Non si placano le polemiche nei confronti di Cuties, l’acclamata pellicola francese diretta da Maïmouna Doucouré, premiata quest’anno con un World Cinema Dramatic Directing Award al Sundance Film Festival.
Come sappiamo, tutto era iniziato con un passo falso di Netflix, che per lanciare l’arrivo del film sulla piattaforma aveva scelto un poster duramente criticato su Twitter.
Il motivo? Secondo chi critica il film – il più delle volte senza averlo visto – le giovani protagoniste sono state eccessivamente sessualizzate. Una cosa che è stata considerata da molti disgustosa, sebbene gli intenti della regista fossero proprio denunciare questi comportamenti.
Si tratta di una polemica che, come abbiamo già sottolineato, è del tutto assurda, perché il messaggio del film è chiaro ed è distante anni luce dalle accuse che vengono regolarmente mosse nei suoi confronti.
Il picco di questa assurda crociata è stato raggiunto recentemente, quando la giuria della contea di Tyler, in Texas, ha messo sotto accusa Netflix per “contenuti osceni”.
Ora arriva la risposta del CEO di Netflix Ted Sarandos, che ha ribadito che la piattaforma non interverrà in alcun modo sul film.
È decisamente sorprendete che nell’America del 2020 si stia sul serio discutendo sulla possibilità di censurare delle storie. Si tratta di un film che è stato frainteso da una parte di pubblico, solo negli Stati Uniti. Si tratta di una storia profondamente personale di crescita. La storia della regista del film, che oltretutto è stata accolta in maniera particolarmente positiva al Sundance, senza causare controversie. Ed è stata proposta nei cinema di tutta Europa senza causare polemiche di alcun tipo.