Cinema Attualità

Calabria Terra Mia: il corto di Muccino che celebra la Calabria ma che non piace ai calabresi

Pubblicato il 23 ottobre 2020 di Filippo Magnifico

Un cortometraggio nato per celebrare la bellezza della Calabria, il più lontano possibile dagli stereotipi.
Era nato così Calabria Terra Mia, il corto diretto da Gabriele Muccino e presentato in anteprima alla Festa del cinema di Roma, commissionato dalla Regione per un costo di 1,7 milioni di euro.

Era nato, appunto, con le migliori intenzioni, ma è finito nella bufera perché, a detta di molti, offre un’immagine distante anni luce dalla Calabria del 2020, tra coppole, bretelle, asini e bergamotto.
Al centro della storia Raoul Bova e la compagna Rocio Munoz Morales, e il loro viaggio alla (ri)scoperta di una terra dal fascino antico, forse anche troppo.

Gli intellettuali calabresi contro Calabria Terra Mia

Come riportato da Lacnews24, molti intellettuali calabresi si sono scagliati contro il cortometraggio, come ad esempio lo scrittore Gioacchino Criaco, che lo ha definito “un lavoro artisticamente incommentabile, di una pochezza assoluta che non ti aspetti“.
Dello stesso parere Santo Gioffrè, autore di Artemisia Sanchez, che ha detto:

È volgare perché trasmette l’idea di una colonia sottomessa alla madrepatria. Le atmosfere sono da Padrino, sembra ambientato negli anni Cinquanta. Ne risulta sminuito ogni senso comune.

E le critiche, moltissime, sono arrivate anche sui social. Quasi nessuno sembra aver gradito l’immagine della Calabria offerta dal regista di A Casa Tutti Bene.
Ma, alla fine, com’è questo cortometraggio?
Giudicate voi stessi e decidete da che parte stare…

Calabria Terra Mia