The Undoing da oggi su Sky e NOW TV: la recensione della miniserie

The Undoing da oggi su Sky e NOW TV: la recensione della miniserie

Di Lorenzo Pedrazzi

La TV americana insiste a ricalcare un mercato editoriale che, da Big Little Lies a Little Fires Everywhere, immette le dinamiche del thriller in contesti sociali elevati, unendo mystery e melodramma senza soluzione di continuità. The Undoing ne è l’esempio più recente, ma la miniserie di David E. Kelley – tratta dal romanzo di Jean Hanff Korelitz – abbraccia i codici del giallo in modo ancor più esplicito: il risultato è una detection che si muove su due binari paralleli, quello del crimine e quello dei sentimenti, dove la crisi dei legami familiari induce i protagonisti a scoprire nuove verità su loro stessi.

Kelley e Nicole Kidman avevano già lavorato insieme in Big Little Lies, serie con cui The Undoing ha diversi punti in comune. Nonostante l’ambientazione si sposti a Manhattan, anche qui ci troviamo immersi nella upper class americana, con madri di successo che vengono sconvolte da un omicidio. Stavolta, però, il racconto non è di stampo corale: The Undoing si concentra infatti su Grace, psicoterapeuta sposata con Jonathan (Hugh Grant), oncologo pediatrico. Assieme al figlio Henry (Noah Jupe), formano un quadretto familiare apparentemente idilliaco, a cui si aggiunge il ricchissimo padre di Grace (interpretato da Donald Sutherland).

Grace lavora con altre madri per raccogliere fondi a favore della Reardon, prestigiosa scuola frequentata da Henry e dagli altri figli. L’ultima arrivata è Elena Alves (Matilda De Angelis), poco a suo agio in quell’ambiente rigido e asettico. La giovane donna, pittrice e scultrice con uno studio a Manhattan, sembra nutrire un certo interesse per Grace, e appare spesso turbata. Così, quando il suo corpo esanime viene ritrovato nello studio, e Jonathan scompare durante un viaggio di lavoro, Grace si ritrova al centro di un mistero che la costringe a mettere in dubbio tutte le sue convinzioni.

The Undoing

Fin dal primo episodio, il personaggio di Elena è un elemento di rottura che sfida le convenzioni: basti pensare alla scena in cui, durante la riunione per la raccolta fondi, Elena sconcerta le altre madri allattando la figlioletta davanti a loro. È qui che si può rintracciare la chiave del conflitto, almeno inizialmente. Elena si presenta infatti come un corpo materico e sensuale, con le sue nudità e funzioni fisiologiche, opposto all’inflessibilità formale delle altre donne. La regista Susanne Bier, in tal senso, è brava a sfruttare la presenza scenica di Matilda De Angelis per innescare questo contrasto: in gran parte della storia, Elena non esiste come persona, ma come fantasia o ricordo nella mente di Grace e Jonathan, scossi e attratti dalla sua alterità rispetto al contesto. Le classi privilegiate amano la novità, la consumano e poi la gettano via, ed Elena è solo l’ultima di una lunga serie di vittime.

Il problema di queste serie, però, è che la critica sociale dell’upper class passa sempre in secondo piano. Non viene mai attaccato il sistema che genera le disuguaglianze, ma soltanto le singole “mele marce” che insozzano il contesto, senza prendere in considerazione le sue storture endemiche. Si avverte insomma una certa complicità con l’ambiente, utile per foraggiare i meccanismi del melodramma e dell’empatia. The Undoing non fa differenza: l’attenzione è tutta per il lato WASP, mentre gli Alves – vere vittime delle circostanze, ovviamente non bianchi ed emarginati – vengono in gran parte ignorati dalle sceneggiature di Kelley, se non in funzione dei protagonisti. Né Elena, né il marito né il figlio maggiore Miguel possono giovarsi di una vera caratterizzazione; anzi, parlano a malapena, e di loro sappiamo ben poco (nemmeno il lavoro del marito, per dire, o qualche dettaglio sull’attività artistica di Elena).

Più convincente il lato thriller, seppur diluito nel melò. Kelley piazza le svolte narrative al posto giusto, chiudendo ogni episodio – sono in tutto sei – con un cliffhanger che tiene desta l’attenzione, e rende ambigua la soluzione dell’enigma fino alla fine (peccato solo per l’epilogo svogliato e francamente gratuito). A reggere il tutto sono le validissime interpretazioni del cast, soprattutto grazie alle infinite sfumature di Nicole Kidman e al giovane talento di Noah Jupe. Dal canto suo, Hugh Grant mette in difficoltà chiunque abbia seguito la sua carriera negli anni Novanta: Jonathan affonda le radici nei goffi romantici di Quattro matrimoni e un funerale e Notting Hill, ma lascia ben presto emergere un’ambiguità straniante, nascosta dietro lo charme e l’ironia. La sua performance funziona proprio in virtù di queste subdole sensazioni, in linea con l’atmosfera stessa della serie.

The Undoing debutta oggi su Sky e NOW TV, con tutti gli episodi subito disponibili On Demand e in streaming – e in lineare ogni venerdì su Sky Atlantic.

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