La Cina, il primo paese a essere colpito dal Covid-19, da mesi si sta riprendendo e sembra vivere su un altro pianeta rispetto al resto del mondo (e all’Occidente in particolare). Già i cinema nella Cina continentale sono aperti e hanno recuperato la scorsa estate il volume di affari pre-Covid (e la Cina si è affermata come primo mercato al mondo). Ora anche quelli di Hong Kong, chiusi dal 2 dicembre per via di una quarta ondata dell’epidemia, riapriranno, nella giornata di giovedì 18 febbraio.
Per gli esercenti di Hong Kong l’ultima chiusura è stata particolarmente pesante, dato che hanno perso gli ingenti incassi del periodo delle Feste – Natale, Capodanno e il Capodanno cinese. Ma ora il numero di nuovi casi quotidiani è sceso alla cifra singola (otto casi martedì), e sia cinema che parchi a tema potranno riaprire.
Gli esercenti si stanno rapidamente attrezzando per riaprire in tutta sicurezza, aderendo alle misure anti-Covid, come il distanziamento e il ridotto numero di ingressi. I clienti di cinema e parchi dovrano inoltre lasciare all’ingresso i loro recapiti o usare l’app governativa per il tracciamento dei contatti.
Con l’apertura dei parchi a tema arriva dunque anche la riapertura di Hong Kong Disneyland, prevista per venerdì 19 febbraio. Il parco è stato chiuso due volte nel 2020. Oltre a Disneyland riaprirà l’altro grosso parco della città, Ocean Park.
Disneyland terrà aperto per cinque giorni la settimana, chiudendo i martedì e i giovedì (tranne che nelle feste e in giorni speciali). Gli ingressi saranno contingentati, ma non si conosce la precisa percentuale.
I visitatori del parco dovranno prenotare in anticipo e compilare un’auto-certificazione dello stato di salute. All’arrivo, dovranno fornire i loro contatti e data e orario della visita. Lo staff del parco dovrà sottoporsi al tampone ogni 14 giorni. Bisognerà comunque mantenere il distanziamento, indossare le mascherine, sottoporti a misura della temperatura e si continuerà con le misure extra di sanificazione.
Hong Kong Disneyland è di proprietà della Disney per il 48% e del governo della città per il 52%.
Nel primo trimestre dell’anno fiscale (da settembre), Disney ha subito una perdita di 2,6 miliardi per via della chiusura dei parchi. Uno scenario che, a parte Hong Kong, sembra destinato a prolungarsi ancora per qualche mese.
Fonte: Variety