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Notizie dal mondo – La recensione del film con Tom Hanks

Pubblicato il 10 febbraio 2021 di Lorenzo Pedrazzi

Il paese più multiculturale del mondo è stato costruito sull’oppressione del “diverso”, e tale paradosso riecheggia nel nuovo film di Paul Greengrass come un rumore di fondo. Basato sull’omonimo romanzo di Paulette Jiles, Notizie dal mondo è un western di natura intimista, e in quanto tale si concentra sulla vita interiore ed esteriore dei suoi protagonisti. Eppure, il contesto in cui si muovono risuona fino ai giorni nostri, dissotterrando le radici dei conflitti etnico-sociali che tuttora dilaniano la superpotenza americana.

Greengrass ha raccontato spesso gli orrori della Storia, ma un’opera di pura finzione gli consente di trovare un barlume di speranza attraverso una vicenda ideale, paradigmatica. Il Capitano Kidd di Tom Hanks è un reduce della Guerra Civile che gira di città in città nel Texas del 1870, portandosi dietro un carico di giornali: si fa pagare 10 cent per leggere le notizie dal mondo a persone troppo impegnate col lavoro – o analfabeta – per consultare i quotidiani. Il discorso è chiaro fin da subito, racchiuso nel contrasto fra Kidd e il suo uditorio. Il Capitano visita cittadine caotiche, lerce, chiuse in loro stesse, spesso apertamente razziste, impegnate a far piazza pulita di messicani, neri, nativi americani: insomma, non è difficile vederci una sintesi dell’America trumpiana, che metteva le proprie esigenze davanti a quelle di chiunque altro. Da “Texas first!” ad “America first!”, il passo è breve.

L’unico antidoto all’ottusità e all’ignoranza è il cosmopolitismo dei quotidiani, che gettano uno sguardo oltre i confini locali, statali, nazionali. Kidd è l’ambasciatore di realtà lontane, e attraverso la parola – quella scritta dei giornali e quella parlata delle sue letture – colloca i piccoli centri in una rete globale. Il confronto tra culture serve a emanciparsi come individui, ed è proprio l’incontro con una piccola straniera, Johanna, a cambiare la vita del Capitano. La ragazzina è cresciuta nella tribù Kiowa, che l’ha rapita quand’era molto piccola. Ora la sua famiglia adottiva è stata sterminata, e Kidd deve portarla dagli unici parenti rimasti, una coppia di zii. Il lungo viaggio che ne deriva è uno spigoloso confronto linguistico – Johanna non parla l’inglese – e caratteriale, ma anche un’occasione di scambio culturale fra il tipico pragmatismo statunitense e lo spiritualismo dei nativi. Kidd sostiene che si debba vivere seguendo una linea retta, guardando avanti senza voltarsi indietro, mentre Johanna è convinta che per andare avanti sia necessario ricordare il passato. Da un lato una freccia che lacera il futuro, dall’altro un’armonia del tutto.

Così, l’influenza reciproca finisce per arricchire entrambi, e Kidd fa la scelta giusta nel momento giusto: lui e Johanna si compensano a vicenda, e sono più completi quando stanno insieme. Greengrass celebra il potere della cultura – anzi, delle culture – con una storia che vive di episodi, perché di questi è composta l’esistenza di Kidd: viaggia da una città all’altra, conosce persone diverse, affronta nuove minacce. Il fulcro della narrazione sono lui e la ragazzina, non tanto un intreccio che si dipana lungo tutto l’arco del film. Il confine tra “classico” e “convenzionale” talvolta è molto labile, e Notizie dal mondo rischia spesso di attraversarlo, come dimostra il sostanziale ritorno ai costumi tradizionali che vediamo nell’epilogo (seppure all’interno di un nucleo familiare poco ortodosso per l’epoca). Non è un caso che Greengrass cambi registro rispetto al solito: lo stile convulso e pseudo-documentaristico lascia spazio a una regia di stampo classico, pulita e rigorosa, capace sia di abbracciare i paesaggi naturali sia di cogliere le sfumature sul volto di Tom Hanks. Certo, è tutto molto prevedibile, poiché rimanda ai ben noti archetipi non solo del western, ma di qualunque epopea in cui il passato influenzi il presente.

Notizie dal mondo è una parabola sulla permeabilità delle culture, sull’importanza dell’incontro come crescita personale, sul valore delle storie come veicolo di esperienze ed empatia. Molte riflessioni, poche delle quali realmente approfondite, ma in grado di comporre un film delicato e luminoso, che vede nella solidarietà tra pari una luce di speranza. Torna subito alla mente quell’aforisma di Rainer Maria Rilke: “L’amore consiste in questo, che due solitudini si proteggono a vicenda, si toccano, si salutano”. Ecco, l’amore filiale/genitoriale tra Kidd e Johanna fiorisce proprio da qui.