The Walking Dead: World Beyond, la recensione del primo episodio

The Walking Dead: World Beyond, la recensione del primo episodio

Di Marco Triolo

Più che un sottotitolo, World Beyond è una dichiarazione d’intenti. La promessa che, in questa serie, scopriremo qualcosa in più su quel mondo esterno che in The Walking Dead si vede, sì, ma sempre a poche miglia da Alexandria, Hilltop e il Regno. La promessa che, stavolta, non cadremo nel tranello di Fear the Walking Dead raccontando una storia fin troppo simile a quella della serie principale.

Naturalmente, World Beyond è anche un doppio senso. Non è solo “il mondo oltre” la serie originale, ma quello oltre le barricate della colonia in cui vivono i giovani protagonisti. Che dovranno lasciarsi alle spalle quel mondo sicuro, quasi “normale” (per gli standard dell’apocalisse) e intraprendere un lungo e pericoloso viaggio nel mondo esterno dominato dai morti viventi (o “vuoti”, come vengono chiamati qui).

Promesse mantenute

Promesse mantenute? Abbastanza. Dopo la visione del primo episodio, possiamo dire che, in effetti, The Walking Dead: World Beyond per ora non assomiglia molto a quanto visto finora nelle altre serie. Vuoi per l’ambientazione, un campus ordinato e civile, dove la popolazione ha ormai imparato a tenere sotto controllo ogni evenienza (ad esempio chiudendo i malati terminali in appartamenti-cella lussuosi ma sicuri per tutti gli altri, in caso di morte improvvisa). Vuoi per l’età media dei protagonisti, quattro adolescenti cresciuti nel mondo post-apocalittico.

Si tratta delle sorelle Iris (Aliyah Royale) e Hope Bennett (Alexa Mansour) e dei loro coetanei Elton (Nicolas Cantu) e Silas (Hal Cumpston), uniti da uno scopo comune, o per meglio dire da scopi diversi ma dalla comune voglia di vedere di persona il mondo esterno. Non riveleremo di più, perché il motivo della partenza si scopre solo a fine episodio (anche se intuibile da subito).

World building

Esatto, tutto il primo episodio di World Beyond è ambientato dentro la colonia, al riparo dagli zombie. Ma ormai i fan dell’universo creato da Robert Kirkman dovrebbero essere avvezzi a questi ritmi a volte distesi. E poi era necessario fare un po’ di sano world building, perché la serie parla di comunità mai incontrate prima nel mondo di TWD. A eccezione della Civil Republic, una città stato misteriosa con un simbolo che gli spettatori di The Walking Dead e Fear the Walking Dead conosceranno bene: i tre cerchi. Sono questi gli individui che hanno rapito Rick Grimes facendolo sparire. Qui, Julia Ormond ne interpreta il portavoce e cerca per tutto l’episodio di convincerci che siano i buoni, gente che vuole ricostruire la civiltà umana e trovare una cura per la piaga zombie. Meglio non fidarsi, però.

World Beyond mescola con discreto successo le coordinate dell’universo di Kirkman – scrivono Scott M. Gimple e Matthew Negrete, veterani della serie originale, dopo tutto – con un sapore teen, quasi young adult, senza strafare. Si respira aria di campus universitario, ma con gli zombie alle porte invece di quelli che ti vendono le biciclette rubate. Una ventata di freschezza. Resta da vedere come verrà gestita nei prossimi episodi.

I prossimi episodi

Perché da qui in poi torniamo in territori più famigliari, con i protagonisti in viaggio nel mondo post-apocalittico. La serie è stata girata in Virginia (lo stato dove si ambienta The Walking Dead che, però, è girata in Georgia), e i paesaggi naturali dovrebbero essere almeno un po’ diversi. Speriamo anche che questa volta le stagioni passino normalmente, non come in The Walking Dead, dove abbiamo dovuto aspettare dieci anni per vedere la neve. Il fatto che WB sia progettata per durare due stagioni dovrebbe anche far sì che la narrazione risulti più compatta e con una meta precisa in testa.

Se vogliamo trovare un difetto, è nell’incongruenza generale del mondo di TWD. Fa un po’ sorridere che, in dieci anni e con tutta la loro buona volontà, Alexandria e compagnia non siano riuscite a raggiungere il livello di sofisticazione che si vede qui. Da un lato TWD si spertica da dieci anni per dimostrarci come la vera minaccia siano gli umani e andare d’accordo sia difficilissimo. Dall’altra, qui è andato tutto benone, ci sono praticamente quattro comunità alleate dove la gente vive come prima della catastrofe ed evidentemente nessuno si è mai trovato ad affrontare un Negan qualunque.

Certo, potremmo dire che World Beyond mostra cosa sarebbe potuto succedere se Negan non fosse stato un pazzo lunatico e i Salvatori avessero agito più come forza positiva che parassiti. Ma fa ugualmente specie vedere che qui hanno le palestre per fare karate e dall’altra parte, quando trovano un letto comodo, ancora lo schifano per dormire per terra.

Al di là di tutto, una buona première che infonde una certa leggerezza in una formula che ormai cominciava a puzzare un po’ di morto. Avanti così.

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