Invincible: la recensione della serie Amazon dal fumetto di Robert Kirkman

Invincible: la recensione della serie Amazon dal fumetto di Robert Kirkman

Di Marco Triolo

Metto le mani avanti: non ho mai letto Invincible. Sono un grande fan di The Walking Dead e leggo Oblivion Song, quindi non sono a digiuno di Robert Kirkman, ma non avevo mai affrontato l’epopea meta-supereroica che Kirkman ha creato con Cory Walker e Ryan Ottley. Ma sapete una cosa? Non serve. E ne volete sapere un’altra? Dopo aver visto i primi tre episodi della serie di Invincible, ho immediatamente comprato i primi tre volumi del fumetto.

La prima cosa da tenere presente parlando della serie animata sviluppata da Simon Racioppa (Teen Titans) è che gli episodi durano 45 minuti. Come quelli di una serie live action, non come quelli della canonica serie animata. Siamo dunque di fronte a un prodotto ambizioso, che denuncia subito la sua volontà di essere “per adulti”. Ed è curioso, meta-televisivo quanto il fumetto è meta-fumettistico, che lo faccia a partire da un character design che si rifà abbastanza classicamente al look delle serie animate americane. Salvo poi affondare nella violenza più splatter, prima con il contagocce e, progressivamente, in maniera sempre più sciolta e divertita.

Chi ha letto il fumetto saprà già qual è l’idea portante – quello che in inglese si definisce “high concept” – alla base del fumetto. Per tutti gli altri, non la riveleremo certo qui: vi basti sapere che il primo episodio si conclude con un colpo di scena che ribalta totalmente lo scenario e stabilisce quale sarà il conflitto centrale della serie. Un conflitto doloroso e devastante, che porterà certamente a sviluppi molto drammatici e avvincenti.

Racioppa fa un ottimo lavoro di scrittura, delineando alla perfezione l’universo narrativo del film e introducendo con grande disinvoltura i personaggi centrali e quelli di contorno. Dopo appena un episodio conosciamo bene il protagonista, Mark Grayson, un ragazzo di provincia, geek, amante dei fumetti, che tra le altre cose è anche il figlio del più grande supereroe del mondo (Omni-Man, il Superman del posto). Dopo tre episodi ci siamo bevuti totalmente l’idea che questo universo narrativo esista da ben prima che noi lo scoprissimo. È pieno di supereroi ben definiti nel carattere, nei rapporti e nel design. È post-moderno, ovviamente, nel senso che pesca a piene mani da DC (soprattutto) e Marvel, citando a destra e a manca la mitologia dei supereroi americani. In questo senso, se avete amato The Boys apprezzerete anche Invincible.

Ma alle spalle c’è anche una mitologia tutta originale. Invincible non è, insomma, citazionista per il gusto di esserlo, ma lo fa per cullarci con una serie di cliché a cui siamo affezionati, per poi strapparci il tappeto da sotto i piedi e lasciarci storditi e confusi. L’ombra di Watchmen è sempre lì, che aleggia, ma la visione di Kirkman è molto più ottimistica di quella di Alan Moore o Garth Ennis. Nel mondo di Kirkman/Racioppa ci sono personaggi positivi e negativi, non fa tutto schifo. C’è speranza, e quella speranza risiede bene o male nelle nuove generazioni.

Invincible è anche una telenovela come nella migliore tradizione Marvel. Al centro ci sono sì le vite di un gruppo di supereroi, ma quegli stessi supereroi hanno vite private e sono teenager nei sobborghi americani. C’è da subito un bel triangolo amoroso che funziona, ci sono dei comprimari interessanti che verranno sicuramente approfonditi. C’è insomma un mondo ben intessuto, dall’ampio respiro, che sarà molto interessante esplorare nei dettagli. Se vogliamo, il rapporto tra Omni-Man e Invincible è quello tra DC e Marvel: da un lato il supereroe inteso come Dio, indistruttibile e intoccabile, potente e sicuro di sé, che arriva da un altro pianeta per salvarci. Dall’altro il supereroe teenager con “superproblemi”, insicuro (e con un nome di battaglia che diventa immediatamente uno scudo che lo protegge), goffo con le ragazze, vittima dei bulli e intimorito da una figura paterna ingombrante. Scommettiamo che sarà proprio questa umanità a renderlo “invincibile”?

Il cast

L’ambizione si riflette anche nel cast di voci, davvero impressionante: Steven Yeun (ex Glenn di The Walking Dead, ora candidato all’Oscar per Minari) è il protagonista, Mark Grayson. J.K. Simmons è suo padre Nolan Grayson, alias Omni-Man. E poi ci sono Sandra Oh, Zazie Beetz, Walton Goggins, Gillian Jacobs, Jason Mantzoukas, Zachary Quinto, Mark Hamill, Seth Rogen, Michael Dorn, Clancy Brown, Jonathan Groff, Mahershala Ali, Jon Hamm, Ezra Miller, Djimon Hounsou, Michael Cudlitz, Lennie James, Reginald VelJohnson (che fa il preside del liceo di Mark, dedicato proprio all’attore nel fumetto), Sonequa Martin-Green, Justin Roiland e Lauren Cohan. Uff.

Il messaggio implicito è: questo non sarà “solo” un cartone animato coi supereroi. Sarà una tragedia shakespeariana corale, che rifletterà su concetti universali come famiglia, educazione vs. natura, vigilantismo vs. giustizia e su quanto l’ombra dei genitori possa influenzare i figli. E, soprattutto, decostruirà ancora una volta, come tanti amano fare oggi, la mitologia dei supereroi americani per svelare quanto riesca ancora oggi a parlare di una società che amiamo e amiamo odiare.

I primi tre episodi di Invincible arriveranno su Amazon Prime Video il 26 marzo. I restanti verranno caricati uno ogni venerdì. QUI il trailer.

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