Le discussioni e le polemiche sulla quarta stagione di The Crown non si fermano. Sono iniziate a metà novembre, quando il Daily Mail ha parlato di un diffuso malumore della famiglia reale britannica verso il modo in cui gli eventi più recenti nella loro storia sono stati trattati. In seguito, si sono scagliati contro Netflix Sara Horsley, vedova del maggiore Hugh Lindsay, un ex ufficiale d’onore della Regina scomparso nel 1988, e il programma televisivo australiano Four Corners, circa alcune dichiarazioni attribuite all’ex primo ministro australiano Bob Hawke, interpretato da Richard Roxburgh.
Nei giorni scorsi è intervenuto nella polemica anche Oliver Dowden, segretario di stato per il digitale, la cultura, i media e lo sport del Regno Unito. Dowden ha fatto i complimenti alla serie ma aggiunto che dovrebbe esserci un disclaimer all’inizio, per specificare la sua natura di fiction:
È una fiction splendidamente prodotta, perciò, come con ogni altra produzione televisiva, Netflix dovrebbe chiarire all’inizio che si tratta di finzione. Senza questo, temo che una generazione di spettatori che non ha vissuto questi eventi in prima persona potrebbe scambiare la finzione con i fatti.
Probabilmente in risposta a quest’ultima affermazione, Helena Bonham Carter, che in The Crown interpreta la principessa Margaret, ha detto che la serie ha la “responsabilità morale” di dichiarare che si tratta della “nostra versione” della storia e non della “versione reale”. La star ha parlato nel corso del podcast ufficiale della serie:
È una drammatizzazione […]. Penso che abbiamo la responsabilità morale di dire: “Attenzione ragazzi, questo non è un documentario, è una serie televisiva”. Sono due entità diverse.
The Crown proseguirà per altre due stagioni. Se già ora, che sta raccontando eventi di 30 anni fa, le polemiche stanno aumentando, figurarsi quando arriverà praticamente alla contemporaneità. Vedremo se Netflix o il creatore Peter Morgan decideranno di reagire in qualche modo a queste dichiarazioni.
Fonte: Deadline