Nel corso di un’intervista rilasciata al Telegraph, Ralph Fiennes ha commentato le recenti accuse di transfobia mosse contro l’autrice di Harry Potter J.K. Rowling, difendendola. E scagliandosi contemporaneamente contro la cancel culture.
Fiennes si è concentrato sul tono violento della conversazione, e non sui temi trattati nella stessa:
Non riesco a capire il livore diretto contro di lei. Posso capire che ci si scaldi per una discussione, ma trovo quest’era di accuse e il bisogno di condannare irrazionali. Trovo il livello di odio che la gente esprime su punti di vista che differiscono dai loro, e la violenza del linguaggio contro altri, disturbanti.
Per Ralph Fiennes, non si dovrebbe scartare un’opera d’arte perché non più rilevante, ma piuttosto renderla di nuovo rilevante:
Mi fa preoccupare che si decida che certe opere teatrali classiche siano irrilevanti. Penso spesso che si leggano le cose in maniera superficiale. Il teatro della Restaurazione è definito “colonialista, gerarchico, quasi razzista”. Ma sono solo opere teatrali. Puoi ribaltarne la lettura. Il pericolo è nell’etichettare nel cose. Questi testi sono lì, puoi trovare l’umanità in essi ed estrarne le cose che sono rilevanti. Se dici “non rientra in questi parametri”, stai calando la saracinesca del giudizio prima ancora di essere entrato nella stessa stanza. Penso che sia preoccupante.
Fiennes ha citato artisti come Picasso e Henry Miller, spiriti liberi che hanno rivoluzionato i loro campi:
Abbiamo bisogno di voci di questo tipo, che rischino di essere offensive. Sarebbe triste se ignorassimo le voci espressive che potrebbero scuotere il panorama, che potrebbero entrarci dentro, farci arrabbiare ed eccitarci. Odierei un mondo in cui la libertà di avere quel tipo di voce fosse soffocata.
Ralph Fiennes ha anche parlato del ritorno al cinema (“Mi manca andare a vedere un film al cinema, ma come tutti ho goduto dell’accessibilità dei servizi streaming”) e, naturalmente, dell’atteso ritorno di Bond. No Time to Die è previsto per l’8 ottobre (da noi e in USA) e il 30 settembre nel Regno Unito. L’attesa, secondo Fiennes, non ha fatto che renderlo più rilevante:
Da quello che so, il film avrà grande pertinenza e risonanza, imprevedibilmente. Avrà più aderenza, in termini di contemporaneità. Sarà emozionante.