Finalmente la seconda stagione di The Mandalorian è arrivata su Disney+: anche il primo episodio, in onda ieri sera, si è fatto notare come tutti quelli della stagione precedente per la grandissima quantità di citazioni ed easter egg all’intera saga di Star Wars, stavolta nell’accezione più ampia possibile dell’universo creato da Lucas, che con serie animate, videogiochi e romanzi si è estesa molto più in là dei film. Ecco di seguito la nostra analisi: ovviamente, allarme spoiler!
Come ormai da “tradizione”, The Mandalorian schiera in campo individui di moltisime razze diverse. In The Marshal, possiamo riconoscere un Twi’Lek in veste di buttafuori nel prologo, mentre sul ring si scontrano due guerrieri Gamorreani armati di vibro-asce. L’uomo con cui parla Mando, Gor Koresh (la sua voce è quella di John Leguizamo), è un Abyssin.
Su Tatooine, oltre agli immancabili Tusken (o “sabbipodi”) del deserto e ai loro Massiff usati come cani da guardia, osserviamo il piccolo e caratteristico Topo Rago, mentre al bar di Mos Pelgo l’oste (che serve a Mando e a Vanth la Spotchka, bevanda ricavata dai Krill) è un Weequay.
Torniamo su Tatooine, il pianeta su cui tutto ha avuto inizio, paese natale di Luke Skywalker. Il pianeta dei due soli, governato in passato da Jabba the Hutt, è stato teatro di moltissimi eventi, molti dei quali vengono ricordati nell’episodio, ed è già comparso anche nella serie.
Il ritorno a Mos Eisley dalla strampalata riparatrice Peli Motto sarebbe già da considerare una citazione autoreferenziale; l’officina si rivela però stavolta una miniera di easter egg. Oltre ai suoi 3 droidi pasticcioni, Peli rivela di possedere R5-D4, il droide che in Star Wars Episodio 4: Una Nuova Speranza finge un malfunzionamento per permettere a R2-D2 di proseguire la sua missione alla ricerca di Obi-Wan Kenobi (venendo acquistato da Owen Lars). La bruciatura in testa del “motivatore scassato” è ancora visibile!
R5-D4 proietta una mappa del pianeta Tatooine, dove, oltre a Mos Eisley e a Mos Pelgo (la destinazione di Mando e del Bambino) compare anche un altro dei principali insediamenti del pianeta: si tratta di Mos Espa, la città in cui è cresciuto Anakin Skywalker alias Darth Vader. Ma non solo…
Ancora, Peli Motto fa in The Mandalorian il primissimo riferimento esplicito alla Forza: una citazione che il pubblico coglie ma che non viene recepito da Mando, che non possiede le conoscenze per collegare l’esclamazione della riparatrice al potere del Bambino. E’ evidente come il “culto” della Forza sia molto più diffuso su Tatooine rispetto a molti altri pianeti della galassia: forse Peli osservando i poteri del suo “begli occhioni” avrebbe potuto indirizzare i protagonisti verso la giusta direzione.
L’insediamento di Mos Pelgo e Cobb Vanth sono già comparsi nella saga di Star Wars: il primo riferimento a Mos Pelgo è rinvenibile nel videogioco Star Wars: Knights of the Old Republic, ma è nel romanzo Aftermath che viene ampiamente trattata. Fra i personaggi del romanzo, spicca Cobb Vanth, che qui troviamo interpretato da Timoothy Oliphant con indosso l’armatura di Boba Fett (un elemento che nel libro era solo suggerito ma che qui è ora reso canonico a tutti gli effetti).
Mentre Mando e Vanth sfrecciano nel deserto verso il covo del drago Krayt, osserviamo il particolare mezzo del secondo: sembra proprio che sia stato ricavato da uno dei motori del podracer con cui Anakin Skywalker nella trilogia prequel vinse la Boonta Eve Classic (una corsa annuale che si tiene su Tatooine) del 32 BBY.
I due vanno alla ricerca del drago Krayt, la cui tanta è il vecchio pozzo di un Sarlacc (la bestia nelle cui fauci finì Boba Fett in Star Wars Episodio VI: Il Ritorno dello Jedi) che il primo deve aver divorato. Un enorme scheletro di drago Krayt era già comparso su Tatooine in Star Wars Episodio 4: Una Nuova Speranza, incontrato da R2-D2 poco dopo essere atterrato sul pianeta, ma la bestia nella saga compare molto spesso. Impossibile non notare la citazione a Dune.
Mando salva Cobb Vanth dalle fauci del Krayt colpendo il suo jetpack e facendolo così sbalzare via: esattamente come Han Solo fece 5 anni prima con lo stesso jetpack e facendone perdere il controllo a Boba Fett.
Nello stomaco del drago Kryat si trova una enorme e preziosa perla: vediamo i Tusken esultare trovandola. Anche questa è una citazione alle vecchie apparizioni del drago Kryat, il cui prezioso “contenuto” è quasi leggendario: per i Tusken possederne una è simbolo di grade coraggio, e con le più piccole è possibile addirittura incanalare il potere di una Lightsaber.
L’episodio termina con una sconcertante rivelazione: Boba Fett è vivo! La figura che vediamo nell’epilogo è proprio quella dell’ex cacciatore di taglie, che vediamo a volto scoperto (probabilmente avendo abbandonato il suo retaggio mandaloriano dopo la sconfitta su Tatooine). Il suo volto è quello dell’attore Temuera Morrison, che nella trilogia prequel ha interpretato il “padre” di Boba, Jango Fett, o meglio l’originale da cui Boba è stato clonato.
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