Palmer è da poco sbarcato su Apple TV+.
Diretto dall’attore e regista Fisher Stevens, il film vede nel cast Justin Timberlake nel ruolo di un ex talento del football di nome Eddie Palmer, che dopo un periodo trascorso in prigione torna nella sua città natale per rimettere insieme i pezzi della sua esistenza.
Lì, è costretto a confrontarsi con il suo passato, ma affronta anche un’altra sfida nel momento in cui, improvvisamente, deve occuparsi di Sam, un bambino abbandonato dalla madre.
Al piccolo Sam non interessano le cose che piacciono ai suoi coetanei. Lui adora le fate, ad esempio, e a causa di questa profonda sensibilità è spesso vittima di bullismo.
Apparentemente agli antipodi, Palmer è Sam stringono un profondo legame.
Soprattutto Palmer, da quel bambino, imparerà moltissime cose.
Palmer è un film a cui non si può fare a meno di voler bene, e questo al di là dei suoi difetti.
La trama è piena di forzature e luoghi comuni, è vero, e sin dai primi minuti l’impressione (giusta) è quella di trovarsi di fronte all’ennesima storia di riscatto personale, del viaggio di nuovo ruvido in superficie ma dal gran cuore.
Tutto questo però passa in secondo piano perché, a conti fatti, il film funziona.
Nel suo essere uno specchio del tempo, nel suo messaggio di accettazione (soprattutto reciproca), il film con protagonista Justin Timberlake si potrebbe addirittura definire necessario.
Come dichiarato dall’attore:
Dobbiamo aprire i nostri occhi, le nostre orecchie e i nostri cuori. Non penso di avere l’autorità per dire alla gente cosa pensare o cosa sentire, ma spero che il tema dell’accettazione riesca ad emergere da questo film. Questo bambino ha 8 anni, gli piacciono le cose che gli piacciono e non dovrebbe essere vittima di bullismo per questo. Dovrebbe essere accettato e supportato per questo. Amare sul serio se stessi, essere in grado di vedere le persone che ci circondano per quello che sono e proprio per questo accettarle e amarle, deve essere una cosa che viene da dentro di noi. Spero di aver ottenuto questo risultato con il mio personaggio, con Eddie. Quella scoperta dell’amor proprio può portarti in quella direzione, può diventare al tua bussola.
Qualcuno storcerà il naso, dirà che si tratta di “uno strumento di propaganda”, ma è anche questo il prezzo da pagare.
Semplice dal punto di vista della narrazione, Palmer si fa carico di un messaggio difficile, e la sua spensieratezza non è altro che un pregio.
Per quanto riguarda il cast, sono tutti perfettamente calati nella parte. Accanto al già citato Timberlake troviamo Juno Temple, la candidata all’Oscar June Squibb, Alisha Wainright ma la vera sorpresa è il piccolo Ryder Allen, qui al suo esordio sul grande ma totalmente padrone della scena.
Se il film funziona è in gran parte merito suo.