La cantante Ma Rainey, la “Madre del Blues“, è un’icona del mondo della musica: nata nel 1886 in Georgia, si affermò artisticamente a metà degli anni ’20 del secolo scorso, registrando con la Paramount Records più di 100 canzoni a ritmo di jazz e blues. Netflix racconta la vita della donna in Ma Rainey’s Black Bottom, biopic che si concentra sulla forza del personaggio in un mondo dove il talento non riesce a cancellare lo stigma dell’odio razziale, dell’omofobia della xenofobia.
E’ ancora presto per conoscere le nomination per l’assegnazione dei premi dell’Academy nel 2021, ma sicuramente Netflix con Ma Rainey’s Black Bottom punta dritta verso la notte degli Oscar. Soprattutto in ragione dei due fenomenali interpreti principali: Viola Davis interpreta Ma Rainey, fieramente donna, nera e omosessuale, mentre Chadwick Boseman è il trombettista Levee, un membro della sua band accecato dalla propria ambizione e dal proprio desiderio di emergere.
Le interpretazioni di entrambi in Ma Rainey’s Black Bottom sono straordinarie. La Davis, appesantita da una serie di imbottiture per rendere più giunonica la sua figura e da un aggressivo make-up, si mette in gioco anche vocalmente con una delle canzoni del film, Those Dog are Mine (le altre esibizioni vocali sono eseguite dalla cantante soul Maxayn Lewis). Risulta perfetta nel ruolo di una donna arrabbiata con un mondo che la odia senza alcun reale motivo: Ma Rainey è infatti sì amata per la sua voce, ma non esiste nulla – non deve esistere nulla – dietro di essa, perché è una voce che arriva da una donna, e per giunta di colore. Il riscatto non è un desiderio ma una necessità palpabile, acuita dalla sensazione che aver raggiunto il successo tramite le proprie forze, spingendo al massimo il proprio talento, non è abbastanza, e probabilmente non lo sarà mai per il resto della sua vita.
Contraltare di Ma Rainey è il trombettista Levee, interpretato da Chadwick Boseman nel suo ultimo ruolo prima della prematura ed inaspettata morte lo scorso Agosto. Boseman, noto al grande pubblico principalmente per il ruolo di Black Panther nel Marvel Cinematic Universe, ha attirato su di sé la stima dei critici per tutta la durata della sua carriera (e gli stessi sembrano concordi nel definire quella in Ma Rainey’s Black Bottom una delle sue interpretazioni migliori); all’attore fu diagnosticato un tumore al colon nel 2016, ma Chad (soprannome che amava molto) aveva deciso di non rendere la notizia di dominio pubblico. La notizia della morte di Chadwick Boseman colse di sorpresa il mondo di Hollywood ed i fan dall’attore, che nonostante le difficoltà non aveva mai smesso di impegnarsi sul set: durante le riprese di Ma Rainey’s Black Bottom, nell’estate del 2019, la malattia era in effetti in uno stadio avanzato.
L’attore porta in scena nel film un personaggio con il quale è inizialmente difficile empatizzare: anche in lui è fortissimo il bisogno di un riscatto personale, di una grandezza cui si sente quasi predestinato in risposta alle angherie e alle discriminazioni subite durante tutta la sua vita. Boseman fa proprio il personaggio di Levee in tutto e per tutto: un’anima tormentata che, non avendo conosciuto altro che odio, ripaga chiunque con la stessa moneta e capace di trovare pace solamente nella musica.
Il film è totalmente ispirato all’opera omonima di August Wilson, che portò la storia di Ma Rainey a teatro nel 1982 (una versione revival, con protagonista Whoopi Goldberg, arrivò fino a Broadway). Wilson scrisse un ciclo di 10 opere noto come il Ciclo di Pittsburgh, di cui Ma Rainey’s Black Bottom fa parte: i fili comuni del Ciclo sono la tematica razziale e l’affermazione dell’identità nera nel XX secolo. Ogni opera è ambientata in un diverso decennio e parte da presupposti completamente diversi; Viola Davis aveva in effetti già portato al cinema Barriere, tratto da un’altra opera del Ciclo, Fences, aggiudicandosi un Oscar nel 2017 (a fronte di 4 candidature per il film).
Il New York Times ha definito August Wilson “Il poeta del teatro sull’America nera“: i suoi sforzi nel raccontare esperienze ed eredità della comunità afro-americana nel XX secolo gli sono valsi, per due opere del Ciclo di Pittsburgh (Fences e The Piano Lesson), 2 premi Pulitzer per la drammaturgia.
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