dei sequel di Avatar. Rivelando, tra le altre cose, di aver quasi licenziato l’intera squadra di sceneggiatori – tra cui Josh Friedman, Rick Jaffa, Amanda Silver e Shane Salerno – prima ancora che potessero scrivere i film.
Ma non perché sia un despota che voleva che le cose fossero fatte in un certo modo. In realtà, a quando spiega, il regista intendeva solo incentivare gli sceneggiatori a smetterla di pensare da sceneggiatori. Perché, prima di scrivere i film, voleva capire meglio l’essenza di Avatar e cosa avesse funzionato la prima volta, allo scopo di recupare quegli stessi elementi nei sequel:
Quando ho iniziato a scrivere i sequel, all’epoca dovevano essere tre e poi sono diventati quattro, ho messo insieme un gruppo di sceneggiatori e ho detto “Non voglio sentire le idee di nessuno finché non avremo passato un po’ di tempo a capire cosa abbia funzionato nel primo film e perché. Loro insistevano a voler parlare delle nuove storie. Io dicevo “Per ora non lo faremo”. Alla fine ho dovuto minacciare di licenziarli tutti perché stavano facendo quello che fanno gli sceneggiatori, cioè tentare di creare nuove storie. Dissi: “Dobbiamo capire con cosa sia entrato in sintonia il pubblico e proteggerlo, proteggere quella brace e quella fiamma.
A quanto pare, questo processo è andato estremamente in profondità. Il team ha analizzato tre livelli: la trama, il livello spirituale, ovvero “temi come capitalismo, imperialismo, colonialismo, abusi dei diritti umani e disturbo da deficit di natura”, e il livello onirico di Avatar. Ovvero “il bisogno di essere in un certo spazio, in un posto che sia sicuro”, che si trattasse di “volare” o del “senso di libertà ed euforia”, o ancora di essere “nella foresta dove puoi annusare la terra. Era un qualcosa di sensoriale capace di comunicare a un livello molto profondo. Quella era la spiritualità del primo film”. Cameron conclude: “Abbiamo creato e scartato molte storie per il secondo e terzo film, perché erano prive di quel feeling da sogno a occhi aperti”.
Fonte: ThePlaylist