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Golden Globes: HFPA annuncia che affronterà il problema della diversità

Pubblicato il 27 febbraio 2021 di Marlen Vazzoler

Un’inchiesta del Los Angeles Times pubblicata domenica scorsa ha puntato nuovamente i riflettori sul organizzazione senza scopo di lucro Hollywood Foreign Press Assn (HFPA), il piccolo gruppo composto da 87 giornalisti internazionali dietro ai Golden Globe Awards.

Considerata una delle cerimonie più importanti del mondo dello spettacolo, gli studio, le emittenti e le celebrità ne corteggiano il favore e sfruttano i suoi premi come strumento di marketing, mentre il gruppo viene al contempo adulato, deriso e tollerato a malincuore.

E sebbene HPFA ha una regola che vieta l’accettazione di regali dal valore superiore ai $125 per progetto, c’è una percezione diffusa che i membri possano essere persuasi e influenzati con un attenzione speciale da parte di star di serie A. Ottenere il favore di un piccolo gruppo come quello del HFPA è molto più facile rispetto a riceverlo dai 10300 (circa 9400 hanno diritto al voto) membri degli Oscar, o dai 25000 membri dell’Accademia Televisiva.

Nel 2014 Gary Oldman definì il gruppo come:

“Una novantina di nessuno che si masturba”,

quattro anni dopo lo ha ringraziato mentre accettava il suo primo Globe. Nel 2016 il conduttore della cerimonia, Ricky Gervais ha definito i Globe inutili, un premio che:

“Alcuni simpatici vecchi e confusi giornalisti volevano darti di persona in modo da poterti incontrare e fare un selfie con te”.

Ascolti, potere e remunerazione

Mentre continua il trend negativo in merito agli ascolti delle varie cerimonie, il pubblico dei Golden Globes si è mantenuto stabile tra i 18-20 milioni di spettatori, superando gli Emmy e riducendo pian piano il divario con quello degli Oscar. Questo è uno dei motivo per cui questo piccolo gruppo ha un potere così grande.

Una fonte che ha lavorato con il gruppo ha detto:

“Se gli studi volessero chiudere i Golden Globe, potrebbero farlo dall’oggi al domani. Ma a tutti piace ricevere un premio, e con i soldi e tutto quello che deriva con uno spettacolo di quella portata, è come una palla di neve che non puoi fermare”.

Negli ultimi anni la HFPA ha provato a cambiare la sua immagine pubblica donando milioni a una serie di enti di beneficienza, ma allo stesso tempo fonti interne riportano che il gruppo ha diretto alcuni fondi a beneficio dei suoi membri.

Il contratto con NBC è aumentato considerevolmente, dai $3.64 milioni dell’anno fiscale 2016-2017 ai $27.4M dell’anno scorso. Nell’anno fiscale conclusosi a giugno 2020, l’HFPA ha pagato $1,929M per i membri che hanno prestato servizio nei comitati e hanno svolto altri compiti. L’importo è stato preventivato alzato a $2,15M per l’anno fiscale in corso che terminerà a giugno 2021.

Secondo un rapporto mensile del tesoriere, due dozzine di membri del comitato per la visione di film stranieri hanno ricevuto a gennaio $3465 ciascuno per guardare film stranieri. C’è un comitato di viaggio che paga $2310 al mese per controllare il budget e approvare le escursioni per i membri (nonostante l’interruzione dei viaggi dell’era pandemica, i pagamenti sono continuati per tutto il 2020).
I membri del comitato del festival cinematografico e del comitato degli archivi hanno guadagnano rispettivamente $1100 e $2200 al mese. Gli ex presidenti e altri membri sono stati pagati $1000 al mese per servire nel comitato storico.

Le accademie cinematografiche e televisive non offrono tali remunerazioni ai propri membri.

Uno dei membri ha detto al L.A. Times:

“È una bella idea prendere i soldi dalla NBC e darli a cause giuste come l’insegnamento e il restauro dei film… ma ora regna uno spirito per mungere l’organizzazione e prendere i soldi. È oltraggioso”.

HFPA e le polemiche

Fondata nel 1943 da 23 corrispondenti stranieri sull’intrattenimento per guadagnare terreno con gli studio, la prima cerimonia risale all’anno successivo. Man mano che la sua importanza cresceva, lo stesso accadeva con le questioni di legittimità e le accuse di scorrettezza. Nel 1968 la Federal Communications Commission dichiarò che la cerimonia sostanzialmente ingannava il pubblico sulla modalità di scelta dei vincitori e le procedure seguite nella scelta.
Le procedure vennero cambiate e fu assunta la società di revisione di Ernst & Young.

Le polemiche sono continuate negli anni, ricordiamo nel 1982 la vittoria dell’attrice Pia Zadora come nuova star dell’anno. Qualche settimana prima i membri del HFPA erano stati ospiti del casino a Las Vegas del marito della Zadora, il produttore Meshulam Riklis.

Altre accuse furono al centro dell’inchiesta Fool’s Gold pubblicata dal Washington Post nel 1996 e firmata da Sharon Waxman. Nel 1999 ci fu il famoso caso degli orologi, ai membri venne chiesto di restituire 82 orologi Coach dal valore di oltre $400 ciascuno che erano stati regalati da USA Films, nel corso della campagna per promuovere l’interpretazione di Sharon Stone in The Muse. L’attrice ottenne poi la nomination ma non vinse.

Nel 2011 fu la volta del pubblicista di lunga data dell’HFPA, Michael Russell, che intentò una causa in cui dichiarava che i membri accettavano denaro, vacanze, regali e una serie di vantaggi forniti dagli studio e dai produttori in cambio di sostegno o di voti per la nomina o l’assegnazione di un premio. Nel 2013 venne trovato un accordo.

Organizzazione arcaica

L’ultima causa risale si è conclusa a novembre. Tutto è cominciato quando questa estate la giornalista norvegese Kjersti Flaa ha accusato l’HFPA di istituzionalizzare una “cultura della corruzione“, sostenendo che l’organizzazione esentasse operava come una sorta di cartello, escludendo candidati qualificati – inclusa lei stessa – e monopolizzando l’importantissimo accesso alla stampa mentre sovvenzionava impropriamente il reddito dei suoi membri.

A novembre, un giudice federale si è schierato dalla parte del HFPA nel respingere la causa che aveva attirato un’attenzione diffusa a Hollywood.

All’interno dell’HFPA, tuttavia, la causa aveva colpito un nervo scoperto con alcuni membri che avevano sperato in un agognato cambiamento. Un attuale membro dell’HFPA ha dichiarato:

“Il rigetto è stato deludente. Ho pensato che avrebbe scosso la situazione… Siamo un’organizzazione arcaica. Penso ancora che l’HFPA abbia bisogno di pressioni esterne per cambiare”.

Il problema

In un altro articolo del L.A. Times è stata posta l’attenzione sugli 87 membri del HFPA. Ci sono diverse persone di colore, ma nessun Nero. A questo proposito il gruppo ha dichiarato che ne sono consapevoli e che sono intenzionati ad affrontare questa questione.

In merito all’assenza di diversi film in lizza per gli Oscar, avente per protagonisti degli interpretai neri come Da 5 Bloods, Ma Rainey’s Black Bottom e Judas and the Black Messiah, un portavoce ha risposto:

“Non controlliamo i voti individuali dei nostri membri… cerchiamo di costruire la comprensione culturale attraverso i film e la televisione e riconosciamo come il potere della narrazione creativa possa educare le persone in tutto il mondo in merito a questioni di razza, rappresentazione e orientamento”.

Questo punto ha generato una serie di reazioni dal mondo dello spettacolo:

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HPFA ha rilasciato la seguente dichiarazione, aggiungendo che la situazione verrà trattata durante la cerimonia che si svolgerà domenica notte.

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Fonti LATimes, LATimes