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Da oggi è disponibile in tutto il mondo la serie live action Alice in Borderland, basata sull’omonimo fumetto giapponese Imawa no Kuni no Alice di Haro Aso, un viaggio tra la vita e la morte.
Il protagonista di questa storia è Arisu, un giovane apatico, incapace di trovare un senso nella vita e con l’ossessione per i videogiochi. Senza alcuna ambizione, porta dentro di sé un incredibile senso di vuoto. Un giorno si ritrova all’improvviso in un’insolita Tokyo svuotata dei suoi abitanti. Qui assieme ai suoi amici e ad altri sopravvissuti è costretto a partecipare a dei giochi pericolosi per poter sopravvivere.
La paura che la vita di tutti i giorni possa essere rubata è uno dei temi centrali dell’opera originale. Sebbene questa sia una storia che risale a dieci anni fa, rimane incredibilmente attuale, soprattutto oggigiorno. Che senso ha vivere quando domani potremmo morire? Quali desideri ci spingono a lottare per la sopravvivenza?
Per adattare questo progetto il regista Shinsuke Satō (live-action Bleach, i film di Kingdom; Oblivion Island) ha preso una decisione cruciale:
“Piuttosto che raccontare la storia di un gruppo di persone che entrano in uno strano mondo, mi sono concentrato nel generare la paura che sovviene quando si considera la concreta possibilità che tutti potrebbero improvvisamente scomparire dal tuo mondo”.
Un giorno le persone scompaiono improvvisamente da Tokyo, e i protagonisti si ritrovano a godere per la prima volta della libertà. Non sono osservati dagli occhi giudicanti della propria famiglia o dei loro superiori.
Ma improvvisamente sono obbligati a giocare dei giochi, in cui si ritrovano a mettere alla prova le proprie capacità di sopravvivenza. I giochi mettono allo scoperto degli aspetti spiacevoli dei personaggi, di cui ignoravano l’esistenza. Ogni gioco espone e intreccia emozioni, conflitti e il passato.
I vincitori ricevono un pass con un numero impresso. Quel numero indica il numero di giorni che gli restano da vivere. Prima dello scadere devono giocare ad un altro gioco.
Ogni gioco si tiene la sera dopo il tramonto, i luoghi e i dettagli non sono mai gli stessi. Tutti possono partecipare, ma dopo essere entrati nella sede del gioco, nessuno può andarsene senza aver vinto. Ad ogni partecipante viene dato uno smartphone e una carta da gioco che mostra il tipo e la difficoltà del gioco. Se vincono ricevono un nuovo pass.
-Le picche rappresentano i giochi fisici che richiedono forza.
-I cuori rappresentano giochi psicologici che giocano con il cuore umano.
-I fiori rappresentano i giochi di squadra dove il legame con i compagni di squadra è fondamentale.
-I quadri rappresentano i giochi d’intelligenza.
Il primo gioco è stato creato da Sato, il suo obiettivo è mettere in evidenza il mistero dietro a questi personaggi, che sono obbligati a giocare questi giochi:
“Ho anche aggiunto elementi di giochi ‘escape room’. Volevo mostrare Arisu che usa le sue abilità in uno spazio ristretto. Mentre l’episodio 1 si concentra sulla prospettiva dei protagonisti in questo strano mondo, l’episodio 2 parte dalla prospettiva di Usagi, per mostrare che c’è un significato nella situazione in cui si trovano i giocatori”.
Il fumetto di Haro Aso è stato creato attorno a questo concetto: il cambiamento dei personaggi durante il gioco.
“Quindi, ho pensato a giochi in cui le lotte e i problemi che i personaggi devono superare sono in prima linea ed eventualmente diventano il catalizzatore del cambiamento.
Ho in qualche modo decodificato i giochi in base a come volevo che i personaggi cambiassero.
Non possiamo vivere per sempre, e dobbiamo venire a patti con questa realtà.
“Il primo volume del manga è uscito il mese dopo il grande terremoto del Giappone orientale del 2011. Vedendo i danni su larga scala così da vicino, siamo stati tutti costretti ad affrontare questioni di vita o morte nella vita reale, senza nemmeno leggere dei romanzi. Ma il mio editore ha detto che a quei tempi la gente avrebbe letto il manga e ne avrebbe assorbito davvero il significato.
Spero che le persone vedano questa serie e contemplino il fatto che non possono vivere per sempre.
Non esiste una risposta giusta quando si tratta di valori riguardanti la vita o la morte. Ma penso che avere la possibilità di considerare questi problemi renderà le persone più incrollabili quando si verificherà qualcosa di grave”.