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Netflix sperimenta nuove misure per limitare la condivisione degli account

Pubblicato il 12 marzo 2021 di Marco Triolo

Netflix sta sperimentando nuove misure per impedire la condivisione delle password degli account tra i titolari e i loro amici. Questo sia per ragioni economiche che di sicurezza. Attualmente sta venendo testata una funzione che permette a Netflix di bloccare l’accesso a una persona, diversa dal titolare dell’abbonamento, che tenti di entrare nell’account. Nel caso in cui Netflix rilevasse un tentativo sospetto di accesso, manderebbe un codice al titolare dell’abbonamento per verificare che la persona che ha tentato l’accesso sia autorizzata a farlo. In caso di mancata conferma (che dovrebbe avvenire entro un periodo di tempo determinato), la persona verrebbe bloccata.

La ragione è ovvia: molti condividono l’account – Netflix permette di avere fino a quattro profili più quello dei bambini – anche se non fanno parte della stessa famiglia/casa. Una questione spinosa perché, se per caso i figli di una coppia dovessero allontanarsi da casa per studio, per quale motivo non dovrebbero poter proseguire a utilizzare l’account comune? Il CEO Reed Hastings ne ha parlato nel 2016:

La condivisione delle password è qualcosa con cui tocca imparare a convivere. La maggior parte delle condivisioni sono legittime, come quando si condivide con il coniuge, con i propri figli, perciò non c’è una linea di demarcazione netta, e comunque ce la caviamo bene già così.

Al di là dei casi limite come questo, comunque, Netflix sta cercando di spingere le persone a effettuare iscrizioni separate al servizio, per avere più clienti paganti.

Questione di sicurezza

D’altra parte, c’è anche una ragione di sicurezza. La compagnia vuole evitare che chi ottiene una password in maniera fraudolenta possa utilizzarla per accedere all’account di estranei. “Questo test è progettato per far sì che le persone che usano Netflix siano autorizzate a farlo”, sintetizza un portavoce della compagnia a The Verge.

La condivisione delle password è da lungo tempo un problema per questo tipo di servizi. Secondo una ricerca effettuata da Parks Associates, questo tipo di condivisione, unita alla pirateria, costerebbe 9 miliardi di dollari all’anno alle compagnie streaming.