Il leggendario Rémy Julienne, stuntman e stunt coordinator che in oltre cinquant’anni di carriera ha fatto di tutto, da 007 ai poliziotteschi e fino ai film di Bud Spencer e Terence Hill, è morto all’età di 90 per Covid-19. Dall’inizio di gennaio era in terapia intensiva all’ospedale di Montargis, nella Loira, vicino alla sua città natale di Cepoy. “Quello che doveva succedere è successo, ci ha lasciati in tarda serata”, ha detto un parente di Julienne. “Era prevedibile, era attaccato al respiratore artificiale”.
Rémy Julienne è stato uno dei più celebri e ricercati stunt coordinator della storia del cinema, specializzato in stunt automobilistici. Dopo aver esordito come stuntman nel 1964, con il film Fantomas 70, passò a lavorare come stunt coordinator e collaborò al celebre Un colpo all’italiana (l’originale The Italian Job). Tra gli anni ’60 e ’70 lavorò nel cinema action francese e italiano, coordinando gli stunt di La polizia incrimina la legge assolve di Enzo G. Castellari, Il poliziotto è marcio di Fernando Di Leo e Poliziotto sprint di Stelvio Massi. Lavorò inoltre con Bud Spencer e Terence Hill in …altrimenti ci arrabbiamo! e Io sto con gli ippopotami.
Julienne era però noto soprattutto per il suo apporto alla saga di James Bond. Lavorò a Solo per i tuoi occhi, Octopussy – Operazione piovra, Bersaglio mobile, Zona pericolo, Vendetta privata e GoldenEye. Nel corso della carriera ha anche collaborato con John Woo (Once a Thief), Jean-Claude Van Damme (Double Impact, Maximum Risk), Roman Polanski (Frantic), Ron Howard (Il codice Da Vinci) e persino Adriano Celentano (Joan Lui). Ma stiamo toccando solo la punta dell’iceberg.
La sua carriera soffrì fortemente del contraccolpo di una tragedia avvenuta nel 1999 sul set di Taxxi 2, dove uno stunt causò la morte di un cameraman. Rémy Julienne diede la colpa alla EuropaCorp di Luc Besson per aver risparmiato sulla strumentazione, ma Besson negò. Julienne fu inizialmente ritenuto il solo responsabile e condannato a una pena (sospesa) di 18 mesi e una multa di 13 mila euro. Ma la corte d’appello ribaltò la sentenza, riducendo la pena di Julienne a sei mesi e la multa a duemila euro, mentre EuropaCorp fu condannata a pagare 100 mila euro. Julienne dovette però pagare 50 mila euro alla famiglia del cameraman, Alain Dutartre, per coprire le spese processuali.