Se avete letto il nostro articolo sui contenuti più visti in streaming negli ultimi sette giorni, vi sarete sicuramente accorti di un titolo Netflix che occupa un posto di onore in Italia ma anche a livello globale: Se succede qualcosa, vi voglio bene.
Si tratta di un breve cortometraggio animato della durata di appena 12 minuti, scritto e diretto da Michael Govier e Will McCormack, che racconta la storia di due genitori devastati dalla perdita della loro giovane figlia, intenti ad affrontare il vuoto emotivo che questo tragico evento ha causato dentro di loro.
Nessun dialogo, solo la potenza delle immagini. Quanto basta per rendere quest’opera un piccolo, grande gioiello, in grado di commuovere per la sua semplicità.
Una semplicità che, attenzione, non è una mancanza ma un vero e proprio pregio. Perché di cose da dire, da raccontare, Se succede qualcosa, vi voglio bene ne ha parecchie.
La sua è una storia che affonda le radici in alcuni dei più tragici eventi di cronaca nera degli Stati Uniti.
Ma è giusto dire che il cortometraggio è ispirato ad aventi realmente accaduti?
Al centro della storia c’è un massacro scolastico, quello in cui ha perso la vita la giovane figlia dei due genitori. Da questo punto di vista possiamo dire che Se succede qualcosa, vi voglio bene – l’ultimo messaggio che la giovane riesce a mandare ai suoi genitori prima di morire – si ispira ad aventi realmente accaduti, senza però prenderne in considerazione uno in particolare.
Per realizzare il corto, Michael Govier e Will McCormack si sono confrontati con alcuni genitori che hanno perso i figli in circostanze simili e hanno anche ricevuto l’approvazione finale di Everytown for Gun Safety, un’organizzazione non-profit che sostiene il controllo delle armi da fuoco negli Stati Uniti.
Laura Dern, che ha partecipato come produttrice, ha descritto così il corto:
Il fatto che parlasse in un modo così bello del problema era quasi un miracolo. Abbiamo trovato così commovente il fatto che fosse in grado di raggiungere tutti pur essendo senza dialoghi. Il modo in cui i registi e gli animatori hanno catturato quella storia non raccontata di dolore, di come le nostre memorie sono in grado di sopravvivere, era così concreto.
Queste, invece, le dichiarazioni dei registi:
Volevamo creare un’elegia per questi genitori che affrontano un dolore che nessuno dovrebbe sopportare. […] Quello a cui assistiamo è un processo di lutto, ma c’è anche della speranza al suo interno. Perché stiamo vedendo il modo in cui lo spirito umano può sopportare il dolore e andare avanti.
Fonte: Distractify