Entertainment Weekly ha postato le prime immagini – e un poster – di Songbird, il thriller prodotto da Michael Bay e ambientato durante la pandemia. Intanto ce le vediamo, ma restate nei paraggi: poi parleremo anche della trama del film.
Si sapeva già che il film sarebbe stato ambientato durante una pandemia futura e incentrato su una storia d’amore tra un corriere di nome Nico (K.J. Apa), immune al virus grazie a una rara condizione, e Sara (Sofia Carson), una giovane artista.
Ma quello che rivela Entertainment Weekly è che la pandemia sarà proprio questa. O meglio, il virus sarà il Covid-23 e il film ambientato nel 2024. Il coronavirus è mutato, ora uccide molto più rapidamente e la mortalità ha superato il 50%. Il mondo è nel quarto anno di lockdown e gli americani contagiati vengono trasportati dalle loro case a campi di quarantena. Il regista Adam Mason ha ricevuto una telefonata dall’amico sceneggiatore Simon Boyes il giorno dopo dell’inizio del lockdown in America (13 marzo). L’idea era di realizzare un film veloce, girato con l’iPhone. Mason ha proposto il progetto al produttore Adam Goodman, e, solamente un giorno dopo, Michael Bay era già a bordo. Il film non poteva più essere girato con il telefonino.
Mason spiega:
È un mondo distopico e spaventoso, ma è un film romantico su due persone che vogliono stare insieme, ma non possono. Sono come Romeo e Giulietta, separati dalla porta di lei e dal virus.
Nico e Sara si innamorano, in poche parole, pur non essendosi mai incontrati fisicamente per via dei rigidi protocolli di sicurezza.
Oltre ai due attori già citati, il film è anche interpretato da Demi Moore, Bradley Whitford, Paul Walter Hauser, Craig Robinson, Peter Stormare e Alexandra Daddario. Le riprese sono iniziate l’8 luglio, il che ha reso Songbird il primo film girato a Los Angeles durante il Covid, e sin da marzo. Le misure di sicurezza erano rigide come quelle della storia: la troupe era separata in tre zone, e non più di una quarantina di persone erano presenti sul set al giorno. I test, inoltre, erano frequenti. Tutto questo ha permesso alla produzione di terminare le riprese in 17 giorni.
Nonostante la premessa cupissima e la vicinanza per nulla velata con gli eventi reali, Sofia Carson promette che varrà la pena vedere il film per il messaggio di speranza che porta con sé:
Nonostante sia un thriller sulla pandemia pieno di suspense e terrificante, al centro della storia c’è la speranza. La speranza rappresentata dal personaggio di Sara e l’amore tra Sara e Nico. Nella nostra interminabile notte scura, l’usignolo canta una canzone di speranza.